Sarà Monica Bellucci la nuova ‘Bond girl‘ (o Lady, come preferisce definirsi lei) voluta dal regista Sam Mendes.
Qualcuno pronto a salutare l’avvenimento come un altro grande successo italiano all’estero ci sarà sicuramente, ma più che a rinsaldare lo sbiadito spirito patriottico, la notizia è bella e positiva per un’altra ragione.
La Bellucci, a cinquant’anni suonati, sarà la più anziana Bond girl della serie (questo è il ventiquattresimo film); il record era detenuto da Honor Blackman – la Pussy Galore di Goldfinger – che all’epoca di anni ne aveva trentanove.
Non solo Monica ha un’età matura per il tipo di ruolo, ma vanta una bellezza al naturale senza esasperazioni. Una splendida cinquantenne che guarda al cambiamento delle stagioni senza forzature artificiose. Certo, di cinquantenni come lei in giro non ce ne sono troppe. Tante invece (anche sue illustri colleghe coetanee) diventate mostri pietrificati che, al sopraggiungere di una risata incontrollata, rischiano di perdere qualche pezzo per strada.
L’illusione di restare attaccati ad un fermo immagine che non corrisponde più al presente, è un tormento che colpisce molti, donne e uomini, noti e meno noti. Accogliere con comprensione e indulgenza le tracce del nostro vissuto è affatto semplice, specie in un contesto dove essere ha più rilievo di sentire, dove la rotta verso un certo materialismo annulla l’aspetto spirituale.
La brama di restare giovani, anziché optare per un giovanile invecchiamento, è un conflitto antico (‘Il ritratto di Dorian Gray’ è di fine ottocento) che non si può vincere. Quando anni fa trovai il primo capello bianco, lo estirpai immediatamente con grande disgusto. E così feci col secondo. E col terzo…
Per diversi anni mi sono mantenuta su una posizione di dignitoso pareggio. Fino a quando, un giorno di qualche anno più tardi, alzando il ciuffo che ricadeva sulla fronte, ho capito che…i giochi erano fatti! L’idea di bellezza è spesso determinata dal paragone con qualcun altro, o un modello idealistico nella nostra mente. Una donna di quarant’anni commetterebbe un grande errore se cominciasse a raffrontarsi con una di venti o di trenta. Farlo, può distruggere psicologicamente, trattandosi di una sfida impari.
C’è tuttavia una grande pressione, palese nel mondo dei media, per cercare di svilire la maturazione, mentre si tende a glorificare la giovinezza come virtù a cui aspirare. In questo le donne ce l’hanno più dura. Molte donne, vicino ai cinquanta, tentano di giocarsi le ultime carte con punturine, impalcature alla Moira Orfei o effetti speciali in studio.
Nella televisione italiana è raro trovare conduttrici âgées che si mostrano senza trucco e senza inganno. Ma quante di loro troverebbero lavoro, diversamente?
Ci sono invece molti uomini brutti che conducono programmi di vario rilievo. Ultimamente ho rivisto un filmino di quando avevo diciannove anni, era una vigilia di Natale in famiglia. Quella ragazza ora ben diversa, ostentava la spavalderia tipica di chi vuole nascondere un’insicurezza di fondo. Nelle guance ancora piene s’intravedeva una maturità ancora da sbocciare. Un flash, non c’è che dire!
Ma piuttosto che fare la conta degli anni, credendo che ieri è meglio di oggi, val la pena coccolare questo involucro che ancora ci sopporta, prendendosene cura con tenerezza.
Altrimenti, si rischia di finire come Meryl Streep in ‘La morte ti fa bella’, senza manco rendersene conto.
P.s: auguri a tutti quelli che con curiosità, interesse, apprezzamento o disapprovazione, passano ogni tanto di qua.