“Sono imbestialita col mondo intero. Tanto il mio figliolo non me lo ridà nessuno”. Così la mamma di Emanuele Santarcangelo, 43enne scomparso tre giorni fa, esprime un dolore che si unisce, in queste ore, all’acceso dibattito sull’inquinamento elettromagnetico di Viareggio. Lo fa dalla palazzina al centro delle polemiche – la più vicina alla sottostazione elettrica di Via Matteotti – nella quale si contano, secondo il comitato nato dagli abitanti della zona, 12 decessi per tumore. “Un sito inquinato – spiega Daniele Cinquini del comitato – da due tralicci, una sottostazione elettrica, un ripetitore delle ferrovie. E adesso anche il ripetitore Vodafone”. Le analisi dell’Arpat non ravvisano valori fuori norma, ma Cinquini annuncia una verifica autonoma dei dati, e racconta che gli addetti Arpat dicevano agli inquilini della palazzina: “Non posso scriverlo, ma io qui non ci starei”. Nella preoccupazione generale, qualche famiglia ha già cambiato casa. Mentre chi resta, spiega: “La notte non si dorme a causa del continuo rumore” di Max Brod
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