Dopo le richieste di chiarimento degli uffici parlamentari sulla struttura dei 5 stelle, il leader pubblica le norme che regolano il Movimento. Tra le novità: la scelta di un ente che certifica il voto online e la possibilità per un quinto degli iscritti di chiedere una consultazione in rete
Un comitato d’appello per fare ricorso contro le espulsioni, un ente che certifica le votazioni online e la possibilità per un quinto degli iscritti di chiedere l’indizione di una consultazione in rete. E’ il nuovo regolamento M5S, pubblicato sul blog di Beppe Grillo: un cambio radicale nell’organizzazione interna e che struttura ancora di più il Movimento. Tante le novità introdotte: ad esempio la nascita di delegati territoriali (nominati) per autorizzare l’utilizzo del simbolo o la possibilità di chiedere un voto in contrasto con il parere del capo politico. L’organizzazione interna dei 5 stelle fa un passo in avanti e dà qualche risposta alle tante richieste di critici e dissidenti degli ultimi mesi. Anche se resta il potere centrale del leader 5 Stelle e i nomi tra cui eleggere i membri del comitato saranno scelti dal direttivo dell’associazione M5s (Grillo, il suo avvocato-nipote e il suo commercialista).
Piace ai fedelissimi, fa innervosire ancora di più i malpancisti. “E’ una rivoluzione copernicana”, ha commentato Luigi Di Maio, “che darà ancora maggiori garanzie agli iscritti e soprattutto più nessuna scusa ai nostri detrattori”. Polemica invece la parlamentare Silvia Benedetti: “Avrei preferito che i colleghi del direttorio ci avessero avvertito prima. Dopo anni di questioni spesso risolte col ‘taglio di una mano per il furto di una mela’, oggi si risponde ad un adempimento di legge. Mi sarebbe piaciuto che a rispondervi fossimo stati tutti, per seguire lo stesso metodo utilizzato per scegliere la legge elettorale. Spero che i nomi del comitato non siano un listino bloccato”. Critico anche il consigliere comunale di Parma Marco Bosi: “Se dicessero che il prossimo premier verrà votato tra una rosa di 5 nomi scelti da Napolitano cosa diremmo? Il comitato d’appello è così”.
Ma quello che affrontano i 5 stelle è comunque un nuovo cambiamento strutturale: dopo la nascita del direttorio di 5 parlamentari incaricati di guidare l’M5s e di assumersi responsabilità oltre Grillo e Casaleggio, ecco la tappa del regolamento. Nelle scorse ore ci sono state tre ennesime dimissioni tra i parlamentari (Vacciano, Simeoni e Iannuzzi) e ancora una volta si sono aperte le discussioni. Grillo contrattacca con un testo scritto dallo staff e concordato con i 5 membri del direttorio. “Siamo obbligati”, scrive il leader sul blog, “a depositare un testo che attesti alcune modalità operative in particolare con riferimento alla cosiddetta democrazia interna (molte già esistenti) entro il 28 dicembre 2014. Non ottemperarvi potrebbe portare a contestazioni sulla possibile partecipazione a elezioni politiche”. La richiesta di alcuni chiarimenti infatti è stata fatta dagli uffici della Camera ai 5 stelle: secondo il decreto Letta sui rimborsi elettorali, i gruppi parlamentari devono avere un regolamento preciso a prescindere dal fatto che prendano i finanziamenti o meno.
Una delle novità più consistenti (articolo 4) è quella della nascita di un comitato d’appello. Il 24 dicembre (dalle 10 alle 19) gli iscritti potranno scegliere due dei tre componenti del nuovo comitato tra una lista di cinque nomi proposti dal consiglio direttivo dell’associazione Movimento 5 stelle, composto da Grillo, suo nipote (avvocato) e il suo commercialista. Il terzo sarà nominato direttamente dallo stesso consiglio dell’associazione. Tra le funzioni del nuovo organo, i cui componenti rimangono in carica cinque anni, l’intervento in caso di espulsione: tramite mail “l’interessato può proporre ricorso” che “viene esaminato entro il mese successivo. Il Comitato d’appello ha facoltà di acquisire informazioni o chiarimenti, nel rispetto del contraddittorio. Se il Comitato d’appello ritiene sussistente la violazione contestata, conferma l’espulsione in via definitiva. Altrimenti i tre esprimono il proprio parere motivato al capo politico del Movimento 5 Stelle, che se rimane in disaccordo rimette la decisione sull’espulsione all’assemblea mediante votazione in rete di tutti gli iscritti, la quale si pronuncia in via definitiva sull’espulsione”. Il comitato d’appello (articolo 5) decide anche “sulla compatibilità con l’impostazione del programma del Movimento 5 Stelle ed i principi del ‘non statuto’ delle eventuali proposte di modifica del presente regolamento, preventivamente alla sottoposizione delle proposte all’assemblea mediante votazione in rete”.
All’articolo 1 si regolamenta il ruolo degli iscritti al Movimento 5 stelle e i loro diritti: possono partecipare alle discussioni sul blog di Grillo e “contribuire alla determinazione dell’indirizzo politico degli eletti sotto il simbolo”; partecipare alle votazioni in rete; candidarsi alle elezioni secondo le regole e le procedure. Gli iscritti invece non possono usare il simobolo M5S per iniziative o manifestazione se non sono autorizzate da Grillo o da delegati territoriali.
L’articolo 2 invece determina quando e perché si può chiedere il voto della rete: programmi politici, scelta dei candidati, modifica al regolamento, nomina dei membri del comitato d’appello, espulsioni e soprattutto qualsiasi argomento che venga sottoposto dal capo politico dell’M5s o da un quinto degli iscritti. Il voto sulle questioni regionali o locali è limitato agli iscritti residenti in un determinato territorio: entro 10 giorni dalla consultazioni in rete Grillo o un quinto degli iscritti possono chiedere la ratifica dell’assemblea nazionale. “Il voto”, si legge nel regolamento, “è valido indipendentemente dal numero dei votanti”. A meno che non si sia chiamati ad esprimersi per la modifica del regolamento o del programma: in questi casi serve la partecipazione di almeno un terzo dell’assemblea. E’ possibile chiedere un voto su un punto sui cui il comitato ha espresso parere negativo, ma serve la maggioranza dei 2/3 dell’assemblea. “Le decisioni sono vincolanti per gli eletti e per il capo politico”.
L‘articolo 3 si concentra sui voti online ovvero “la convocazione dell’assemblea M5s”. Questa è indetta con una email di avviso 24 ore prima della consultazione in cui si spiegano i punti che saranno posti in discussione. Il risultato viene pubblicato sul sito “entro il giorno successivo al termine del voto”. Ma soprattutto: “La regolarità di funzionamento del sistema sarà verificata e certificata da un organismo tecnico indipendente, nominato con cadenza triennale dal consiglio direttivo dell’associazione”.