Il Norman Atlantic è attraccato al porto di Brindisi. Tra i primi a scendere dal rimorchiatore Marietta Barretta sono stati gli 8 vigili del fuoco che da una settimana si trovavano a largo delle acque albanesi, impegnati nelle operazioni di salvataggio. Strette di mano e abbracci con colleghi e familiari, ma poi i pompieri sono stati portati in ospedale, stremati per i giorni passati in mezzo al mare. “Dentro la nave c’è un’aria lugubre“, racconta uno degli operai che si sono occupati delle operazioni di salvataggio. Molti soccorritori hanno raccontato che la sensazione è che a bordo ci sia “più di qualche morto“. Intanto, la procura di Bari ha formalizzato l’iscrizione nel registro degli indagati di altre quattro persone, oltre al comandante e all’armatore: si tratta di due membri dell’equipaggio e di due rappresentanti della ditta greca noleggiatrice, la Anek Line. In Puglia stanno arrivando, dalla Grecia, 8 famiglie di passeggeri dispersi.
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Brindisi, l’arrivo del relitto del Norman Atlantic
Procuratore Volpe: “Massimo 15 dispersi”. “La più ottimistica delle previsioni è di una decina di dispersi. Il numero comunque non supera le 10-15 unità“. Lo ha detto il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, durante un incontro con i giornalisti. “I numeri ufficiali sui dispersi – ha aggiunto – si potranno sapere quando la Grecia si deciderà a darci una lista d’imbarco attendibile, perché la Grecia ha tempi molto molto lunghi”. Calcolando le 499 persone imbarcate, compresi i 18 overbooking e i tre clandestini, il procuratore dice che, togliendo i 477 salvati e gli 11 deceduti, rimangono circa 11 persone disperse. Numeri che, però, non possono essere considerati una certezza proprio a causa degli errori sulla lista passeggeri. Volpe aggiunge che, nel caso in cui emergessero nuove responsabilità, altre persone potrebbero essere iscritte nel registro degli indagati. “I dettagli devono essere accertati, ma le ipotesi – ha spiegato Volpe – al momento sono quelle di inosservanza degli obblighi che gravavano sull’equipaggio”. Gli accertamenti, però, riguardano anche l’assistenza ai passeggeri da parte dell’equipaggio: “Oltre alle responsabilità eventuali del comandante per la cattiva gestione dei soccorsi – ha detto -, ammesso che ve ne siano, potrebbero esserci responsabilità di chi poi materialmente tra i componenti dell’equipaggio ha prestato assistenza ai passeggeri”. Alcune fonti riportano che un membro sarebbe stato allontanato mentre venivano calate le scialuppe. “Sembrerebbe di sì”, ha confermato il procuratore.
Magistrato e vigili del fuoco saliti a bordo. Operai: “Più di qualche morto”. Poco dopo l’attracco della Norman Atlantic, i primi a salire a bordo sono stati i Vigli del Fuoco, per spegnere gli ultimi focolai, e il pm della procura di Bari, Ettore Cardinali, per effettuare il primo sopralluogo. Sceso dal traghetto il pubblico ministero, intorno alle 17, si è appreso che è stata ritrovata la scatola nera (Vtr), primo elemento fondamentale per accertare le cause dell’incendio e la dinamica dei fatti. Scesi a terra dopo giorni passati in mare a svolgere le operazioni di soccorso, gli uomini a bordo dei rimorchiatori hanno raccontato i momenti più difficili dell’intervento: “Sono stati i giorni migliori della mia vita – ha dichiarato Luigi Manesi, comandante del rimorchiatore Tenax -, abbiamo salvato molte persone. Il momento più difficile? Quando Giacomazzi ci ha gridato ‘date tutto adesso, abbiamo le fiamme a 4 metri da noi”. Gli altri operai saliti sul traghetto raccontano di “un’aria lugubre” all’interno della nave e in molti dicono che la sensazione è che a bordo ci sia “più di qualche morto“.
Identificate 8 delle 9 vittime: non c’è Balzano. Otto dei nove corpi recuperati dopo il naufragio della Norman Atlantic hanno un nome. Oltre ai due camionisti campani, Michele Liccardo e Giovanni Rinaldi, sono stati identificati altri sei cadaveri: Omar Kartozia, Racha Charif, Muller Afroditi, Havise Savas, Sasentis Nikolaus Paraschis, Kostantinos Koufopuolos. Tra questi non c’è il corpo di Carmine Balzano, il terzo autotrasportatore campano disperso. C’è un ultimo cadavere ancora da identificare che, dai primi controlli, sembra appartenere a un uomo. Oltre ai nove corpi, la magistratura barese ha stimato altre due vittime certe che non sono state recuperate durante le operazioni di soccorso dei naufraghi.
Quattro nuovi indagati: ci sono anche due italiani. Lunedì, la procura di Bari ha formalizzato l’iscrizione nella lista degli indagati di altre quattro persone. Tra questi, ci sono il legale rappresentante della Anek Lines e un dipendente dell’azienda, Fantakis Pavlos. Gli altri due sono membri dell’equipaggio del traghetto: il primo ufficiale di coperta, Luigi Iovine, un 45enne napoletano, e Francesco Romano, 56enne siciliano, secondo ufficiale di macchina.
Comandante Giacomazzi: “Errori anche da parte della compagnia”. Vanno separate le responsabilità nautiche da quelle commerciali. È questo il riassunto delle dichiarazioni rilasciate da Giacomazzi ai pm che indagano sull’incidente del traghetto salpato dalla baia di Valona. Da quello che si legge dagli stralci dei verbali, il comandante ha detto che a rendere difficili le operazioni di salvataggio sono stati l'”overbooking” praticato dalla compagnia e la mancanza di risposte dalla Grecia ai messaggi d’aiuto lanciati dalla nave alla deriva.
Una responsabilità, quella riguardante l’eccessivo numero di passeggeri, che Giacomazzi fa ricadere sulla compagnia greca, sostenendo che, se la Anek Line avesse rispettato il numero massimo di persone trasportabili sul traghetto, il calcolo dei dispersi sarebbe stato più semplice. Il comandante, ha dichiarato, “non ha funzioni di polizia” sulla nave, “io do disposizioni, ma non posso fare nulla se non vengono rispettate”. Poi aggiunge: “Ho fatto il mio dovere, nessun eroismo. Mi ha fatto molto male che ci siano state delle vittime, quello che è successo è una tragedia, ma mi dico che chi ha seguito le istruzioni che abbiamo dato si è salvato; purtroppo in quei momenti il panico può spingerti ad azioni incontrollate”.
Giacomazzi, poi, si sofferma sugli errori e le irregolarità commesse dall’equipaggio durante le operazioni di salvataggio e di gestione delle scialuppe: “Ho dato l’ordine di approntarle – ha detto – ma non di ammainarle. Su di ognuna possono salire al massimo tre componenti dell’equipaggio, ma su quella calata in mare ce n’erano almeno tre”.
Da lunedì le autopsie. Lunedì mattina alle 11 inizieranno le analisi sui nove corpi recuperati dopo il naufragio della norman Atlantic. Il pm della Procura di Bari, Ettore Cardinali, ha affidato a un team di medici legali dell’Università e del Policlinico di Bari l’incarico di effettuare le autopsie. Solo dopo i risultati delle analisi si potranno stabilire le cause della morte dei passeggeri.
ha collaborato Andrea Tundo
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