"Lo Stato non è dunque in condizione di condannare l'incendio doloso di Bologna - dice il leader No Tav - Bisogna vedere se si tratta di un atto di protesta oppure nasce dalla volontà di qualcuno che vuole creare dei problemi"
“Il sabotaggio è una delle pratiche non violente, lo Stato non è dunque in condizione di condannare l’incendio doloso di Bologna”. A dirlo è Alberto Perino, storico leader No Tav. “Bisogna vedere se si tratta di un atto di protesta – aggiunge ai microfoni di Radio Montecarlo commentando l’incendio sulla linea dell’Alta velocità – oppure nasce dalla volontà di qualcuno che vuole creare dei problemi”.
Perino da tempo sostiene che i sabotaggi contro la Torino-Lione “sono l’unica strategia rimasta” per bloccare l’opera. Il leader No Tav lo scorso 3 marzo era stato condannato in primo grado insieme a Beppe Grillo e altri per violazione dei sigilli di un cantiere. “Se fatti in una certa ottica, senza rischio per le persone, fa parte dei metodi di lotta non violenti”, sostiene, allontanando dal movimento No Tav le accuse di illegalità. “È illegale modificare le cose per realizzare l’Alta velocità come hanno fatto a Roma. Se parlate di legalità non potete puntare il dito contro di noi – sottolinea -. La cosa che fa specie è quello che dice Renzi, secondo cui quest’opera è inutile e non andrebbe fatta, ma oramai sono stati presi degli impegni e allora la Tav va fatta: ma siamo scemi? Con tutto quello che costa e nonostante lo stato delle finanze italiane“.