AulaEcco. 13 settimane dall’inizio del corso; e presto, molto presto, il primo scritto d’esame. 13 settimane fa la grande maggioranza dei 158 studenti del mio corso di Geometria e Algebra non sapeva nemmeno cosa fossero le matrici, ora – almeno spero – le sanno manipolare in tutti i modi. In 13 settimane abbiamo dovuto mettere insieme un modo di capirci; in 13 settimane ho dovuto non solo trasferire a loro una grande quantità d’informazioni (guardo il mio registro e quasi mi spavento; figuriamoci loro!) ma anche cambiare almeno un pochino il loro modo di pensare; e naturalmente in qualche modo impercettibile sarò cambiato anch’io.

Una delle difficoltà maggiori del mio corso è la sua astrazione piuttosto spinta: occorre parlare di cose che non si sa cosa siano; letteralmente. Questo irrita molto i miei studenti; li capisco benissimo! Eppure pian piano riesco a convincerne almeno alcuni dell’enorme vantaggio di quell’astrazione; anche se siamo a Ingegneria, molti di loro si rendono conto della potenza di un ragionamento che vale non solo in un ambiente, ma in due, tre, mille, infiniti ambienti diversi. Un corso come il mio è poi ideale per scovare e cercar di sanare certi vizi di pensiero (cari colleghi, provate a chiedere in classe “è vero o falso che sia 3 ≤ 5?”). Fra qualche anno parecchi di questi studenti si ricorderanno di aver imparato da me cos’è un autovalore; probabilmente – ed è giusto così – non si ricorderanno di aver imparato proprio in questi mesi a non rovesciare un’implicazione.

Invidio un po’ i miei colleghi della scuola preuniversitaria, che hanno più tempo e un contatto ravvicinato (lo so, loro mi possono invidiare per n altri motivi…). Dev’essere meraviglioso seguire la crescita individuale di giovani menti. Io posso percepire qualcosa solo a ricevimento studenti. Quei professori universitari che non svolgono il proprio dovere di un ricevimento settimanale perdono molto. Uno studente che entra impacciato, presenta un problema, ascolta la spiegazione e ti dice “no, prof, questo proprio non lo capisco” e poi, dopo che hai cercato esempi, ricostruito ragionamenti, esaminato errori all’improvviso spalanca gli occhi e ha capito e te lo dimostra … beh è un regalo inestimabile.

Fra un po’ li esaminerò e al momento della registrazione del voto conoscerò anche i loro nomi, finalmente. Avrò soddisfazioni (a Ingegneria ci sono menti brillantissime) e manderò giù qualche delusione, soprattutto ritrovando errori tipici che non riesco a debellare né parlandone a lezione né segnalandoli nel mio Angolo del Pollo. Comunque ho già nostalgia: per quanto in gran parte unidirezionale, il rapporto creato in queste 13 settimane è stato intenso e bello, almeno per me.

Raccomando alle matricole, mie e altrui, di dosare bene i prossimi giorni di vacanza. Toccherà studiare, è chiaro, anzi bisognerà studiare tanto; ma bisogna riservarsi anche qualche giorno di “stacco”, da usare come si vuole ma lontano dai libri. In bocca al lupo e buone vacanze!

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

L’università fra riconoscimento del merito e futuro

next
Articolo Successivo

Scuola: elogio del tema

next