E’ il chilometro (scarso) forse più famoso al mondo, certamente il più romantico. L’icona del cuore sospesa fra terra e mare per milioni di innamorati che lo hanno percorso, giunti da tutto il mondo nelle Cinqueterre, lo scrigno naturale che comprende territori dei comuni de La Spezia, Levanto, Monterosso, Riomaggiore e Vernazza. Peccato che da oltre due anni quella sottile e stretta striscia che corre in costa alle pendici scoscese delle montagne, a filo della riva del mare, sia chiusa al pubblico. La Via dell’Amore è infatti inagibile a causa della disastrosa frana che il 24 settembre 2012, fra Riomaggiore e la frazione di Manarola, precipitò travolgendo quattro turiste australiane, rimaste ferite dal diluvio di sassi e terriccio. E spunta la proposta di introdurre l’ingresso dei turisti a numero chiuso.
In termini turistici e di immagine quel disastro ha causato una perdita stimata dal presidente dell’Ente Parco, Vittorio Alessandro in duecentomila presenze che equivalgono, in vile denaro, a due milione di euro. Il conto è presto fatto. L’accesso al sentiero degli innamorati (comprensivo di biglietto del treno e servizi del Parco) costava dieci euro a persona. Dieci per duecentomila fa appunto 2 milioni di euro. La soluzione dell’ìmpasse è ancora lontana.Per ripristinare in sicurezza tutti i novecento metri del sentiero servono fondi cospicui. Non si tratta semplicemente di liberare il tracciato dai detriti (che si sono accumulati in grande quantità a causa del totale abbandono in cui versa il tratto interessato dalla frana).
Occorre anche consolidare l’intero fronte a monte, anche rispetto al tracciato ferroviario che corre in costa alle montagne. Ed eseguire gli espropri conseguenti. Il primo lotto dei lavori dovrebbe partire entro marzo 2015, secondo l’assessore regionale alle Infrastrutture Raffaella Paita, che conferma lo stanziamento di poco più di 600mila euro sul totale di 2,8 milioni di euro necessari per riattivare i primi trecento metri, secondo il progetto redatto da Rfi, braccio operativo delle Ferrovie. Ma per consolidare dal punto di vista geologico l’intero tracciato sarà necessario spendere altri 8 milioni di euro, una cifra che la Regione ovviamente non è in grado di reperire e dovrà essere ricavata – si spera – dagli stanziamenti decisi dal piano nazionale De Angelis, denominato Italiasicura, che ha il compito di intervenire nelle situazioni idrogeologiche a rischio nell’intera Penisola. Certezze, in questo senso, al momento non ce ne sono.
Nelle more della burocrazia si inserisce la guerra, neppure troppo sotterranea, fra l’Ente Parco, affidato a Vittorio Alessandro, un ex ufficiale di Marina, e il comune di Riomaggiore, in particolare il sindaco del borgo, Franca Cantrigliani. Un mese fa Cantrigliani ha sospeso la concessione in vigore fra comune e Ente Parco, stipulata all’epoca in cui alla guida del Parco stava Franco Bonanini, detto il Faraone, l’artefice del lancio in grande stile della riserva naturale dell’estremo levante ligure.
Nel 2010 Bonanini era rovinosamente caduto nell’inchiesta giudiziaria che ipotizza a suo carico l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato. Da quel che si capisce il comune di Riomaggiore intende assumere la gestione della Via dell’Amore (quando sarà riaperta) incassando il prezzo dei biglietti venduti ai visitatori. Uscito di scena il “Faraone” (il soprannome affibbiato a Bonanini, ex Pd eletto all’Europarlamento dove ha infine aderito al gruppo del Partito Popolare Europeo) al vertice dell’Ente era stato nominato Vittorio Alessandro, con una lunga esperienza nella struttura delle Capitanerie di Porto.
Alessandro ha dovuto ammettere che i suoi uomini non possono accedere al tratto di sentiero fra Riomaggiore e Manarola, sbarrato da cancelli, dei quali non possiede neppure le chiavi: “E quindi non possiamo eseguire manutenzione e neppure guardianaggio”. L’accenno al guardianaggio riguarda una serie di foto spedite da un anonimo alla redazione spezzina del Secolo XIX, che le ha pubblicate. Le immagini illustrano la deplorevole condizione in cui versa la via dell’Amore, a causa dell’incuria nella quale è precipitata. Alessandro replica indirettamente con una proposta choc: istituire il numero chiuso dei visitatori per non compromettere il fragile equilibrio naturale della Via dell’Amore. Che, intanto, resta malinconicamente chiusa ai sogni degli innamorati di tutto il mondo.
Cronaca
Via dell’Amore inagibile dal 2012. La proposta: “Visitatori a numero chiuso”
E’ il chilometro (scarso) forse più famoso al mondo, certamente il più romantico. L’icona del cuore sospesa fra terra e mare per milioni di innamorati che lo hanno percorso, giunti da tutto il mondo nelle Cinqueterre, lo scrigno naturale che comprende territori dei comuni de La Spezia, Levanto, Monterosso, Riomaggiore e Vernazza. Peccato che da oltre due anni quella sottile e stretta striscia che corre in costa alle pendici scoscese delle montagne, a filo della riva del mare, sia chiusa al pubblico. La Via dell’Amore è infatti inagibile a causa della disastrosa frana che il 24 settembre 2012, fra Riomaggiore e la frazione di Manarola, precipitò travolgendo quattro turiste australiane, rimaste ferite dal diluvio di sassi e terriccio. E spunta la proposta di introdurre l’ingresso dei turisti a numero chiuso.
In termini turistici e di immagine quel disastro ha causato una perdita stimata dal presidente dell’Ente Parco, Vittorio Alessandro in duecentomila presenze che equivalgono, in vile denaro, a due milione di euro. Il conto è presto fatto. L’accesso al sentiero degli innamorati (comprensivo di biglietto del treno e servizi del Parco) costava dieci euro a persona. Dieci per duecentomila fa appunto 2 milioni di euro. La soluzione dell’ìmpasse è ancora lontana.Per ripristinare in sicurezza tutti i novecento metri del sentiero servono fondi cospicui. Non si tratta semplicemente di liberare il tracciato dai detriti (che si sono accumulati in grande quantità a causa del totale abbandono in cui versa il tratto interessato dalla frana).
Occorre anche consolidare l’intero fronte a monte, anche rispetto al tracciato ferroviario che corre in costa alle montagne. Ed eseguire gli espropri conseguenti. Il primo lotto dei lavori dovrebbe partire entro marzo 2015, secondo l’assessore regionale alle Infrastrutture Raffaella Paita, che conferma lo stanziamento di poco più di 600mila euro sul totale di 2,8 milioni di euro necessari per riattivare i primi trecento metri, secondo il progetto redatto da Rfi, braccio operativo delle Ferrovie. Ma per consolidare dal punto di vista geologico l’intero tracciato sarà necessario spendere altri 8 milioni di euro, una cifra che la Regione ovviamente non è in grado di reperire e dovrà essere ricavata – si spera – dagli stanziamenti decisi dal piano nazionale De Angelis, denominato Italiasicura, che ha il compito di intervenire nelle situazioni idrogeologiche a rischio nell’intera Penisola. Certezze, in questo senso, al momento non ce ne sono.
Nelle more della burocrazia si inserisce la guerra, neppure troppo sotterranea, fra l’Ente Parco, affidato a Vittorio Alessandro, un ex ufficiale di Marina, e il comune di Riomaggiore, in particolare il sindaco del borgo, Franca Cantrigliani. Un mese fa Cantrigliani ha sospeso la concessione in vigore fra comune e Ente Parco, stipulata all’epoca in cui alla guida del Parco stava Franco Bonanini, detto il Faraone, l’artefice del lancio in grande stile della riserva naturale dell’estremo levante ligure.
Nel 2010 Bonanini era rovinosamente caduto nell’inchiesta giudiziaria che ipotizza a suo carico l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato. Da quel che si capisce il comune di Riomaggiore intende assumere la gestione della Via dell’Amore (quando sarà riaperta) incassando il prezzo dei biglietti venduti ai visitatori. Uscito di scena il “Faraone” (il soprannome affibbiato a Bonanini, ex Pd eletto all’Europarlamento dove ha infine aderito al gruppo del Partito Popolare Europeo) al vertice dell’Ente era stato nominato Vittorio Alessandro, con una lunga esperienza nella struttura delle Capitanerie di Porto.
Alessandro ha dovuto ammettere che i suoi uomini non possono accedere al tratto di sentiero fra Riomaggiore e Manarola, sbarrato da cancelli, dei quali non possiede neppure le chiavi: “E quindi non possiamo eseguire manutenzione e neppure guardianaggio”. L’accenno al guardianaggio riguarda una serie di foto spedite da un anonimo alla redazione spezzina del Secolo XIX, che le ha pubblicate. Le immagini illustrano la deplorevole condizione in cui versa la via dell’Amore, a causa dell’incuria nella quale è precipitata. Alessandro replica indirettamente con una proposta choc: istituire il numero chiuso dei visitatori per non compromettere il fragile equilibrio naturale della Via dell’Amore. Che, intanto, resta malinconicamente chiusa ai sogni degli innamorati di tutto il mondo.
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Putin: “Obiettivi vicini. Zelensky illegittimo, dovevo attaccare prima”. Il presidente ucraino: “Garanzie Ue insufficienti, Trump uomo forte”
Roma, 19 dic (Adnkronos) - "La Corte di Cassazione ha stabilito in maniera chiara e netta che la competenza di decidere se un Paese è o meno sicuro spetta al governo. Quindi non i singoli giudici. La conferma che il governo Meloni aveva ragione e che le sentenze con cui i giudici hanno annullato i trasferimenti in Albania dei migranti sbarcati illegalmente sulle nostre coste erano sbagliate. Cosa diranno adesso Schlein e gli altri esponenti delle opposizioni, insieme alla grancassa dei loro house organ, dinanzi a questa sentenza che decreta il loro ennesimo fallimento? Per quanto ci riguarda continuiamo ad andare avanti, consapevoli che tutta l’Europa guarda all’Italia come un modello nel contrasto all’immigrazione illegale”. Lo dichiara il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia Lucio Malan.
Roma, 19 dic (Adnkronos) - "Hai fatto la cosa giusta". Così, su Twitter, Elon Musk replica al commento che Matteo Salvini aveva fatto al post del patron di Tesla sul caso Open arms.
Roma 19 dic (Adnkronos) - "I delinquenti sono quelli che vogliono Salvini in galera". Lo scrive sui social Francesco Storace.
Roma, 19 dic (Adnkronos) - "Sono contento che abbiano assolto Renzi, che non finisca in galera. Io voglio vincere le elezioni perchè la gente ci dà fiducia, non perchè arrestano tutti gli altri". Lo ha detto Matteo Salvini in una diretta social.
Roma 19 dic (Adnkronos) - - "Se mi dichiareranno innocente sarò felice per i miei figli e perchè ho fatto il mio lavoro. Se mi dichiareranno colpevole sarò felice lo stesso, non mi pento assolutamente di nulla, ho difeso da immigrati clandestini e trafficanti il mio Paese. Sarebbe un problema per l'Italia e gli italiani, con un ministro che bloccava gli sbarchi condannato immaginate voi trafficanti, scafisti e delinquenti dove verrebbero e porterebbero questi disperati". Lo ha detto Matteo Salvini in una diretta social alla vigilia della sentenza del processo Open Arms.
Roma, 19 dic (Adnkronos) - "Chi non rischia, chi non va oltre l'ostacolo, non va da nessuna parte. Io, da 51enne, comunque vada sarò orgoglioso di quello che ho fatto". Lo ha detto Matteo Salvini in una diretta social alla vigilia della sentenza su Open Arms.
"Se mi assolvono ho fatto il mio dovere e bye bye sinistra. In in caso di condanna ricorreremo in appello, la riterrei una profonda ingiustizia e un danno non a me ma al Paese", ha spiegato il ministro dei Trasporti proseguendo: "Mi stanno arrivando migliaia di messaggi, ho preso l'aereo e tanti ragazzi mi hanno detto non mollare, bravo. Sono felice".
"Paura zero, mi sento come la canzone di Venditti 'Notte prima degli esami', mi sento orgoglioso e felice di quello che ho fatto. Domani è la sentenza di primo grado, poi c'è l'appello e la Cassazione. Tolgo qualche gioia a chi mi augura il male, se mi condannano farò ricorso e continuerò a fare il mio lavoro", ha proseguito Salvini.
Roma, 19 dic (Adnkronos) - "A me pare di poter dire, non temendo di essere smentita, che senza Nino Andreatta i cattolici democratici, dopo il terremoto della Prima Repubblica e il tracollo della Dc, probabilmente non avrebbero maturato la scelta del centrosinistra. E soprattutto che senza di lui non avrebbe visto la luce l’Ulivo, che io considero davvero una grande 'invenzione' politica". Lo ha detto Anna Ascani, cicepresidente della Camera e deputata dem, intervenendo alla presentazione del numero della rivista 'Arel' su Nino Andreatta.
"E non parlo di forma, di contenitore, ma di idealità, della possibilità che Andreatta e altri videro e perseguirono, di unire le culture popolari e riformiste di centro e di sinistra chiudendo la lunga stagione che le aveva viste contrapposte e, ancora più importante, di consentire attraverso la 'contaminazione' tra cultura cattolico-democratica, socialista, laica, ambientalista la nascita del Partito democratico. Non sarei qui oggi, non saremmo qui in tanti, senza la visione di Nino Andreatta e di chi allora credette in quella scommessa", ha aggiunto.