Prorogare il blocco degli sfratti. È questa la richiesta al governo da parte di Francesca Danese, Daniela Benelli e Alessandro Fucito, assessori alle politiche abitative di Roma, Milano e Napoli, per scongiurare una situazione altrimenti ingestibile da un punto di vista sociale e da quello dell’ordine pubblico. Il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, nel decreto Milleproroghe, ha infatti deciso di non rinviare ulteriormente l’esecutività dei provvedimenti di sfratto. La mancanza di trasparenza e precisione nei dati sugli alloggi pubblici non aiuta, secondo gli assessori, la già difficile gestione della questione abitativa.

Gli assessori hanno ricordato che lo scorso anno le richieste di intervento della forza pubblica da parte degli ufficiali giudiziari sono state oltre 120mila in tutta Italia. Quelli eseguiti ogni giorno 140. Non esistono statistiche su quelli che avvengono senza la polizia e, più in generale, le cifre ufficiali sono largamente sottostimate. Una sentenza di sfratto colpisce, secondo le statistiche, una famiglia ogni 353, ma, escludendo chi detiene la proprietà delle case e gli assegnatari di alloggi pubblici, ogni anno in Italia una sentenza di sfratto, quasi sempre per morosità incolpevole, tocca una famiglia su quattro:  “Ecco perché torniamo a chiedere con forza la proroga del blocco degli sfratti e politiche abitative strutturali che ci consentano di uscire dalla logica dell’emergenza. Su questo sollecitiamo una urgente riunione della consulta casa dell’ANCI perché sia ben chiaro il grido di dolore proveniente dalle città metropolitane dove forte è il disagio”.

Quasi un quinto degli sfratti sono stati eseguiti in Lombardia, il 15% nel Lazio e l’8% in Campania. “Fra le 30 e le 50mila famiglie, in tutta Italia – hanno evidenziato gli assessori – sono a rischio di sfratto esecutivo per la mancata proroga degli sfratti di fine locazione. Dall’inizio della crisi, cinque anni fa, Roma ha registrato oltre diecimila sentenze per fine locazione; 4500 a Napoli e 4mila le sentenze di sfratto a Milano sempre tra il 2008 al 2013. Il 70% di queste famiglie – hanno proseguito – avrebbe i requisiti di reddito e sociali (anziani, minori, portatori di handicap) previste dalla legge per la proroga e, comunque, lo stesso Viminale ammette l’incompletezza dei suoi dati”. A fine 2014 sono state oltre 70 mila le sentenze di sfratto in Italia, più di 30mila quelli eseguiti, il 90% dei quali per morosità, spesso incolpevole. Il presupposto delle proroghe consisteva nell’impegno del governo di sostenere i Comuni con piani adeguati che però non si sono ancora visti”.

“Non è drammatizzando un problema che lo si risolve”, ha replicato il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. “Il governo nel 2014 non è stato a guardare – ha aggiunto il ministro – anzi, ha finalmente imboccato una strada nuova, cosciente che l’emergenza andava affrontata in modo più radicale e non con lo strumento vecchio e logoro della proroga gli sfratti”. Lupi ha poi contestato le cifre fornite dagli assessori: “I numeri non corrispondono a quelli della norma sulla proroga degli sfratti, che riguardava 2.889 casi nel 2007 (1.120 a Roma, 789 a Napoli, 239 a Milano), la proroga dell’anno scorso circa 2.000. Non bisogna confondere i casi generalizzati di sfratto – ha aggiunto – con quelli per cui veniva concessa la proroga, che si applicava ai nuclei familiari in possesso di determinati requisiti: reddito annuo lordo complessivo familiare inferiore a 27.000 euro; che siano o abbiano nel proprio nucleo familiare persone ultrasessantacinquenni; malati terminali o portatori di handicap con invalidità superiore al 66 per cento, purché non siano in possesso di altra abitazione adeguata al nucleo familiare nella regione di residenza”.

L’emergenza abitativa ha causato recentemente episodi di tensione nelle maggiori città italiane, tra sassaiole fra gli abitanti e scontri con la polizia. A Milano il fenomeno delle occupazioni abusive pervade le periferie: se ne sono contate, nel 2014, oltre 1200. Di queste, più di 700 sono riuscite. In vista di Expo 2015, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha chiesto un piano sgomberi che ne prevedesse oltre 200 in pochi mesi. Il piano che è partito lo scorso 18 novembre, con l’intesa di Comune, Aler (l’azienda che gestisce l’assegnazione degli alloggi) e della stessa Regione, punta invece più sulla prevenzione, grazie a un’intensificazione della vigilanza notturna nelle zone più a rischio. L’episodio più grave è avvenuto l’11 novembre, quando venti persone mascherate hanno fatto irruzione in una sede del Pd del quartiere Corvetto, dove si stava tenendo una riunione organizzata dal sindacato degli inquilini Sunia. Mentre i presenti discutevano sulla questione abusivi, gli autori del blitz hanno lanciato fumogeni e petardi dentro il locale e imbrattato i muri, prima di srotolare uno striscione in cui si leggeva la scritta: “Blocchiamo gli sgomberi”.

 

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