Un’amica in crisi col marito è andata dallo psicologo. Mi ha raccontato che le ha fatto subito due domande: quale era l’ultimo libro letto e se col coniuge si baciava ancora. La seconda risposta è stata: “Ci diamo baci affettuosi”. Il medico intendeva “alla francese” e lei ha risposto: “No, da anni non è più così”.
Io elogio la lentezza, perché è il gancio del desiderio. Una volta accadeva al cinema. O durante i balli lenti che rilancerei volentieri. Sentivi il respiro, la pelle, il profumo, le mani sudate. Ci si abbracciava. Lui appoggiava le sue labbra al collo, risalivano al lobo dell’orecchio, percorrevano la linea della guancia che finiva al lato della bocca.
La penombra e in sottofondo Nat King Cole, Steve Wonder o Billy Joel. C’era chi chiudeva gli occhi. Chi no. L’uomo spesso guarda, mentre bacia. (Vi è venuta una carie? Bene, continuo).
Poi i baci passionali, magari in macchina prima di accomiatarsi. Col rossetto sbavato ovunque ma chissenefregava. Alle donne piace l’uomo che le appoggia la mano sulla faccia, carezza lieve o più dominatrice, e le dita tra i capelli, come un pettine, o sulla nuca come per raccogliere e trattenere un frutto prezioso.
Il Kamasutra dedica un intero capitolo a proposito di baci, con un elenco di ben 14 tipologie. Noi ne conosciamo sì e no tre.
Ma torniamo alla locandina sul come limonare (dal sito del Vocabolario Treccani: limonare v. intr. [voce di origine settentr., forse allusiva al movimento della mano nello spremere un limone] (io limóno, ecc.; aus. avere), region. – Amoreggiare, scambiandosi baci e carezze più o meno intime).
Termina con la pubblicità di un chewing gum che disinfetta la cavità orale. Applausi a chi stilò questa lezione che si conclude con un successo assicurato di vendite. Per San Silvestro, vi auguro di baciare con vitalità, concentrazione ed erotismo: le labbra e la lingua sono il barometro dell’amore.
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