Arriva davvero la proposta della Federazione internazionale del tennis per l’introduzione di misure in grado di diminuire il gap tra i big mondiali e il gruppone dei professionisti impegnati nel circuito Futures. E piovono anche i dati su quanti giocatori fino a questo anno hanno chiuso con un saldo positivo la stagione agonistica. Dopo le proteste a livello mondiale di migliaia di tennisti, schiacciati dai montepremi bassi e da invivibili condizioni di gioco, la Itf svela le novità che saranno portate in Consiglio a marzo 2015. Sono il risultato di una lunga analisi svolta negli scorsi mesi tra circa 8000 giocatori, allenatori, federazioni nazionali e organizzatori di tornei. E segnano una svolta decisiva per le condizioni di chi non scala le classifiche fino alla Top100 mondiale. Nel 2013 il break-even point per un tennista è stata la posizione numero 336 e per una donna la 253 nel ranking Wta. “Lo schema di cambiamenti rappresenterebbe il più grande investimento per l’incentivazione al professionismo e presumibilmente permetterà a un ulteriori gruppo di 150-200 giocatori di bilanciare la propria situazione e ad altre centinaia di ridurre i costi ed aumentare i ricavi”, si legge in una lettera che la Itf ha iniziato a inviare ai tennisti professionisti.
Ma cosa prevede la riforma? In campo maschile verranno introdotti tornei da 25mila dollari con ospitalità compresa, un obbligo esteso anche ai tornei da 15mila. Anche in campo femminile sarà garantito l’alloggio a partire dai tornei da 15mila e viene alzata la soglia dei premi a 125mila dollari. La necessità di garantire una stanza ai giocatori comporterà un aggravio per gli organizzatori di circa 10mila dollari. Vengono inoltre introdotti “fondi di sviluppo provenienti da Itf e dal circuito Grande Slam per stimolare la crescita dei Paesi in via di sviluppo”. E per avere la certezza che gli incrementi del montepremi siano efficaci e indirizzati alle giuste fasce di classifica, “ciascuna nuova categoria proporrà un numero fisso di opportunità per i giocatori ogni settimana” con un “criterio geografico”. Quattro gli scopi che la Federazione internazionale si prefigge: “Assicurare un pari livello di opportunità per i giocatori emergenti, coinvolti nel passaggio dal tennis giovanile”, offrire un aiuto ai movimenti tennistici nazionali dei paesi sottosviluppati che avrebbero rischiato d’essere tagliati fuori per l’aumento dei costi a carico degli organizzati, assicurare una netta differenza tra circuito giovanile e pro “ma allo stesso tempo scalabile dai migliori prospetti” e “agevolare i giovani che aspirano a una carriera tra i professionisti”. Hanno vinto i giocatori, dopo 18 anni di attesa e spese lievitate fino a 38mila dollari per affrontare una stagione ricca d’impegni. Ora manca solo il voto.