Perde una causa bizzarra e chiede ai suoi clienti “onorari non dovuti”. Il protagonista della vicenda è l’avvocato Giacinto Canzona – già noto per la storia inventata sulla donna incinta che perse il figlio durante il naufragio della Concordia – che nel 2011 ha pubblicizzato su vari media la possibilità di ottenere guadagni facendo causa alle banche che detenevano vecchi libretti di risparmio al portatore, cosiddetti “dormienti“, perché dimenticati. Ha fatto credere che si sarebbero potute ottenere grosse somme di denaro grazie alla rivalutazione degli interessi di parecchi anni. Parliamo di libretti risalenti alla prima metà del Novecento. Credendo a questa pubblicità, a volte indiretta perché sotto forma di articolo di giornale, centinaia di persone hanno aderito all’azione legale, attratte anche dalle spese irrisorie (100-150 euro diceva l’avvocato), e il 10% di quanto ottenuto in caso di vittoria. Ma la causa contro Ministero delle Finanze, Banca d’Italia e Poste Italiane Spa nel 2013 (sentenza n. 14787/2013 del Tribunale Civile di Roma) è andata persa con condanna al pagamento delle spese degli oltre 900 ricorrenti per un totale di 27.800 euro.
Ora Canzona sta notificando a tappeto atti di citazione per onorari pari a oltre 3mila euro ciascuno per l’attività svolta nella causa perduta. A Federconsumatori Mantova – secondo cui gli onorari a Canzona non sono dovuti e che per prima ha affrontato il caso e che per questa è stata delegata a seguirlo dal direttivo nazionale – stanno arrivando centinaia di queste segnalazioni e proprio lo scorso 11 dicembre sono stati raccolti 40 mandati per procedere contro Canzona. Inoltre, sempre l’associazione che difende i consumatori, ha fatto un esposto all’ordine degli avvocati per chiedere di prendere provvedimenti contro la condotta professionale dell’avvocato, “al limite del lecito” dicono da Federconsumatori. Il 3 dicembre scorso, è stata anche presentata un’interrogazione parlamentare sul caso dagli onorevoli Pd Pagliari, e Cucca, Amati, Cuomo, Fattorini, Puppato, Scalia e Sollo.
Dopo il primo atto di citazione con la richiesta dei circa 3.500 euro, i legali di Canzona hanno comunicato agli stessi clienti la possibilità di chiudere il tutto con una transazione di 1500 euro, senza bisogno di recarsi davanti al Giudice di Pace. Ma non è finita qui. Ai malcapitati clienti dell’avvocato, nel frattempo, è anche arrivata una lettera da Equitalia Giustizia nella quale si chiede il pagamento di 900 euro di sanzione per il mancato pagamento del contributo unificato di 450 euro, evidentemente non versato dall’avvocato Canzona al momento del deposito dell’atto di intervento in Tribunale. “Stiamo ricevendo centinaia di segnalazioni da tutta Italia – spiega l’avvocato Iacopo Rebecchi di Federconsumatori – di persone che hanno ricevuto l’atto di citazione e la lettera di Equitalia. Persone spaventate, passate dalla prospettiva di facili guadagni a quella di dover sborsare quasi 4500 euro. Da parte nostra assumeremo la difesa delle parti citate in giudizio da Canzona, valuteremo se vi sono illeciti e andremo a Equitalia e al Ministero di Giustizia a illustrare la complicata questione. Il pericolo più concreto per chi ha creduto alla possibilità di guadagnare soldi recuperando i crediti dei libretti di risparmio ‘dormienti’ è quello di dover pagare la multa per il mancato versamento, da parte di Canzona, del contributo unificato”.
Per quanto riguarda l’atto di citazione inviato dai legali di Canzona per farsi pagare il proprio onorario, non è escluso che si tratti di un bluff per cercare di spillare soldi a gente spaventata dall’atto giudiziario e disposta ad accettare la transazione di 1500 euro prima di arrivare davanti al Giudice di Pace. Federconsumatori aveva avvertito subito dell’inconsistenza della causa, ma nonostante ciò in molti ci sono cascati e hanno aderito inviando una delega on line all’avvocato Canzona. “A parte la pubblicità ingannevole – spiega il direttivo di Federconsumatori in una nota – nella quale si prospettava anche una class action mai partita, la temerarietà della lite intentata, le modalità di procacciamento della clientela, l’inidoneità della comparsa di intervento a ottenere una condanna a favore dei mandanti, poiché tutti gli interventi sono stati dichiarati inammissibili, la condotta dell’avvocato Canzona, che notifica a tappeto atti di citazione per onorari a lui non dovuti, appare superare il limite del lecito e della deontologia professionale”. Canzona non è nuovo a “bufale” di questo tipo. Su tutte va ricordata la storia inventata della coppia in viaggio sulla Costa Concordia. Lei incinta di cinque mesi perde il bimbo dopo il naufragio della nave e Canzona fa causa alla Costa. Ma la coppia, si scoprirà, su quella nave non è mai salita.