I servizi di pulizia al ministero del Lavoro sono stati assegnati cinque mesi fa alla cooperativa “29 giugno” del braccio destro di Massimo Carminati, arrestato per le vicende di Mafia Capitale
“Poletti, dimettiti subito”. Lo chiede Beppe Grillo sul suo blog dopo le notizie de ilfattoquotidiano.it sui servizi di pulizia al ministero del Lavoro affidati cinque mesi fa alla cooperativa “29 giugno” di Salvatore Buzzi, il braccio destro di Massimo Carminati arrestato per le vicende di Mafia Capitale. Alla richiesta di dimissioni il dicastero guidato dall’ex presidente di Legacoop risponde: “Gli adempimenti relativi alle gare di affidamento di servizi rientrano nelle competenze gestionali affidate alle strutture preposte del ministero ed esulano dall’attività di indirizzo politico in capo al ministro”.
Sul blog il leader del Movimento 5 Stelle dà spazio a un intervento del deputato Massimo Baroni, che mette in relazione l’appalto finito alla “29 giugno” con la foto del 2010 in cui Poletti e Buzzi sono ritratti insieme ad altri protagonisti del “mondo di mezzo”. “Poletti andava a cena con Buzzi e tutto il cucuzzaro – si legge nel post – presenziava alla presentazione del faraonico bilancio della sua cooperativa. Poletti era presidente della Legacoop, ma non si è accorto di nulla. Ora è il ministro del Lavoro e non si è accorto dell’appalto dato con l’avallo del suo ministero alla cooperativa di Buzzi. Poletti, forse, non si è accorto neanche di essere un ministro. Poletti deve dimettersi, per restituire un minimo di dignità all’istituzione che rappresenta”. Dal ministero arriva una replica in cui si parla di “notizie riportate in questi giorni da alcuni mezzi di informazione, che, in modo falso e strumentale, parlano di ‘affidamento diretto’ alla cooperativa”. Ma il resoconto che viene fatto sulla storia dell’appalto non smentisce in nulla la ricostruzione de ilfattoquotidiano.it.
La gara per i servizi di pulizia viene aggiudicata nel 2011 a un raggruppamento temporaneo di imprese formato dalla società Sea Sud e dal Cns, il Consorzio nazionale servizi con sede a Bologna citato nelle carte dell’inchiesta oltre che per Buzzi, membro del suo consiglio di sorveglianza, anche per Salvatore Forlenza, direttore commerciale del Centro Italia del Cns e dirigente di Legacoop, indagato per turbativa d’asta. L’appalto al ministero del Lavoro ha una durata di quattro anni a partire dal 2012, quando iniziano effettivamente i lavori, e il suo valore è intorno ai 3 milioni di euro, il 58% dei quali è in capo al Cns. Il consorzio all’inizio affida i lavori alla cooperativa Antares, una delle sue associate, che però lo scorso luglio viene fatta fuori perché non in regola con la documentazione sui versamenti contributivi dei lavoratori. L’irregolarità viene segnalata dallo stesso ministero al Cns, che decide di assegnare i lavori alla “29 giugno”, altra sua associata. Una scelta a cui il ministero dà l’ok dopo avere ottenuto conferma che la cooperativa è in possesso dei requisiti necessari e che assumerà tutti i lavoratori impiegati in quel momento.
Dopo gli arresti per l’inchiesta della procura di Roma il ministero guidato da Poletti chiede al consorzio di intervenire “al fine di tutelare l’amministrazione”, ma intanto in Parlamento nessuno risponde a un’interpellanza urgente dei Cinque Stelle che chiedono al ministro se siano in corso rapporti con la “29 giugno”. Per quanto riguarda il destino dell’appalto, dapprima il Cns comunica di avere revocato l’assegnazione e di avere intenzione di individuare una nuova associata. Ma ieri l’incarico viene confermato alla cooperativa presieduta prima dello scandalo da Buzzi: il tribunale di Roma – fa sapere il ministero – ha autorizzato la coop ’29 Giugno’ (nel frattempo affidata ad amministratori giudiziari che hanno nominato un nuovo presidente) a proseguire il servizio di pulizia previsto dall’appalto. Il ministero conclude la nota sottolineando di attenersi alle decisioni della magistratura.
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