Gioventù bruciata (1955) celeberrimo film di Nicholas Ray – restaurato dalla Cineteca di Bologna e riproposto al cinema Stensen, l’omonimo istituto gesuita di Fi/Renzi – sottotitolo Rebel Without a Cause, (Ribelle senza causa) in riferimento al saggio (1944) dello psichiatra Robert Lidner, interpretato da James Dean, Jimmy per gli amici, nel suo ultimo ruolo prima del crash in cui, alla guida della sua Porsche spyder 555, morì a 24 anni a 30 giorni dall’uscita del film. Sal Mineo, il co-protagonista, venne assassinato a 37 anni e Natalie Wood, la co-protagonista, annegò a 43 anni in circostanze ancora misteriose, contribuendo a immortalare, è proprio il caso di dire, la fama di un cult movie e di film maledetto.
La sceneggiatura cucita attorno ai riti di passaggio di un branco di scapestrati 18enni a metà tra studenti & teddy boys dell’affluente provincia americana, detentori di serramanici e, da buoni figli di papà, muniti di auto da 3000cc in su, con problemi familiari legati a rapporti padre-figlia & madre-figlio e relativi complessi di Edipo e di Elettra – una madre dominante nella famiglia di Jimmy, un padre dominante in quella di Natalie. E problemi di disadattamento sociale e conseguenti dinamiche di gruppo vs individuo refrattario alle regole del branco, con relative carenze affettive di adattamento and so on.
La trama. Jimmy si invaghisce di Natalie, la donna del capobranco Buzz che lo sfida a una chicken run – ovvero riuscire a gettarsi fuori da un’auto lanciata in corsa prima che precipiti in uno strapiombo. Jimmy si rivolge al padre il quale, condizionato dalle teorie permissiviste del dottor Spock, non riesce a consigliare il figlio. E così Jimmy accetta la singolar tenzone che si conclude con la morte di Buzz. Per sfuggire alla vendetta del branco Jimmy & Natalie riparano in una villa disabitata insieme a Sal che, in perenne crisi di abbandono risalente alla sua infanzia, e soggiogato dal carisma di Jimmy, lo mitizza. Ma i gregari di Buzz, sopraggiunti nella villa, aggrediscono Sal che ferisce uno di loro e spara a un policeman . Mentre i genitori di Jimmy accorrono alla villa ormai circondata dalla police il mito, nel tentativo di calmare Sal, riesce a estrarre il caricatore dalla sua pistola. Ma i poliziotti vedendo l’irriducibile con l’arma in mano, sparano uccidendolo.
Fine dei ’60. Un branco di bon vivant di un’affluente cittadina del nord est italico, influenzati dal mito di James Dean – figli di papà, apprendisti criminaloidi e piloti automobilistici di grido – quasi tutti possessori di auto truccate, causano crash ripetitivi anche mortali a stufo e a stanco.
1966. La rivolta di Berkeley esprime una generazione di protesta che contribuirà a cambiare il corso della storia planetaria degli anni seguenti. A partire da quel momento le proteste giovanili apolitiche o prepolitiche, si politicizzeranno fino a coincidere con il primato della politica con conseguenze annesse & connesse.
1968. Nel lontanissimo ’66, al fino allora sconosciuto Istituto Superiore di Scienze Sociali di Trento il senato della Repubblica, concesse la possibilità di conferire una laurea in sociologia. Da quel momento nel capoluogo trentino cominciano a confluire studenti politicizzati e ribelli senza causa, senza arte (quella rivoluzionaria) né parte ( né di destra né di sinistra) – quasi tutti, sia i primi che i secondi, con problemi di adattamento sociale e familiare e tutti alla ricerca di accettazione e di aggregazione. E mentre i primi, cattolici & marxisti aspiranti rivoluzionari, costituiscono un gruppo solidale coalizzato, la minoranza dei solipsisti per lo più laici, si contrappone all’egemonia catto-marxista dell’unico movimento studentesco che già nel ’67 anticipò il famoso ’68.
Un’annata che vedrà la spaccatura tra gli aspiranti rivoluzionari d’origine per lo più borghese, intenzionati a distruggere l’università borghese, come dire i padri, e i ribelli che avrebbero preferito migliorarla, contribuendo alla modernizzazione di un paese stagnante. Una spaccatura ordunque, tra chi anelava a una rivoluzione politika e chi pretendeva quella psico/analitica & socio/logica, non disdegnando la frequentazione della mala locale, tanto è vero che un simpatico contrabbandiere di sigarette nonché superbo manico del volante, sarà il primo autista brigatista. Questa divaricazione del movimento determinerà l’annientamento di quella generazione di studenti e di quelle seguenti, mentre l’annichilimento continua. Mara Cagol morirà in uno scontro con le così/dette forze dell’ordine. Mauro Rostagno, leader carismatico del movimento studentesco antiautoritario trentino e non soltanto, verrà assassinato in circostanze misteriose tuttora non completamente chiarite. Per non dire di tutti coloro che, grazie alle conseguenze post sixtyeight, moriranno suicidi o ammazzati a vario titolo, alcool & droga à la carte.
I recenti fatti capitolini non dovrebbero sorprendere più di tanto, non fosse altro perché confermano la constatazione di Henry Miller che già nel ’46 vergò: “È il tempo degli assassini, non c’è da sbagliare. La politica è diventata un affare da criminali”. Anche se taluni criminali – fedeli a se stessi e di conversa leali verso gli altri, come nel caso di Antonio Mancini che su il Fatto del Lunedì ha descritto Massimo Carminati come l’esatto opposto di sé – possono dimostrarsi persino migliori di taluni politici così/detti. Ad proximis.
Collaborazione di Célina Hd