L’aereo AirAsia scomparso dai radar nella mattina di domenica 28 dicembre “è in fondo al mare”: questo quanto affermato da Bambang Soelistyo, capo dell’agenzia nazionale indonesiana di ricerca e soccorso. “Tenendo conto delle informazionI in nostro possesso e della stima secondo la quale il luogo dello schianto sarebbe il mare – ha aggiunto Soelistyo in conferenza stampa – è probabile che l’aereo si trovi proprio sul fondo del mare. Si tratta di un’ipotesi preliminare che potrà avere sviluppi con le valutazioni dei risultati delle ricerche”.
Tre ore circa, questo il tempo che rimane ai mezzi impiegati nelle operazioni di individuazione del velivolo prima che cali di nuovo la notte, costringendoli a rientrare. L’area sulla quale si stanno effettuando le ricerche è stata estesa a sette settori di mare, che vanno ad aggiungersi ai quattro perlustrati nella giornata di domenica. Le autorità di Jakarta stanno contribuendo alle operazioni con cinque aerei, 14 navi, decine di barche e due elicotteri. Altri mezzi sono stati messi a disposizione da Singapore, la Malaysia e l’Australia. Offerte d’aiuto sono arrivate anche da Cina, Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia: è francese il copilota dell’aereo della compagnia low cost.
Il volo QZ8501 aveva lasciato l’aeroporto internazionale Juanda di Surabaya, sull’isola indonesiana di Giava, alle 5:20 ora locale (le 23:20 in Italia) e doveva atterrare all’aeroporto Changi di Singapore alle 8:30 locali (le 2:30 italiane). Il pilota aveva chiesto di cambiare rotta a causa del maltempo: secondo le dichiarazioni di Ignatius Bambang Tiahjono, presidente dell’Airnav, l’aereo AirAsia è sparito dai radar mentre era in fase di ascesa, 40 minuti dopo il decollo, nel tentativo di evitare una nuvola minacciosa, in un tratto sopra l’oceano tra Borneo e Sumatra. La scomparsa sarebbe avvenuta 6 minuti dopo l’ultima comunicazione col pilota.
Al momento tra le ipotesi sulla scomparsa del volo QZ8501 la più accreditata resta quella del maltempo. Secondo la lista delle nazionalità pubblicata dalla compagnia aerea sulla propria pagina Facebook a bordo dell’aereo AirAsia non risultano italiani: i 155 passeggeri – tra cui 16 bambini e un neonato – e i sette membri dell’equipaggio erano quasi tutti indonesiani, a parte tre sudcoreani, un britannico, un francese (il co-pilota), un singaporeano e un malese. I familiari e degli amici delle 162 persone a bordo del volo QZ8501 si in una saletta dello scalo di Changi a Singapore, in attesa di notizie.
La scomparsa del volo AirAsia QZ8501 segna un altro capitolo in quello che è stato un anno disastroso per il trasporto malese: nei due incidenti dell’8 marzo (volo MH370 Kuala Lumpur – Pechino sparito senza mai essere ritrovato) e del 17 luglio (aereo partito da Amsterdam con destinazione Kuala Lumpur e precipitato nell’Ucraina orientale) la Malaysia Airlines ha perso due jet con un totale di 537 persone tra passeggeri ed equipaggio ed è stata aspramente criticata per la gestione delle sue comunicazioni durante l’emergenza.