Società

Sanità, esiste anche quella buona: ecco un racconto di Natale

Un altro anno si sta chiudendo. Nell’ambito sanitario, in quest’ultimo periodo, abbiamo assistito allo scandalo dei test sbagliati per l’ammissione alle scuole di specializzazione per medici che verranno poi sottopagati e sfruttati visto che, al termine del corso di studi, non vengono assunti ma sostituiti con altri specializzandi: a loro il compito di manovalanza a basso costo. Tanto il denaro sprecato che potrebbe essere usato proprio per assumere più personale sanitario.

Tutto ciò mentre la Regione Lombardia sta cercando di presentare, in commissione Sanità, il nuovo piano sanitario che prevede fra le altre cose una nuova agenzia regionale di controllo. Altri amministrativi costosi che non potranno mai sostituire un metodo di controllo efficace come quello che io propongo da anni per ridistribuire i risparmi all’assunzione di nuovo personale sanitario.

Intanto alcune realtà si fanno largo con l’impegno dei singoli che riescono, con le difficoltà della quotidianità, a far emergere quella buona sanità che sicuramente esiste in diverse parti del Belpaese. Casualmente ho letto su Facebook l’articolo pubblicato da la Gazzetta del Sud che riguarda il reparto di reumatologia di Reggio Calabria, presso l’Azienda Ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli, considerato d’eccellenza. E’ diretto dal dott. Maurizio Caminiti che si avvale della collaborazione della dott.ssa Giusy Pagano Mariano, specialista in reumatologia e di un personale infermieristico estremamente affidabile.

Due medici per un bacino di utenza sempre più vasto che contrasta le scarse risorse economiche da un lato applicando le metodiche più adatte a prevenire le conseguenze di malattie invalidanti come l’artrite reumatoide; dall’altro manda comunque avanti il reparto con un organico ridotto: “500.000 persone visitate da due medici e quattro infermieri” dice il dott. Caminiti.
Sicuramente occorre risparmiare anche in sanità ma bisogna assolutamente, nell’anno che si sta aprendo, impegnarsi a cercare tutte quelle spese inutili che possono essere utilizzate per nuove assunzioni e per continuare a dare una sanità dignitosa che porti ad uno stato di salute elevato ai cittadini.

Ad esempio, a che punto siamo per quanto riguarda il caso Avastin- Lucentis? A qualche politico interessa realmente risparmiare 600 milioni di euro all’anno solo per un farmaco? In questo anno si è parlato molto di questo caso ma nessuno vuole risolverlo. Nel prossimo anno ritornerò alla carica con lo stesso impegno di sempre. Occorre continuare a lottare contro il silenzio dei politici e dei media.