L'omicidio domenica 3 gennaio in un quartiere della periferia Ovest della città. Gli investigatori hanno ritrovato certificati del Pronto soccorso che parlano di tumefazioni ai danni della donna. Pochi giorni prima l'uomo l'aveva ferita al gomito
Ha preso un vaso di cristallo e lo ha spaccato sulla testa del marito. Poi ha afferrato le forbici con cui l’aveva ferita qualche giorno prima ad un gomito e lo ha colpito più volte alla testa. E’ questa la prima ricostruzione dell’omicidio di Roberto Belletti (69 anni) avvenuto il 4 gennaio in un quartiere della periferia Ovest di Bologna. La moglie, Rosangela Piredda, 68 anni e nata in Sardegna, si è giustificata con le forze dell’ordine dicendo che da tempo subiva maltrattamenti dal compagno. Nell’appartamento gli investigatori hanno ritrovato dei certificati del Pronto soccorso che parlano di tumefazioni. La donna però ha sempre riferito di cadute accidentali, senza mai denunciare il marito.
La 69enne, mentre veniva trasferita verso il carcere della Dozza domenica 5 gennaio, ha accusato un malore ed è stata portata all’ospedale Maggiore per degli accertamenti. Ha poi ammesso il crimine davanti al pm Simone Purgato e ai carabinieri che l’hanno interrogata. La donna, ha detto – come aveva riferito ai militari arrivati per primi sul luogo del crimine – di aver colpito il marito, dopo l’ennesima lite. L’uomo, racconta la donna, l’aveva insultata e aggredita verbalmente e aveva tentato di alzare le mani. Piredda ha così preso un vaso di cristallo con dentro dei fiori e glielo ha rotto in testa (non durante il sonno, come secondo una prima testimonianza). Poi ha colpito il corpo con un grosso coltello e con un paio di forbici. “Se avessi usato un bicchiere adesso non saremmo qui”, ha detto Piredda durante l’interrogatorio in carcere e ha aggiunto di non ricordare di aver colpito il marito, una volta a terra, con il coltello e con le forbici. Probabilmente si tratta delle stesse forbici con cui Belletti aveva ferito alcuni giorni prima la moglie ad un gomito durante una discussione. Gli investigatori hanno infatti trovato un referto medico in cui la moglie aveva dichiarato ai sanitari che l’avevano soccorsa di essere stata ferita proprio durante un diverbio. La donna non ha comunque mai denunciato i presunti maltrattamenti da parte del marito.
Il clima in casa era particolarmente teso e la coppia viveva da anni da separata in casa. La donna dormiva infatti in un’altra stanza, dove durante la notte si chiudeva dentro con le chiavi ed anche con un lucchetto. “Chi subisce maltrattamenti e percosse ripetute – ha detto il procuratore aggiunto e portavoce della Procura, Valter Giovannini – deve rivolgersi all’autorità giudiziaria, perché oggi la normativa consente l’adozione di molteplici provvedimenti, che iniziano con l’allontanamento e arrivano a misure più severe”.
La coppia, sposata da 48 anni, viveva da tempo un periodo di crisi coniugale. Belletti era un perito elettronico in pensione, la donna casalinga. I militari arrivati sul posto hanno trovato la donna e il figlio di 46 anni (chiamato dalla madre dopo la tragedia) seduti su una sedia a fianco al cadavere, in attesa dell’arrivo dei soccorsi. E’ attesa la convalida del Gip.