Proteste dei ragazzi di Stramaccioni per il gol dubbio del difensore giallorosso (in realtà il pallone sembra aver varcato interamente la linea di porta) e per un rigore non concesso ai bianconeri per fallo di Emanuelson su Kone
Una vittoria giusta, quella della Roma, per quello che si è visto in campo, con la i giallorossi che, dall’inizio alla fine, hanno amministrato la partita dopo essere passati in vantaggio al ’15 del primo tempo, con un colpo di testa di Astori. Protagoniste del match, però, sono le polemiche dell’Udinese per il gol dubbio del difensore romanista (in realtà sembra che il pallone abbia varcato interamente la linea di porta) e un rigore non concesso, nel secondo tempo, per fallo di Emanuelson su Kone. Tre punti fondamentali per i ragazzi di Rudi Garcia, su un campo difficile come il Friuli, che portano la squadra momentaneamente a pari punti con la Juventus, chiamata nel posticipo di martedì a fare punti nel derby d’Italia contro l’Inter.
Il primo tempo ha regalato poche emozioni. Unici lampi in una partita buia sono il gol di Astori e l’ennesima magia del mai appagato, nonostante i 37 anni, Totò Di Natale, che mette davanti porta Gabriel Silva, dopo aver mandato a vuoto due difensori giallorossi, che, però, spedisce il pallone fuori da due metri di distanza. Per vedere la prima azione degna di questo nome si deve aspettare il ’15 minuto, quando Kevin Strootman e Miralem Pjanic si lanciano in un fraseggio prolungato, interrotto solo dalla chiusura di Domizzi che ha impedito al centrocampista bosniaco di concludere verso la porta di Karnezis. Appuntamento solo rimandato di due minuti, quello con il gol, perché al ’17 Totti pennella in area bianconera una punizione per la testa di Astori. Il difensore giallorosso colpisce la palla che sbatte sulla traversa e tocca terra, sembrerebbe dai replay, al di là della linea di porta. L’arbitro addizionale di porta, Maresca, dice che è fuori, la Roma protesta e l’arbitro Guida decide di prendere la decisione da solo: “È dentro – dice -, l’ho vista io. È gol”.
Inutili le proteste dell’Udinese: 1 a 0 per la Roma. La partita si innervosisce e fioccano le ammonizioni, ma l’unica flebile reazione, più di foga che ragionata, dei friulani è tutta nei piedi del suo fantasista. Vertice destro dell’area romanista, Di Natale spalle alla porta con due difensori alle calcagna, tocco a scavalcarli e guizzo tra le maglie giallorosse, cross al bacio per Gabriel Silva che impatta la palla in spaccata a due metri dalla porta: fuori.
La reazione dell’Udinese è tutta qui, con la Roma che prende in mano il pallino del gioco (58% il possesso palla dei giallorossi), senza mai affondare veramente, ma concedendo niente ai friulani. Con lo stesso spartito inizia anche il secondo tempo, con Totti e compagni che amministrano e un’Udinese veramente troppo poco incisiva per pensare di impensierire De Sanctis. Stramaccioni cerca allora di scuotere i suoi: fuori Di Natale (nervosissimo), Gabriel Silva e Guilherme, dentro Bruno Fernandes, Pasquale e Théréau. La tensione sale nuovamente alle stelle a 5 minuti dalla fine, quando Emanuelson, appena entrato al posto di Ljajic infortunato, stende in area Kone senza prendere la palla. Per Guida è tutto regolare e dalla panchina dell’Udinese iniziano le proteste che porteranno all’espulsione di alcuni dirgenti, tra cui il vice di Stramaccioni, Dejan Stankovic. La partita finisce così, con un’occasione tra i piedi di Emanuelson e una per Florenzi, sventate entrambe da Karnezis, e le proteste dei bianconeri.
A palla ferma, dure le parole del patron dell’Udinese, Giampaolo Pozzo, nei confronti di Garcia, reo di non aver ammesso, davanti ai replay, gli errori commessi dall’arbitro in favore dei giallorossi: “Non lo conosco personalmente – ha dichiarato lo storico presidente -, è un allenatore che stimo molto. E’ venuto in Italia in punta di piedi e ha fatto vedere i suoi valori, improvvisamente ha preso un brutto vizio all’italiana di voler fare il furbo“. La famiglia Pozzo è stata una delle prime a chiedere l’introduzione della moviola in campo, soprattutto per le decisioni legate a episodi chiave: “Visto che siamo i padri di questa idea – ha concluso – speriamo che un giorno arrivi anche qui, serve molto perché sono convinto che gli arbitri lavorino in una situazione di grande disagio. Se avessero l’aiuto della tecnologia queste pressioni verrebbero meno e andrebbe tutto liscio e quello che è successo oggi non sarebbe avvenuto”.
→ Sostieni l’informazione libera: Abbonati o rinnova il tuo abbonamento al Fatto Quotidiano