Ospite a Che tempo che fa Renzi ha annunciato il varo di soldipubblici.gov.it, il sito che in nome della trasparenza mette online le spese della Pubblica amministrazione. Dopo avere annunciato mesi fa l’iniziativa, essersi corretto alla Leopolda quando disse che in realtà le spese erano già online ma lui aveva consultato il sito e non ci aveva capito nulla, Renzi vara la nuova iniziativa che appare sin troppo simile al sito Siope.it del quale aveva già parlato ilfattoquotidiano.it. Infatti, in basso a destra di soldipubblici.gov.it, appare la scritta “in collaborazione con Banca d’Italia su dati Siope” e nella presentazione del sito si fa spesso riferimento a Siope dicendo che “Le prossime tappe del progetto riguarderanno la possibilità di effettuare direttamente il download dei dati che comunque, già oggi, possono essere liberamente scaricati attraverso la piattaforma Siope”.
I dati messi a disposizione da Bankitalia e dalla Ragioneria generale dello Stato grazie a un progetto partito addirittura nel 2006 sono dunque già disponibili, ma Renzi si intesta il lavoro e sforna una nuova “maschera”, una interfaccia differente per il sito che, come ha spiegato il premier da Fabio Fazio, permette di “accedere ai dati dei pagamenti delle Regioni, delle aziende sanitarie regionali, delle Province e dei Comuni, con cadenza mensile e aggiornamento al mese precedente”. Altre novità sono annunciate per il futuro, come ad esempio l’incrocio dei dati Siope con quelli delle fatture elettroniche dei fornitori della Pa. Ma per ora su Siope.it le interrogazioni riguardano anche i pagamenti giornalieri, un livello di dettaglio che al momento non è presente sul nuovo sito, dove, se digiti Università o ente parco, non c’è nulla, al contrario di quanto accade nell’iniziativa di Bankitalia.
Per la ricerca, Siope ha optato per un menu a tendine dove inizialmente si sceglieva l’ente (Camere di commercio, comunità montane, regioni, province, comuni e molto altro), per arrivare poi a definire in dettaglio l’oggetto della ricerca. Soldipubblici, che è appena partito e che ha quindi ampi margini di miglioramento, oltre a non offrire i dati di entrate e uscite giornaliere, possiede però una base dati inferiore. Attraverso dei grafici permette di vedere la spesa mensile riguardo una determinata voce e di confrontarla con la media nazionale, ma non ancora di mettere a confronto i dati delle varie regioni. Se poi cercate i dati sulla sanità ci mettete un po’ a capire che nel campo di ricerca bisogna scrivere “gestione sanitaria regione…”.
Sulla trasparenza non pare siano stati fatti significativi passi avanti. Se si seleziona la voce “cancelleria e materiale informatico e tecnico” per la Regione Lombardia scopriamo la spesa mensile in novembre, la percentuale sul totale dei pagamenti dell’ente (ma il dato è sbagliato probabilmente a causa di un bug), il totale della spesa per la stessa voce in novembre di tutte le regioni e la percentuale sul totale delle spese regionali. Sono utili questi dati? Totalmente assenti invece sono le spese dello Stato. Le stesse che mancano sul sito di Banca d’Italia e che per una decisione politica (i dati sono disponibili) non fanno parte di soldipubblici.gov.it. Lunga è strada verso la trasparenza.