Le due ruote sono sempre più di moda, sono il modo migliore per affrontare il traffico e risparmiare carburante. Niente di straordinario a Roma o a Milano, sorprendente se a Damasco. Nella capitale della Siria, sconvolta da quasi quattro anni di guerra civile, i ciclisti sopravvivono meglio agli ingorghi provocati dai posti di blocco e alla scarsità di benzina. “Le vendite di biciclette sono in crescita costante”, dice con un grande sorriso Ali Jumaa, proprietario di un negozio di biciclette al centro di Damasco. Zaher Khalili è uno dei pochi commercianti siriani che sorride, a tutti gli altri gli affari vanno piuttosto male. Infatti, in Siria con la guerra i prezzi hanno subito gli effetti di un’inflazione vertiginosa, con una crescita che supera il 80%.

Scarseggia il petrolio e sale alle stelle il prezzo degli alimenti
All’inizio di novembre il prezzo della benzina è passato da 36 a 48 Syrian Pound al litro, mentre il gasolio per il riscaldamento è cresciuto da 73 a 85 SP al litro. L’aumento dei prezzi del combustibile è strettamente legato alla guerra. Le poche risorse di petrolio e gas della Siria sono concentrate nelle province di Deir al-Zour e Hassakeh, ormai nelle mani dell’Isis. Prima della guerra, ha detto l’economista siriano Abdul-Qader Azouz, il governo poteva contare su 360.000 barili di greggio al giorno, oggi solo su 16.000. Il petrolio siriano e iracheno, venduto a prezzi stracciati del petrolio sul mercato neo, rappresenta la principale fonte di guadagno dello Stato Islamico. L’aumento del carburante ha provocato un effetto domino sui prezzi dei generi di prima necessità. Una pagnotta di pane, calmierato grazie al contributo statale, è passata da 85 a 97 Syrian Pound, 21 volte di più rispetto a prima della guerra, un litro di latte costa ormai 120 SP, prima della crisi non arrivava ai 35. Probabilmente nelle prossime settimane i prezzi cresceranno ancora, inoltre si avvicina l’inverno e per molti sarà impossibile acquistare il combustibile per il riscaldamento.

Una bici cinese a 25 Euro per liberarsi dal traffico
Anche le biciclette di Zaher sono aumentate, ma lui non si lamenta: “Ho clienti di tutti i tipi. Giovani, professori universitari, impiegati e donne, usano le due ruote come mezzo di trasporto quotidiano. È una cosa nuova per un Paese come il nostro piuttosto conservatore, ammesso si possa ancora parlare del nostro Paese”. Muoversi in auto per le vie di Damasco è un incubo, a causa della proliferazione dei posti di blocco che ispezionano tutte le vetture. Inoltre, le autorità hanno chiuso oltre la metà delle strade della capitale, provocando enormi ingorghi che bloccano i damasceni per ore. I check point, presenti praticamente a tutti gli incroci, hanno l’obiettivo di limitare l’ingresso di armi nella capitale e di tentare di evitare le autobomba. Così, la bicicletta, una volta prerogativa dei fattorini, sta diventando il mezzo di trasporto più diffuso e sta contribuendo a modificare il panorama cittadino. Una bici costa circa 5.000 SP (25 Euro) e la maggior parte sono importate dalla Cina.

Giovani e non, ma la novità sono le donne donne
Mohammad Sabbagh, uno studente di ingegneria, è felice. “In venti minuti sono al college, mentre prima avevo bisogno di 1-2 ore, a seconda del traffico. Sono padrone del mio tempo ed evito la lunga attesa del bus”. Le due ruote damascene hanno anche una pagina su Facebook. “Anche mio padre, impiegato dello Stato, ha comprato una bicicletta quando ha capito che metà del suo stipendio se ne andava in benzina”. Un cambiamento di costumi che sta suscitando un gran dibattito. Alcuni leader religiosi hanno preso posizione a favore delle due ruote. Lo sceicco Ali Mallah di Damasco, ha affermato sulla sua pagina Facebook che “per muoversi per le vie della città e non invecchiare ai posti di blocco c’è assolutamente bisogno di una bicicletta. La vita è troppo breve per passarla in autobus”. Su Facebook si discute molto. “Dobbiamo rompere i tabù che fanno sentire noi donne in imbarazzo ad andare in bicicletta, anche se sembra insolito nella nostra società”, scrive Rabda. “Vestiamoci in modo appropriato per evitare le molestie”, aggiunge Safi. “Con questa guerra abbiamo visto di tutto, ci mancano anche le donne in bicicletta“, risponde adirato Hussein.

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