Pier Carlo Padoan, Luca Lotti, Franco Coppi e Franco Gallo: tutti insieme attorno ad un tavolo al ministero dell’Economia a scrivere la norma salva-Berlusconi. E’ l’ipotesi suggerita da Dagospia circa la “manina” che avrebbe materialmente confezionato l’articolo 19 bis del decreto di attuazione della delega fiscale che potrebbe restituire l’agibilità politica all’ex Cavaliere. Il ministro dell’Economia, il plenipotenziario di Matteo Renzi, il legale dell’ex premier e il coordinatore della commissione ministeriale competente, nonché ex presidente della Corte Costituzionale, che – scrive Dagospia – “materialmente, ha scritto al Tesoro il testo incriminato”. Smentiscono sia il ministero dell’Economia sia Gallo, ma Dagospia ribatte denunciando “il trattamento” ricevuto che “è una forma di censura inaccettabile e discriminatoria”. “Ben venga la smentita del portavoce del ministro – si legge in una nota – che, con un di più inaccettabile, ci diffida a ‘rimuovere’ dal sito l’indiscrezione”.
L’incontro al ministero, secondo la ricostruzione di Dagospia, sarebbe stata una mossa per ottenere due risultati: fornire un salvacondotto a Berlusconi e favorire l’elezione a presidente della Repubblica dello stesso Pier Carlo Padoan: “Anche se la dietrologia è un’arte da trattare con estrema prudenza – premette il sito – di certo un eventuale ‘scambio’ di favori tra i contraenti forti del patto (‘salvacondotto’ renziano in cambio dei voti azzurri per l’elezione del capo dello Stato?) avrebbe potuto aprire le porte del Quirinale proprio al ministro oggi sconfessato dal premier, Pier Carlo Padoan”.
Nel volgere di qualche ora arrivano le smentite. Il più veloce è il ministero: “Il sito Dagospia ha pubblicato una presunta notizia secondo la quale il prof. Franco Coppi avrebbe partecipato a una riunione al ministero dell’Economia e delle Finanze relativa alla riforma fiscale. Questa notizia è destituita di qualsiasi fondamento e frutto esclusivo di fantasia o di volontà di diffamazione, per la quale sarà valutata la sussistenza degli estremi per un’azione legale”. Poi è la volta di Gallo: “In relazione a quanto riportato dal sito Dagospia – afferma l’ex presidente della Consulta all’Adnkronos – smentisco nel modo più categorico di aver partecipato ad una fantomatica riunione con il ministro Padoan, il sottosegretario Lotti e il professor Coppi avente per oggetto la stesura dell’articolo 19 bis del decreto attuativo della delega fiscale”. Gallo ribadisce “che tale disposizione, assieme ad altre, non era contenuta nella bozza di decreto che ho trasmesso al ministro Padoan nell’ottobre scorso”. In terza battuta interviene Coppi: “La notizia è completamente falsa sotto ogni profilo. Sono molto curioso di conoscere le fonti, definite attendibili, dalle quali essa proverrebbe”.
C’è un’altra ipotesi che circola poi con insistenza in ambienti parlamentari: la “manina” che ha scritto il 19 bis sarebbe quella del senatore Salvatore Sciascia. Consulente tributario e fiscale di Berlusconi, Sciascia è entrato in Parlamento nel 2008, dopo essere stato condannato a due anni e mezzo in Cassazione per aver confessato di aver pagato, da dirigente della Fininvest, tangenti alla Guardia di Finanza perché non fosse troppo fiscale nelle verifiche alle aziende del Cavaliere. Membro della commissione Finanze di Palazzo Madama in quota Forza Italia, Sciascia ha seguito personalmente la genesi e l’iter della della delega fiscale.