Il contesto spesso aiuta a farsi le giuste domande
Ho conosciuto Sabina Guzzanti a inizio novembre. Il suo film “La Trattativa” era uscito in 150 sale il 2 ottobre scorso, ma dopo 10 giorni era rimasto soltanto in 20 sale. “La Trattativa fa flop” titolavano diversi giornali. L’adagio ricorrente? “Il film non ha pubblico, il tema non interessa. E il cinema, in questo senso, non risparmia nessuno”. Tuttavia, due fatti mi colpirono:
– l’assenza di dibattito sul film da parte di tv e giornali a ridosso della sua uscita nelle sale, salvo un paio di eccezioni con “Servizio Pubblico” e “In ½ ora”. Perché questo disinteresse? Il tema della Trattativa fra Stato e Mafia era invece in prima pagina su tutti i giornali per la testimonianza di Napolitano al processo sulla stessa Trattativa;
– il rifiuto del Ministero dei Beni culturali di finanziare il film, lo stesso che ha recentemente stanziato 200.000 euro per il nuovo film “Non c’è due senza te” che vede protagonista Belen Rodriguez. Perché il Ministero ha ignorato il fatto che vi potessero essere centinaia di scuole – e così nei fatti è stato – interessate a proiettare nelle classi un film che “ha il merito di raccontare per la prima volta quel che accadde e continua ad accadere in Italia fra Stato e mafia”?
L’ultima parola non spetta a coloro che siedono al potere, ma a noi cittadini
Il 14 novembre il Movimento 5 Stelle proietta il film a Roma alla Camera dei Deputati di fronte a circa 150 cittadini accreditati all’evento. Invitati – ma assenti – Napolitano, Violante e Mancino. Il film riscuote un forte successo. Molti chiedono di far tornare il film nelle sale, ma nessuno sa come. La distribuzione non vuole più investirci. Soldi da usare in pubblicità non ce ne sono più. Chiunque sentenzia che ormai il film è finito: “Non esiste una seconda possibilità per lo stesso film nel mondo del cinema”. Ma se c’è una cosa che ho imparato nel Movimento 5 Stelle è che l’ultima parola non spetta a coloro che siedono al potere, ma a noi cittadini. Lo dimostra Sabrina De Carlo che per venire a vedere il film a Roma si è fatta 700 km di viaggio e non era l’unica: quei 150 cittadini non provenivano soltanto da Roma, ma da tutta Italia.
Facebook per coinvolgere, Google per coordinare, email diretta per tornare al cinema. #LaTrattativaContinua
Proprio di fronte all’idea che esistesse ancora un’ultima speranza, su sua richiesta, ho suggerito a Sabina di prendere possesso della sua pagina pubblica su Facebook – fino ad allora mai utilizzata da lei personalmente – per trovare un modo facile per comunicare e interagire con i propri sostenitori. Siccome i post pubblicati dalle pagine pubbliche vengono visti soltanto da una parte dei fan – variabile in base al coinvolgimento degli utenti – le ho consigliato anche di creare un gruppo Facebook con il nome della sua nuova iniziativa per riportare il film nelle sale: #LaTrattativaContinua. In questo modo sarebbe stato più facile avere un’idea del reale interesse delle persone verso questa specifica iniziativa, a prescindere dai fan accumulati negli anni sulla sua pagina pubblica.
In poche ore il gruppo riceve centinaia di commenti di supporto e decidiamo così di creare un breve questionario tramite Moduli Google per coordinare tutto questo entusiasmo e contattare direttamente le persone interessate alla proiezione del film nella propria città. Nel questionario i cittadini hanno così potuto inserire fino a 3 città dove erano disposti ad andare per vedere “La Trattativa” lasciando la propria email per essere contattati non appena si fosse trovato, per ogni città, un pubblico e – successivamente – un cinema per la proiezione.
La sfida più difficile non è trovare il pubblico, ma i cinema
A differenza di quanto riportato dalla stampa di regime, il problema principale non è trovare il pubblico, ma i cinema disposti a proiettare il film. Eh sì, perché il potere nel mondo del cinema italiano è – direttamente e indirettamente – nelle mani degli stessi politici che avrebbero molto da perdere se un film come “La Trattativa” venisse divulgato. Abbiamo ricevuto ad oggi richieste da parte di oltre 20.000 singoli cittadini e da centinaia di scuole: trovare il pubblico è stata una sfida che si è rivelata ben più semplice di quanto si potesse credere. Il reale problema è semmai stato trovare le sale, una questione tuttora problematica, soprattutto in alcune città come testimonia questo video.
#LaTrattativaContinua: un risultato storico frutto dell’impegno di cittadini informati
Ma veniamo a qualche risultato: in poche settimane dal “grande flop”, il film è già tornato in 50 sale in tutta Italia ed è in programma in altre 15. A volte per un giorno solo, a volte per intere settimane (4 al Cinema Aquila a Roma). Un film che torna nelle sale è un evento senza precedenti nella storia del cinema italiano. Ben 15.000 persone hanno così potuto vedere “La Trattativa” grazie agli sforzi dei parlamentari e degli attivisti del Movimento 5 Stelle, delle associazioni come Libera e le Agende Rosse, degli spazi occupati come Macao, dei singoli cittadini non organizzati, degli insegnanti e degli studenti. Un sincero grazie va anche a Marco Travaglio per aver condiviso l’iniziativa e ad Alice Casalini che legge e risponde alle centinaia di email inoltrate allo staff di Sabina (siate pazienti se ogni tanto le risposte non sono immediate!).
La battaglia non è finita e continua nelle prossime settimane, ma volevo ringraziare con questo articolo ogni singola persona che si è impegnata sino ad oggi in una campagna che per molti sembrava persa in partenza. Abbiamo già raggiunto un risultato storico – “un film nel film” come dice Sabina – che dimostra la tesi iniziale: l’ultima parola non spetta mai al potere, ma a noi cittadini e alla nostra capacità di coinvolgere e informare altre persone. Condividendo le modalità che ci hanno permesso di raggiungere questi risultati spero che altri possano vincere le proprie sfide, piccole o grandi che siano, contro il sistema politico-mafioso che ha contraddistinto gli ultimi vent’anni dell’Italia.
Avere più italiani informati vorrebbe dire meno voti alla mafia e alla corruzione, meno possibilità di avere mafiosi e corrotti pronti ad aumentarci le tasse per favorire il gioco d’azzardo e ad impedire ai magistrati di utilizzare le intercettazioni dei parlamentari indagati per corruzione. Ce lo ricorda anche il 14enne Marco Colarossi: se ogni italiano riuscisse a vedere “La Trattativa” probabilmente i protagonisti della Trattativa Stato-Mafia non sarebbero ai vertici delle nostre istituzioni. L’Italia e le generazioni future hanno bisogno del nostro impegno quotidiano. Siamo già in ritardo, ma se vogliamo #LaTrattativaContinua al cinema e la togliamo dallo Stato.
Vi lascio con un augurio di speranza per il nuovo anno: siate il cambiamento che volete vedere avvenire nel mondo e vedrete che sarà possibile avere italiani informati. La crisi economica ha disilluso molte persone rispetto alle false promesse non mantenute, ma tantissimi hanno risposto con l’astensione ad occhi chiusi. Questa storia è un punto di partenza per far aprire gli occhi agli italiani e far capire loro che il futuro dell’Italia dipende dal potere più grande contro la mafia e la corruzione: l’essere informati.
Su Twitter: @GherardoLiguori
Aggiornamento del 5 febbraio 2015:
#LaTrattativa è già tornato in 114 sale in tutta Italia ed è in programma in altre ancora.