Una temporale improvviso, con vento violento, pioggia, neve e mare grosso. Al momento sembrano essere queste le cause principali dello scontro avvenuto questa mattina alle 8 e 40 a tre miglia dal porto di Ravenna tra il cargo turco Gokbel, affondato e proveniente da Salerno, e la nave mercantile Lady Aziza di bandiera Belize diretta a Porto Nogaro. Nell’incidente sono morti due membri dell’equipaggio della nave turca, mentre quattro risultano al momento dispersi e cinque sono stati portati in salvo.

“La nave turca Gokbel era carica di merci rinfuse ed era in navigazione in attesa di entrare nel porto, stava facendo manovra per allinearsi all’imboccatura; mentre quella in uscita del Belize aveva scaricato concime”, ha spiegato il comandante in II della Capitaneria di Porto di Ravenna, Giuseppe Romano. “Si è verificata la tempesta perfetta – ha rimarcato il comandante della Capitaneria di Porto di Ravenna, Giuseppe Meli – le condizioni erano proibitive e questo è un dato oggettivo. Sulla collisione invece è tutto da vedere e da studiare”.

Le due navi mercantili, capaci di trasportare dalle 5000 alle 6000 tonnellate di peso, navigavano a una velocità tra i 4 e i 5 metri, dunque si sono scontrate in condizioni di visibilità scarsissima, 20 – 30 metri e smockingwater, e manovravano attraverso i radar. “I radar – ha aggiunto Romano – sono dei validi ausili che però possono errare. Il radar infatti fornisce una visione della situazione sullo schermo, che però potrebbe essere disturbato dalle situazioni meteorologiche”.

Sono ancora tutte da stabilire le dinamiche dello scontro, l’ipotesi del Comandante in seconda è che il cargo turco sia stato colpito all’altezza della sala macchina, andando a picco in pochissimi minuti, mentre l’imbarcazione di bandiera Belize sia stata colpita alla prua. Quest’ultima non ha subito danni ingenti e, in seguito, è riuscita a rientrata in porto.

L’equipaggio della Gokbel era composto da 11 membri, tutti di origine turca e di età compresa tra i 21 e i 58 anni. Il comandante risulta tra i quattro dispersi, mentre, tra i cinque marinai ricoverati all’ospedale di Ravenna, due potrebbero essere dimessi a breve e tre presentano problemi respiratori, ipotermia e qualche frattura, ma non sono in pericolo di vita. Sul cargo Lady Aziza, invece, viaggiavano marinai di origine siriana.

Al momento non ci sono fuoriuscite di combustibile dal cargo turco, ma è già stato allertato il rimorchiatore Secomar 4, dotato di mezzi anti inquinamento e posizionato nel porto di Ravenna nell’ambito della convenzione tra il ministero dell’Ambiente e il Consorzio nazionale Castalia per la tutela delle acque italiane.

Il porto di Ravenna è uno tra i primi in Italia per movimento di navi, con un traffico di circa 4000 navi all’anno, condizioni che – assicura Romano – dettano una linea molto severa in materia di sicurezza. “A Ravenna – sottolinea il comandante in seconda – non è mai successa una cosa del genere che io possa ricordare. Abbiamo un’attenzione di altissimo livello, con una sala operativa 24 ore al giorno e un corpo piloti che assiste in maniera eccellente le navi e si fa garante della sicurezza”.

Nelle prossime ore la Capitaneria di porto di Ravenna e la Guardia Costiera saranno impegnate nella raccolta di dati meteo, come la forza del vento e del mare, e di tutti gli elementi utili ad accertare le cause dello scontro, comprese le scatole nere delle imbarcazioni. La notte ha ora inghiottito il porto, impedendo alle ricerche di proseguire, ma dalla Capitaneria assicurano che le operazioni riprenderanno alle prime luci dell’alba. “Speriamo che i naufraghi si siano imbarcati su una scialuppa di salvataggio o su un auto gonfiabile, in quel caso riusciremmo a salvarli – ha concluso il colonnello Meli – Le condizioni del mare spingono verso sud e le ricerche si concentrano ora tra Cervia e Cesenatico, l’aiuto degli elicotteri è prezioso”.

“Ringrazio il comandante Meli e tutte le persone che sono scese oggi in mare in queste condizioni drammatiche – ha dichiarato il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci – Oggi tutte le forze di sicurezza e del porto hanno profuso il loro impegno andando incontro a rischi grandissimi”.

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