Politica

Civati-Vendola, la Sinistra che c’è già

Tanta bella gente, sabato sera, all’incontro genovese fra Pippo Civati, Nichi Vendola e Sergio Cofferati, in vista delle primarie di gennaio e poi delle regionali in Liguria di maggio. Sotto la regia implacabile di Ludo Sciarelli e la conduzione scoppiettante di Daniela Preziosi, giornalista del Manifesto, Marco Rinaldi ha raccontato la leggenda del Comandante Bisagno, i parlamentari della Rete a sinistra hanno illustrato la loro proposta di un’anagrafe dei politici, e poi c’erano loro, Pippo con i suoi tempi comici da cabarettista del Derby, e Nichi con la sua aura da incantatore di serpenti. Non ci fosse stato Cofferati, sarebbe parsa una convention del Partito dei Carini di crozziana memoria: senza Montezemolo, naturalmente, e pure senza l’apparato locale del Pd, con indubbi vantaggi dal punto di vista estetico.

Io avrei dovuto dire solo due parole, giusto per invitare tutti al dibattito pubblico organizzato da Controvento, insieme con il Secolo XIX, a Palazzo Ducale il 23 gennaio, dalle 16.30 in poi. Segnatevelo, perché gli altri giornali non ve lo diranno mai, ma si tratta di un esperimento di democrazia partecipativa quasi ignoto in Italia. Poi però il clima effervescente mi ha preso la mano e mi sono lanciato in un pistolotto sulla Sinistra possibile, uno dei mantra di Civati che, prima di conoscere lui, mi lasciavano più perplesso. Pensavo fosse solo una cattiva traduzione di “Podemos”, o del “We can” di Obama, poi lui mi ha spiegato di averlo ripreso dall’Uomo senza qualità di Musil, roba da pazzi, abbiamo persino dei politico colti…
Così, preso dall’entusiasmo, mi sono lanciato in una predica del tipo: macché possibile, la Sinistra esiste, è il milione e mezzo di lavoratori che, scioperando, ha rinunciato a una giornata di stipendio per dare una possibilità, appunto, ai tanti che altrimenti uno stipendio fisso non l’avranno mai. E qui mi sono fermato, un po’ perché la Ludo e la Daniela mi guardavano allarmate, un po’ perché temevo che, continuando così, finiva che davamo l’assalto alla Prefettura.

Insomma, liberi di non crederci, ma per un attimo la mitica Sinistra si è materializzata proprio lì, in una vecchia sala del Porto genovese, e per quell’attimo non è stata solo possibile ma visibile, palpabile, e in quell’attimo ci è sembrato, a tutti, di essere tornati a casa.