E’ morta il giorno di Natale a soli due mesi, ma per Maria Francesca, bimba rom residente in un comune a sud di Parigi, nel cimitero non c’era più posto. A rifiutare la sepoltura per “carenza di posti” è stato il sindaco di Champlan nell’Esonne, Christina Leclerc, che si è giustificato dicendo di dover dare la precedenza a chi paga le tasse locali. Poche ore dopo ha tentato di fare marcia indietro: “E’ stato un malinteso, spero che finisca presto questa pagliacciata”, ha detto. Ma non è bastato a placare le polemiche.
Sulla vicenda è intervenuto il primo ministro Manuel Valls che in un Tweet ha detto: “Negare la sepoltura a un bambino in ragione delle sue origini: un insulto alla sua memoria, un insulto a ciò che è la Francia”. Sabato 3 gennaio era sceso in piazza anche il sindaco del vicino comune di Wissous Richard Trinquier che, bollando la decisione del suo collega come “incomprensibile”, si era detto pronto ad offrire una tomba alla piccola. Un gruppo di attivisti locali ha attaccato la decisione del sindaco perché “razzista e xenofoba“.
Del resto Leclerc aveva motivato la sua decisione con la necessità di gestire il piccolo cimitero locale. “Abbiamo pochi posti disponibili, abbiamo un progetto di ingrandimento sul terreno situato sul lato posteriore, ma costa diverse migliaia di euro. Dobbiamo gestire i posti caso per caso, secondo le circostanze e se la famiglia abita sul posto”, aveva dichiarato il sindaco a “Le Parisien”. “Le concessioni sono accordate ad un prezzo simbolico e i lavori di manutenzione costano cari quindi viene data la priorità a coloro che pagano le tasse locali”.
Refuser la sépulture à un enfant en raison de son origine : une injure à sa mémoire, une injure à ce qu’est la France. #Champlan #Essonne
— Manuel Valls (@manuelvalls) 4 Gennaio 2015