“Le comunichiamo che stiamo provvedendo all’accreditamento di quanto Le è dovuto…”. “Campa cavallo. E’ trascorso oltre un anno dalle comunicazioni ufficiali con le quali i ministeri degli Interni, della Giustizia e della Difesa assicuravano le vittime dei pestaggi alla caserma genovese di Bolzaneto che avrebbero ricevuto gli indennizzi fissati dai tribunali penali, in sede di provvisionali immediatamente (!) esecutive. Dei quattrini viceversa un centinaio di vittime dei pestaggi e delle sevizie nella caserma di Bolzaneto non hanno visto neanche l’ombra. Sono tutte di nazionalità straniera”. Lo conferma Laura Tartarini, il legale genovese che con i colleghi Bigliazzi, Passeggi e Tambuscio ha assunto la difesa di parte civile dei prigionieri della caserma di Bolzaneto, durante le torride giornate del G8 genovese del 2001.
Picchiati e sottoposti ad umilianti vessazioni nelle sede del Reparto Mobile della Polizia di Stato. Una parte di loro proveniva dalla scuola Diaz e là aveva già conosciuto la violenza degli agenti. A Bolzaneto furono ancora poliziotti e guardie penitenziarie ad accanirsi sui prigionieri inermi in un delirio di terrore che ha poi condotto molti degli aguzzini di fronte alle corti di giustizia. La prima sentenza è stata emessa il 14 luglio 2008: 15 dei 54 imputati sono stati condannati e varie pene detentive (da 5 mesi a 4 anni). I giudici avevano fissato dei risarcimenti, provvisionali immediatamente esecutive. Il processo di appello, il 5 marzo 2010, aveva cancellato sette delle condanne emesse in primo grado per intervenuta prescrizione, ma anche condannato 44 appartenenti alle forze dell’ordine e medici, ai quali potranno essere chiesti ulteriori risarcimenti danni in sede civile.
Il 14 giugno 2013 la Cassazione ha sostanzialmente confermato la sentenza di appello, salvo che per quattro imputati assolti nel merito e non in virtù della prescrizione. I giudici della Suprema corte hanno confermato le provvisionali a carico dei tre ministeri (Interni, Giustizia e Difesa). La Corte Europea dei diritti dell’Uomo (sollecitata dagli avvocati di parte civile con un ricorso che riguardava anche l’assenza del reato di tortura nel codice panel italiano) aveva chiesto spiegazioni all’Italia in ordine al reato di tortura, ai provvedimenti disciplinari adottati nei confronti del personale di polizia condannato penalmente e, appunto, ai risarcimenti dovuti alle vittime.
Spiega a ilfattoquotidiano.it l’avvocato Emanuele Tambuscio: “Il ministero degli Esteri (novembre 2013) aveva risposto alla Corte con un ponderoso documento nel quale, tra l’altro, precisava che una ventina di risarcimenti erano già stati versati e per tutti gli altri erano già state avviate le procedure per giungere alla liquidazione. Tutto falso. Lo dimostrano le dichiarazioni giurate sottoscritte dagli interessati che ribadivano, alla data, di non aver ricevuto un euro”. Dal marzo 2014 sono cominciati i primi, parziali versamenti di denaro. Il ministero più in arretrato è quello della Giustizia che deve affrontare i risarcimenti maggiori.
Dice a ilfattoquotidiano.it l’avvocato Laura Tartarini: “Circa un centinaio di parti civili, tutte straniere, non hanno mai ricevuto finora un solo euro di risarcimento, nonostante i ripetuti solleciti inviati via email alla pec dei ministeri. Tutti e tre i ministeri risultano morosi, gli Interni rispetto al personale condannato della Polizia di Stato, la Giustizia per le Guardie Penitenziarie che entrarono in azione a Bolzaneto e la Difesa per i due Carabinieri presenti nella caserma. Le cifre fissate dai giudici di merito variano dai 5mila ai 15mila euro. In media possiamo calcolare diecimila euro a persona, somme dovute fin dalla sentenza di primo grado, emessa nel 2008, per le quali abbiamo rinunciato a richiedere gli interessi legali. Una delle donne picchiata e seviziate a Bolzaneto è già passata a miglior vita…”.
Tartarini preannuncia azioni contro il lassismo dei tre ministeri con i quali non è mai riuscita neppure ad avviare un qualsivoglia colloquio. Il classico soliloquio di fronte al muro della burocrazia senza volto e senza nome. “Mi rivolgerò direttamente al ministro della Giustizia, Orlando. E’ paradossale che sia proprio lo Stato a disattendere le proprie decisioni e in particolare il ministero della Giustizia si rifiuti di dare corso alle sentenze dei magistrati che fanno capo al ministero stesso. La legge introduce tali e tante condizioni per avviare procedure di pignoramento nei confronti dello Stato che non me la sento di avventurarmi su questa strada”.
Diverso il discorso che riguarda il diritto di adire i tribunali civili per ottenere la liquidazione dei risarcimenti dovuti in conseguenza dei danni biologici sopportati dalle vittime. Una quindicina di casi sono già stati istruiti ma finora una sola sentenza è stata emessa. Concede un risarcimento minimo (meno di 4mila euro) in ragione però dei danni subiti per la calunnia, ossia l’essere stata la persona accusata falsamente di crimini mai commessi.