Autobahn gratuite, addio. Il governo tedesco ha approvato un disegno di legge per introdurre il pedaggio, ma a pagarlo saranno soltanto le auto con targa straniera. Il progetto dei cristiano sociali della Baviera va dunque avanti, nonostante le perplessità dell'Unione Europea e i dubbi sulla convenienza economica
Dieci euro per 10 giorni giorni, 20 per due mesi e 130 per un anno. È il costo ipotizzato del pedaggio autostradale che entrerà in vigore nel 2016 in Germania: in teoria per tutti, anche se in pratica si tratta di un balzello a carico dei soli automobilisti al volante di vetture con targa straniera. L’esecutivo tedesco ha approvato mercoledì un disegno di legge presentato dal ministro dei trasporti, il bavarese Alexander Dobrindt, assieme a quello delle finanze, Wolfgang Schäuble. La rilevazione avverrà con un sistema elettronico di lettura delle targhe.
I cristiano sociali della Baviera, il partito regionale gemello ai cristiano democratici di Angela Merkel ed alleato di governo, avevano fatto della cosiddetta “Pkw Maut” il vessillo della propria campagna elettorale. Il principio del pedaggio a carico dei soli stranieri sembra fare a pugni con il diritto comunitario: la Commissione Europea parla di “discriminazione indiretta”. Lo stesso importo per periodi brevi è giudicato inadeguato dalla commissaria ai trasporti Violeta Bulc, perché è percentualmente molto più elevato a quello annuale. Il progetto non pare avere nemmeno il pieno avallo dell’alleato socialdemocratico della innaturale grande coalizione che guida il paese: “Sarà un procedura difficile, perché ci sono ancora molti aspetti da chiarire”, ha fatto sapere il numero due dei parlamentari SPD, Sören Bartol.
La CSU vuole fare cassa per investire nelle grandi opere e nella manutenzione della rete viaria e equilibrare la presunta ingiustizia che penalizza i tedeschi quando vanno in ferie all’estero in auto. La soluzione di Dobrindt è tuttavia unica: in Germania, il ministro vuole far pagare solo chi guida auto con targa non tedesca, mentre negli altri paesi pagano anche quelli con targa locale. La presunta quadratura del cerchio individuata dal responsabile dei trasporti per non gravare sulle tasche dei connazionali (che era il veto posto dagli alleati per l’introduzione del pedaggio) è la contemporanea riduzione della tassa di circolazione (KFZ) agli automobilisti tedeschi, calcolata in modo tale da assorbire per intero il pedaggio.
Nel disegno di legge si fa riferimento ad un sistema di rilevazione elettronico con lettura delle targhe, analogo a quello già in funzione per i mezzi pesanti. Anche per questi ultimi ci sono novità: l’UE ha imposto alla Germania di ridurre l’importo del pedaggio e così Dobrindt ha deciso di aumentare di oltre mille chilometri la rete su cui sarà obbligatorio corrispondere l’imposta (1° luglio 2015) e di ridurre il numero dei veicoli esentati (1° ottobre 2015), prima fino a 12 tonnellate, poi da 7,5.
Su quanto frutterà il pedaggio per le auto, il dibattito è aperto. Il giornale Die Zeit ha provato a fare i conti, interpellando il ministro oltre che gli esperti. I secondi hanno risposto, il primo no. La stima ufficiale è di un gettito di 3,7 miliardi di euro: 3 miliardi sono una partita di giro perché sono versati dai tedeschi e 700 milioni sarebbero gli introiti supplementari. Secondo l’Automobile Club tedesco (ADAC) – la cui sede centrale si trova a Monaco di Baviera – il gettito si ridurrebbe ad appena 262 milioni: in un’analisi realizzata per l’ADAC, l’esperto Ralf Ratzenberger ipotizza 157 milioni di transiti di stranieri in Germania, ma solo 148 milioni a pagamento, cioè sulla rete autostradale (quella ordinaria resterebbe esclusa anche per via delle reazioni dalle diverse regioni che fanno affari grazie al commercio transfrontaliero). Il 60% dei pedaggi verrebbe pagato dai vacanzieri. Alla fine il provvedimento riguarderebbe 6,7 milioni di veicoli per un totale di 9,3 milioni di tagliandi elettronici il cui gettito sarebbe appunto di 262 milioni, con un’oscillazione di 100 milioni in più o in meno. Poiché sulla base dell’esperienza anche di altri paesi, il sistema di gestione e di controllo costa 300 milioni l’anno, il rischio è che il pedaggio abbia un saldo negativo. Senza contare i 337 milioni di realizzazione delle strutture.
Per i suoi calcoli, il ministero potrebbe essersi basato sui dati di Ages, una delle poche società private che potrebbe amministrare il pedaggio e quindi non del tutto disinteressata a sostenerne l’introduzione, che stimava 29 milioni di auto. Un dato bocciato senza appello da Alexander Eisenkopf dell’Univesità Zeppelin di Friedrichshafen, che ha definito “plausibili” i 6,7 milioni stimati dall’ADAC mentre ad una previsione oltre i 20 milioni non si arriverebbe “mai ed in nessun caso”.