Paolo Maddalena, classe 1936, è un magistrato, giurista e giudice costituzionale, specializzato, fra le altre cose, in diritto romano, diritto amministrativo e costituzionale e diritto ambientale.
La sua ricca biografia su Wikipedia ricorda che è entrato nella magistratura della Corte dei Conti nel 1971 e che ha svolto numerose istruttorie su temi ambientali, facendo parte del settore Ecologia e Territorio presso la Corte Suprema di Cassazione, e Capo ufficio legislativo presso il Ministero dell’Ambiente. Fra le principali modifiche alla responsabilità amministrativa, la risarcibilità del danno pubblico ambientale.
Nel 2002 Paolo Maddalena è diventato Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana come Giudice costituzionale e per iniziativa del Presidente della Repubblica. Ad oggi è adesso vice-presidente emerito della Corte Costituzionale. È dunque, la sua, una voce del tutto autorevole sia in materia legislativa che ambientale. Questo è il suo messaggio sullo Sblocca Italia, parole giunte in occasione del convegno informativo sulle trivelle nel mari blu di Pantelleria, a cui ero presente, il giorno 3 Gennaio 2015:
“Si deve sapere che lo Sblocca Italia, che antepone l’interesse delle imprese ai reali bisogni del popolo italiano, è una legge per più versi incostituzionale. Per quanto riguarda le trivellazioni petrolifere, è da sottolineare che si tratta della violazione di un bene “primario ed assoluto” (sentenza della Corte costituzionale n.151 del 1986, confermata da molte altre sentenze successive) e cioè l’ambiente marino, e quindi della violazione degli articoli 9 e 117, comma 2, lett. s), della Costituzione, i quali impongono la tutela del paesaggio, dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali e naturali. Le cosiddette ‘deroghe’ non hanno valore in questo campo, poiché si tratta di diritti inviolabili di tutti i cittadini, considerati come singoli e come parti della collettività (art. 2 Cost.). È indispensabile che singoli o associazioni o comitati da tempo radicati sul territorio impugnino davanti al Giudice amministrativo i provvedimenti amministrativi che autorizzano dette trivellazioni, chiedendo di rimettere gli atti alla Corte costituzionale per un giudizio incidentale di legittimità costituzionale. Non c’è tempo da perdere. Questo Sblocca Italia è una vera tragedia“.
Io spero che tutte le comunità interessate alle trivelle sparse per l’Italia, che combattono o che hanno combattuto, possano seguire questi consigli. Matteo Renzi, dalle bianche piste di Courmayeur e dall’alto dei suoi lussuosi voli di Stato a nostre spese non può arrogarsi il diritto di calpestare i nostri beni “primari ed assoluti”, i nostri diritti “inviolabili” e la nostra sacrosanta democrazia.
Qui le immagini alle concessioni petrolifere nel Canale di Sicilia
e attorno all’isola di Pantelleria.
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