Mantiene legami affettivi, percepisce il tempo, impara, comunica ed è capace di trasmettere quanto ha appreso. Per questo alla domanda se una scimmia, “soggetto non umano”, ha diritto ai diritti umani arriva una risposta positiva dalla decisione della Cassazione argentina che ha concesso l’habeas corpus a Sandra, un orango femmina dello zoo della città, accogliendo un ricorso presentato dall’Associazione di Funzionari e Avvocati per i Diritti degli Animali (Afada) per la sua liberazione, respinto precedentemente dai tribunali. La sentenza è stata accolta con entusiasmo dai militanti per i diritti degli animali, mentre altri commenti sottolineano che la logica sulla base della quale è stata presa questa sentenza potrebbe aprire la porta a dibattiti non solo giuridici ma anche filosofici.
L’habeas corpus – un istituto proveniente dal diritto anglosassone, con radici dottrinarie nella Magna Charta – serve per obbligare un’autorità pubblica a dare conto della detenzione di una persona, sancendo il diritto alla libertà individuale.
Nel caso di Sandra, i legali dell’Afada hanno sostenuto che l’orango è in realtà un “soggetto non umano”, giacché sebbene non appartenga alla specie umana mantiene legami affettivi, percepisce il tempo, impara, comunica ed è capace di trasmettere quanto ha appreso. E dunque il fatto che sia imprigionata costituisce una violazione dei suoi diritti.
La Cassazione argentina ha accettato questo, sottolineando che “in base a una interpretazione giuridica dinamica e non statica si deve riconoscere all’animale il carattere di soggetto di diritti“, mentre nella concezione tradizionale i non umani sono considerati oggetto di proprietà privata e dunque privi dei diritti riconosciuti alle persone fisiche o giuridiche.
Lo zoo di Buenos Aires – dove Sandra vive da 29 anni – ha adesso la possibilità di presentare un ricorso presso la Corte Suprema contro questa decisione, ma l’accettazione dell’esistenza di “soggetti non umani” inevitabilmente scatenerà polemiche. Lo ha riconosciuto lo stesso avvocato dell’Afada, Andres Gil Dominguez, secondo il quale “si tratta ormai di un precedente giudiziario a livello mondiale, che non solo avrà ripercussioni in questo caso ma anche in termini più generali, in materia di giurisprudenza di legislazione, ma anche di filosofia, perché pone la domanda: che cosa intendiamo di preciso quando parliamo di umanità?”
Il precedente più immediato e significativo è stata, nel 2008, la sanzione da parte di un comitato parlamentare spagnolo di una dichiarazione che riconosce agli ominidi non umani i tre diritti umani di base da cui derivano gli altri – vita, libertà e proibizione della tortura psicologica e fisica – anche qui in base al riconoscimento delle loro capacità cognitive e della loro presunta autocoscienza. Il dibattito sicuramente andrà avanti. Nel frattempo Sandra potrà lasciare probabilmente la sua gabbia nello zoo di Buenos Aires per andare a vivere in una riserva naturale in Brasile. L’orango, nato in uno zoo tedesco, appartiene alla specie dei Pongo abelii, la più rara delle due specie esistenti, proveniente dall’isola di Sumatra.