Il governo aveva presentato l'idea in Aula già ad aprile scorso. Dopo le polemiche per le assenze dei vigili urbani di Roma la notte di Capodanno, l'Istituto di previdenza dice che è disponibile
I controlli dei certificati dei dipendenti pubblici in mano all’Inps e a una spesa dimezzata. Sulla proposta del governo contro l’assenteismo nel pubblico impiego c’è già il parere positivo dell’Istituto di previdenza. “L’Istituto”, hanno fatto sapere dall’ente alla cui guida il 24 dicembre Matteo Renzi ha nominato Tito Boeri, “è pronto ad assumere i controlli sulle malattie degli statali attualmente affidati alle Asl con una spesa pari alla metà di quella impiegata dalle strutture sanitarie”. L’esecutivo ha presentato l’idea già ad aprile scorso in Aula durante la discussione sul disegno di legge delega sulla riforma della pubblica amministrazione e ora, dopo il caso dei Vigili urbani che a Roma si sono dati malati in massa per la notte di Capodanno (83,5 per cento di assenze), è tornato a parlarne.
Sulla questione vi è una analisi della commissione Affari sociali della Camera che ha ipotizzato lo spostamento del servizio con una riduzione del costo della metà dai 70 milioni attuali a circa 35 milioni. Se l’ipotesi sarà concretizzata si andrà dunque verso una procedura uniforme sia per i dipendenti del settore privato, già controllati dall’Inps in caso di malattia, che quelli pubblici attualmente affidati alle ‘cure’ delle Asl. Tra le proposte anche quella di creare Commissioni specifiche che possano giudicare i singoli dipendenti e prendere in esame il possibile licenziamento.
La notte del 31 dicembre i Vigili di Roma hanno cercato di organizzare un’assemblea sindacale, ma dopo che il tentativo è fallito hanno deciso di darsi malati. Sulla questione si sono spaccati anche i sindacati. La Uil li ha difesi, mentre la Cgil ha definito il comportamento “non giustificabile”. Cerca una mediazione invece il segretario Cisl Funzione pubblica Giovanni Faverin: “Punire gli abusi è l’unico modo per valorizzare chi lavora bene. Certo, una volta che l’abuso è stato accertato, e a Roma si deve ancora accertare. Dire che servono nuove norme è un grande errore”. L’ipotesi dei sindacati è quella però di continuare con la mobilitazione: uno sciopero potrebbe già esserci l’11 gennaio prossimo, giorno del derby Roma-Lazio.
Il sindaco Ignazio Marino invece, intervistato da Repubblica, ha parlato di “una ritorsione” e non ha escluso che ci saranno licenziamenti: “Umilia”, ha detto il primo cittadino, “chi lavora il fatto che un certo numero di persone abbia voluto fare un atto così ingiusto e lesivo per la città. È uno sberleffo che non si possono permettere. Sono rimasto molto male perché in un momento di grave crisi economica e morale. Il Capodanno in piazza era un evento a cui lavoravamo da tempo. Avevo chiesto a tutti di fare la propria parte e invece c’è stata una ritorsione”. Il sindaco ha aggiunto inoltre che “verranno prese le sanzioni che la legge consente. Saranno giuste, ma altamente severe”. Fino ai licenziamenti? “Lo potremo dire dopo che sarà completato il lavoro di indagine del comandante Clemente e degli uffici. Io credo che vadano dati segnali esemplari”.
I Vigili protestano tra le altre cose per la decisione del sindaco di imporre la rotazione delle forze dell’ordine per prevenire i fenomeni di corruzione. Una misura sostenuta anche dal presidente Anac Raffaele Cantone: “Il comandante Clemente”, ha detto Cantone a La Stampa, “aveva annunciato ai sindacati che era allo studio una rotazione della presenza dei vigili urbani sul territorio. E che i sindacati mi hanno girato una richiesta di un parere. Che l’Autorità ha espresso”. La rotazione è “uno strumento positivo” perché “punta ad esaltare e tutelare l’immagine del corpo stesso della polizia municipale” e “una opportunità per ridurre la possibilità di episodi di corruzione”. “Imporre” la rotazione, conclude Cantone, non rappresenta “una violazione dei diritti dei lavoratori del pubblico impiego”.