Il documento riportato da Corriere della Sera e Messaggero smentisce il prefetto Pecoraro che in commissione Antimafia aveva dichiarato di non aver dato seguito alle richieste del braccio destro di Carminati. L'obiettivo: gestire il servizio accoglienza immigrati a Castelnuovo di Porto
C’è una lettera che smentisce la ricostruzione del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro fatta davanti alla commissione Antimafia, all’indomani dello scandalo Mafia Capitale. Il prefetto aveva dichiarato di aver incontrato Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati, ma di non aver dato seguito alle sue richieste legate alla gestione dell’accoglienza immigrati a Castelnuovo di Porto, piccolo comune alle porte della capitale. Ma le cose sarebbero andate diversamente. Il Corriere della Sera e il Messaggero riportano una missiva della Prefettura di Roma con cui si dà il via libera alla stipula della convenzione con la cooperativa di Buzzi per ospitare i richiedenti asilo nei 100 appartamenti della coop Eriches 29. Il documento di sollecitazione è firmato dal dirigente Roberto Leone, e indirizzato al sindaco del paese e al questore. E’ datato 18 marzo 2014, pochi giorni dopo gli incontri – documentati dal Ros dei carabinieri – che Buzzi ha prima con Gianni Letta e poi con Pecoraro. Il contenuto della lettera è identico al progetto di cui parlano Buzzi e Carminati dopo la bocciauta del Tar. Un progetto che poi non va in porto.
Il documento è breve ma l’oggetto è chiaro: “L’afflusso di cittadini stranieri richiedenti la protezione internazionale e l’individuazione delle strutture di accoglienza”, riporta il quotidiano di via Solferino. “Si chiede se sussistano motivi ostativi alla stipula di convenzione con il soggetto sottoindicato: Eriches 29 consorzio di Cooperative sociali. La sede preposta per l’accoglienza si trova in Borgo del Grillo. Si allega la documentazione relativa alla manifestazione di disponibilità ricevuta e si resta in attesa di cortesi urgenti notizie, rappresentando che in mancanza di elementi ostili si procederà alla stipula della convenzione“. Il documento risulta protocollato in uscita – scrive ancora il Corriere – il 19 marzo. Il 20 arriva al Comune di Castelnuovo di Porto.
L’indagine del Ros ricostruisce nei dettagli cosa accade in quei giorni. Il 17 marzo Buzzi viene intercettato con Carminati. Il numero uno della coop 29 giugno racconta all’ex Nar di aver perso il ricorso al Tar contro l’affidamento della gestione del Cara di Castelnuovo di Porto a una società concorrente. Ma lascia intuire di averein mente altri progetti per ottenere la gestione di altre strutture. Poi dice: “Domani c’ho appuntamento co’ Gianni Letta”, riporta ancora il Corriere. Un incontro di cui Buzzi parla anche con Luca Odevaine, componente del Tavolo del Viminale che si occupava della gestione dei profughi, adesso in carcere con l’accusa di aver fatto parte del “mondo di mezzo” di Carminati. Si arriva al 18 marzo. Sono le 10 e 30. I militari dell’Arma immortalano Buzzi mentre entra nell’ufficio di Gianni Letta. All’uscita chiama Odevaine: “E’ andata bene, alle 6 vedo il prefetto”, racconta ancora il giornale di via Solferino. E proprio alle 17 e 45 i carabinieri del Ros annotano che Buzzi entra nella Prefettura di Roma. Esce alle 18 e 35. Nuova chiamata con Odevaine: “Col prefetto è andata molto bene, gli abbiamo parlato di questo Cara di Castelnuovo di Porto… no del Cara, gli abbiamo parlato di questo immobile che c’è e lui mi ha detto: ‘Basta che il sindaco me dice di sì io non c’ho il minimo problema, anzi la cosa è interessante, lasciatemi tutto”.
Quando scatta l’operazione Mafia capitale – ricostruiscono Messaggero e Corriere – e scoppia lo scandalo sugli appalti concessi dal Campidoglio alle coop di Buzzi, la commissione Antimafia tenta di vederci chiaro. Convoca Pecoraro, che spiega: “E’ vero ho incontrato Salvatore Buzzi, ma non sapevo nemmeno chi fosse: il problema è la facilità con cui si può arrivare alle istituzioni e l’assoluta mancanza di controllo. Buzzi è venuto da me dopo che il dottor Letta mi aveva chiamato, io l’ho ricevuto e ho detto di no alla sua proposta che consisteva nella disponibilità di cento appartamenti per gli immigrati a Castelnuovo di Porto. Gli ho spiegato che lì ho già il Cara, che gli immigrati in una città così piccola sarebbero stati troppi”. La replica di Pecoraro ai due quotidiani è secca: “E’ un tipo di missiva che abbiamo mandato a tutti i sindaci della provincia chiedendo se c’era disponibilità di posti”.