Il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone ha notificato l’avvio del procedimento per la richiesta di commissariamento di due appalti affidati da Ama al Consorzio Nazionale Servizi (sede a Bologna) e alla Cooperativa Edera (sede a Roma). Sono i primi due appalti commissariati relativi all’inchiesta Mafia Capitale. L’avvio del procedimento da parte del presidente dell’Anticorruzione è scattato ieri. L’iter segue la procedura prevista dall’articolo 32 del decreto legge 90 che ha affidato più ampi poteri all’Authority. Le due aziende hanno ora 15 giorni di tempo per presentare un’eventuale memoria. Successivamente Cantone chiederà al prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, di emettere i relativi decreti di commissariamento.
Giornata difficile, quella di ieri, per il prefetto: “Oggi sono state scritte inesattezze se non addirittura articoli di stampa al limite della diffamazione. A Buzzi dissi no. Voglio difendere l’operato dell’ufficio immigrazione della prefettura”, ha detto Pecoraro, in una conferenza stampa convocata per replicare ad alcuni articoli di stampa che lo tirano in ballo pubblicando una lettera con un “via libera ad una convenzione con la cooperativa Buzzi per l’arrivo dei profughi a Castelnuovo di Porto“. La missiva era stata pubblicata dal Corriere della Sera e dal Messaggero. “La prefettura di Roma – si legge in uno degli articoli – diede il via libera alla stipula di una convenzione con la cooperativa di Salvatore Buzzi per la gestione dell’emergenza legata all’arrivo dei profughi a Castelnuovo di Porto, paesino alle porte della capitale. Un documento datato 18 marzo 2014 – allegato agli atti dell’inchiesta sull’organizzazione mafiosa guidata, secondo i magistrati, dallo stesso Buzzi e dall’ex estremista dei Nar Massimo Carminati – sembra smentire la versione ufficiale fornita dal prefetto Giuseppe Pecoraro che aveva detto subito, e poi ribadito di fronte alla commissione parlamentare Antimafia, di aver rifiutato la proposta di Buzzi”. Secondo i due quotidiani “dimostra che subito dopo l’incontro avvenuto a Palazzo Valentini fu avviata la procedura per inviare i migranti nella struttura di accoglienza situata a Borgo del Grillo”.
Perché, allora, Il prefetto aveva incontrato Salvatore Buzzi, come raccontato in diverse intercettazioni dall’ex ras delle cooperative? “A marzo Buzzi non sapevo neanche chi fosse. L’ho ricevuto sulla base del rispetto che ho per la persona che me l’ha mandato”, ha spiegato il prefetto, facendo riferimento “all’ex sottosegretario Gianni Letta“. “A Buzzi avevo già anticipato che, essendoci già il Cara, Castelnuovo di Porto non era in grado di ricevere altri migranti. Il mio no era assolutamente motivato, non c’era nulla che potesse farmi cambiare idea”. “Il dottor Letta l’ho sentito immediatamente dopo (l’incontro con Buzzi, ndr)”, continua il prefetto Pecoraro. “Letta poi non mi richiamò più, come magari si aspettava Buzzi – sottolinea Pecoraro – né il sindaco di Castelnuovo ha mai fatto pressioni su di me. Penso che le parole di Buzzi (che nell’intercettazione dice “col prefetto è andata molto bene”) siano dovute al fatto che pensava che il dottor Letta sarebbe intervenuto nuovamente”.
Oggi il Movimento 5 Stelle ha puntato il dito contro l’ex sottosegretario. “A questo punto è fondamentale che Gianni Letta risponda sui suoi rapporti con Buzzi – attaccano i membri M5S della commissione Antimafia e i deputati e consiglieri comunali M5S di Roma – non ci sorprende che anche in questa vicenda compaia Gianni Letta, sempre presente negli ambiti che mischiano politica e affari: cosa lo lega a Buzzi, perché lo presenta a suo nome al prefetto Pecoraro, quali interessi si celano? Occorrono risposte, subito”. “Il 18 marzo 2014 ho ricevuto Buzzi che non conoscevo (non l’avevo mai visto prima, e non l’ho più visto dopo) – risponde Letta in una nota – perché chiedeva di parlarmi di un ‘problema della cooperativa’. Solo nel corso del colloquio ho saputo che il problema era relativo al Centro di Accoglienza di Castelnuovo di Porto. Ho chiesto allora al Prefetto di Roma la cortesia di riceverlo per verificare l’utilità, la praticabilità e la legittimità della proposta. Il Prefetto l’ha fatto con l’abituale cortesia, ma anche con il consueto rigore istituzionale, e ha subito chiarito all’interessato che non c’era niente da fare. La storia finisce qua. Del resto, lo sa bene lo stesso Buzzi, se è vero che nelle intercettazioni pubblicate dai giornali si può leggere anche una esclamazione come questa: ‘Un appuntamento con Gianni Letta, e quando me ricapita’”.