Una lettera minatoria, in pieno stile mafioso, è stata trovata nella cassetta delle lettere dell’ex moglie di Gaetano Pascale, l’ex funzionario di Polizia della Squadra Mobile di Roma che nel 2003 era a capo di un pool investigativo che era arrivato ad un passo dallo smantellare il sistema criminale mafioso emerso dieci anni dopo in seguito all‘operazione Nuova Alba di luglio 2013. “Ho presentato immediatamente una denuncia al commissariato di zona – racconta Pascale – non mi sono intimidito 11 anni fa quando ho subito di tutto per le mie indagini e non lo farò certo ora. Personalmente non ho paura ma temo per per i miei figli e per la loro mamma”.
Nella missiva, con foto annessa dell’ex investigatore accompagnata da un’inquietante croce nera, c’è un chiaro avvertimento ad interrompere la sua attività di denuncia. “Sappiamo tutto di te – si legge nella lettera – come ti muovi, quello che fai, il lavoro che fai, dove vivono i tuoi figli, dove parcheggi le tue auto, dove sta la tua casa. Siccome continui a rompere il cazzo con questa antimafia e non hai capito che ti devi fare i cazzi tuoi guardia infame, mo cominciamo a fartelo capire come si campa”. Il messaggio finale sembra una sentenza di morte: “Colpiremo quando meno te l’aspetti, questo è l’ultimo avviso”. Non è la prima volta che Pascale viene minacciato per la sua attività antimafia. Già lo scorso gennaio era stato oggetto d’intimidazione con una missiva simile ritrovata sul sedile della sua auto, che recitava: “Adesso basta brutto bastardo di uno sbirro. Ti spezziamo le gambe se non ti dai una calmata” c’era scritto nella lettera.
Pascale insieme all’ex collega della Polaria, Piero Fierro, dopo aver denunciato tutto al fattoquotidiano.it nel settembre 2013, in queste ultime settimane si è esposto molto raccontando la vicenda ad Announo, Sky Tg24, La Gabbia ed anche ai corrispondenti della stampa estera. “Continuerò a denunciare e raccontare quello che è accaduto – conclude l’ex funzionario di Polizia – ora più che mai andrò avanti per la mia strada, pretendo verità e giustizia per quello che è accaduto 11 anni fa e per quello che sta succedendo ora. Quando sono entrato in Polizia ho fatto un giuramento e voglio onorarlo fino alla fine”.