Il colosso russo del gas e del petrolio restituirà al Cane a sei zampe tutto il capitale investito finora, pari a circa 300 milioni, più gli interessi. E dovrà ricomprare anche le quote della tedesca Wintershall Holding e della francese Edf. Ancora da capire quanto incasserà a titolo di penali Saipem, che per il progetto ha vinto commesse per un valore di 2,4 miliardi
Dopo lo stop al progetto South Stream, ufficializzato all’inizio di dicembre dal presidente Vladimir Putin, Gazprom si prepara a liquidare i soci del consorzio che avrebbe dovuto costruire il gasdotto tra Russia ed Europa. Tra cui Eni, che ha il 20% South Stream Transport Bv, società creata ad hoc per realizzare l’infrastruttura. Secondo quanto riporta l’agenzia Radiocor il colosso statale russo, a sua volta socio con il 50%, restituirà al Cane a sei zampe tutto il capitale investito finora, pari a circa 300 milioni, più gli interessi. E dovrà ricomprare anche le quote del 15% ciascuna detenute dalla tedesca Wintershall Holding e dalla francese Edf. In serata l’agenzia russa Itartass ha confermato che l’accordo con i soci di minoranza è stato firmato, senza dare però dettagli sul prezzo concordato. E resta anche da chiarire a quanti soldi avrà diritto, a titolo di penale, Saipem: la società controllata al 43% da Eni aveva vinto commesse per un valore di circa 2,4 miliardi di euro per la costruzione del South Stream e ora i contratti devono essere sciolti.
Itartass ricorda che Putin ha incolpato del naufragio del progetto l’atteggiamento della Commissione europea, che oltre ad imporre sanzioni a Mosca come ritorsione per la crisi in Ucraina ha indotto la Bulgaria a bloccare le autorizzazioni per il gasdotto, che avrebbe dovuto attraversare il Paese per snodarsi poi lungo la penisola balcanica e fino al confine tra Austria e Italia. Al posto del South Stream, Mosca intende ora costruire un hub del gas lungo la frontiera tra Grecia e Turchia. Ma il nuovo progetto dovrà fare i conti con la grave crisi finanziaria del Paese, che stando alle previsioni della Banca centrale l’anno prossimo scivolerà in recessione e in queste settimane sta lottando per sostenere le quotazioni del rublo.
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