“Castello di Tavolese in vendita nel Chianti. Sulle colline del Chianti è in vendita un incantevole castello Toscano della prima metà del Duecento, a due passi da Firenze”. Così è pubblicizzato sul sito online della Lionard Luxury Real Estate, l’immobiliare di lusso che si occupa della compravendita di dimore storiche e residenze d’epoca, il Castello toscano che fu dei Farinata degli Uberti, il nobile ghibellino ricordato da Dante nella Divina Commedia.
Come si legge nella scheda tecnica dopo l’ultimo passaggio di proprietà, nel 1988, il complesso è stato restituito alla sua antica austera bellezza. Un restyling in piena regola che ha comportato “l’introduzione di moderne comodità”. Non tanto nel Castello, che si sviluppa su cinque piani culminanti in una suggestiva torre di avvistamento per un totale di 1400 mq., quanto nelle strutture annesse. A partire dalla grande villa colonica adiacente il Castello “che è stata trasformata in sei appartamenti per un totale di 840 mq”. Proseguendo per il fienile, che si estende su 165 mq, dove sono stati realizzati un grande garage e una piscina coperta e riscaldata che in estate è collegata alla piscina esterna. Le possibilità non sono esaurite. C’è ancora spazio per cambiamenti. D’altra parte le cubature non mancano. Ci sono un secondo fienile, le cantine che estendono su tre livelli per un totale di 1210 mq, una canonica, una Chiesa privata e, soprattutto, “Nebbiano”, un gruppo di Casali da ristrutturare. Un “Castello di prestigio” davvero “immerso nel verde”. Quasi disperso in un parco di 62 ettari, dei quali 14 coltivati ad uliveto e 11 a vigneto. Per acquistare questo pezzo di Storia, riadattata almeno in parte alle esigenze contemporanee, occorrono 18 milioni di euro.
Se la cifra appare eccessiva, ma non si vuole rinunciare alla liaison tra architettura storica e riferimento letterario, è sufficiente volgere la propria attenzione al Castello di Sapia, un’altra delle architetture, reclamizzate dall’immobiliare di lusso. “Incantevole dimora alto-medievale sulle colline senesi, lungo la via Francigena… Si tratta di un vero e proprio palinsesto architettonico, il cui impianto di base ha subito importanti rifacimenti e ampliamenti durante il XV e il XVI secolo ad opera di importanti famiglie aristocratiche della zona”.
Generalmente precario lo stato di conservazione che rende necessari “importanti lavori di ristrutturazione per un recupero a fini abitativi/e o ricettivi”. Solo la copertura del corpo principale, con volte a crociera, lesionata da un terremoto è stata ricostruita agli inizi del XX secolo con travi in legno. Per acquistare il castello del nobile senese Ghinibaldo e della moglie Sapia dei Salvani, ricordata nella Commedia dantesca, occorrono 2.500.000 euro.
Non c’è solo questo in tema di castelli. La Toscana offre dell’altro. Invece, in Lombardia, nel milanese, si può scegliere tra “il primo per dimensioni dell’intera regione, circondato da mura di origine medievale”, quello “edificato nel 1593 sui resti di un’antica rocca del 1200”, oppure quello nel quale sono state ricavate suite e sale multifunzionali. Per tutte la circostanza che si rimandi a trattativa riservata sembra indiziare che la spesa per entrarne in possesso non sarà esigua. Lo stesso accade per i manieri in catalogo ubicati in Piemonte, in Emilia Romagna, in Liguria, in Umbria e nel Lazio.
Storie dissimili le loro. Di spazi che necessitano di restauri, ma non alterati. Né nelle funzioni, né nelle dimensioni originarie. Ma anche di spazi stravolti. Con i perimetri esterni trasformati in un guscio quasi svuotato del suo caratterizzante interno. Mini appartamenti e sale convegni, garage per auto e piscine, bar e ristoranti al posto di grandi ambienti. Ristrutturazioni già realizzate e, con buona, probabilità, che saranno realizzate.Tutto lecito. Sono proprietà private. Continueranno ad esserlo. Soprattutto per le architetture più antiche, in assenza di vincoli da parte delle Soprintendenze per i Beni architettonici e Paesaggistici, gli stravolgimenti apportati, necessari cambiamenti. D’altra parte chi comprerebbe un castello per farne qualcosa d’altro che non la propria “prestigiosa” residenza oppure un hotel a cinque stelle?
Così sembra quasi non fare notizia che a finire sul mercato immobiliare siano i castelli di Farinata degli Uberti e di Sapia dei Salvani. Che le loro stanze divengano le sale Spa di qualche Trimalcione contemporaneo. Per uno dei protagonisti dell’Inferno e per una delle comprimarie del Purgatorio davvero una fine ingloriosa