Dal 1959, anno della prima pubblicazione, 35 albi, otto film d’animazione e quattro con attori in carne e ossa, Asterix ha ridefinito la satira storica con la leggerezza del fumetto. Personaggi intramontabili dove anche gli antagonisti, gli sfortunati Romani, fanno tenerezza nella loro ingenua superbia. Il villaggio dell’Armonica intorno al quale Idefix avvista cinghiali rincorrendoli insieme ai due Galli Asterix e Obelix rischiava un’urbanizzazione selvaggia e invasiva nell’albo firmato da René Goscinny e Albert Uderzo uscito nel ’71. Cesare, afflitto ma indomitamente reso più tronfio da innumerevoli sconfitte per la conquista dell’ultimo villaggio gallico da soggiogare, ha un’idea che oggi fa sorridere a denti stretti più che mai: costruire, costruire, costruire. Un bella zona residenziale per nobili Romani a circondare l’obiettivo così da inoculare nei poveri barbari usanze e stili di vita della Capitale sono la nuova battaglia culturale da vincere. Come dire: “Se i Galli non vanno a Roma allora i Romani andranno dai Galli”.
Anche quest’albo così attuale nonostante le sue 44 lune sbarca sul grande schermo dal 15 gennaio. Per la prima volta il lavoro del duo francese – Goscinny scomparve nel ’77 e Asterix e Il Regno degli Dei è una delle sue ultime sceneggiature su carta – viene espanso dalla computer graphic animation grazie all’ausilio di un nuovissimo staff di animatori e ingegneri per le ricostruzioni in 3D. Tutti transalpini. Risultato visivo molto felice e incoraggiante in un’epoca di grandi effetti, per una produzione europea che ha un circo di gustosissimi personaggi come assi nella manica.
Il Cesare palazzinaro per edificare Il Regno degli Dei si serve del giovane architetto Angolacutus, una specie di anti-Renzo Piano. Altro che Operazione Rammendo, i Galli dovrebbero vedersi abbattuta mezza foresta a vantaggio degli eleganti palazzi romani. Per fortuna, ci sono sempre le pozioni di Panoramix. Come spesso accade nell’epopea di Asterix, anche qui si mescolano diversi livelli di comicità in cui non mancano le citazioni di un Obelix simil King Kong, Spider-Man e Captain America. C’è poi il tema del disboscamento spietato a vantaggio della cementificazione ma è un tema sfiorato con humour scanzonato, garbato ma contagioso. Una delle chiavi del successo della serie.
E poi c’è la grande attualità monetaria rispecchiata nell’invasione del potere d’acquisto del Sesterzo sulla merce dei Galli: ammiccamento dei cartoon al mondo fuori. Mentre il super resort nobiliare voluto da Cesare ricorda tanto certe italiche isole abitative appena fuori dalle grandi città, ma soprattutto il loro marketing. Edificate in mezzo al nulla, o solo lontane da tutto, spesso a secco di urbanizzazioni sistemiche armonicamente plausibili. E in questo la vera Roma, quella attuale e senza Asterix, ne imbriglia proprio certi lineamenti. Ma per questo il “Druido” Piano e le sue buone “pozioni” purtroppo non bastano ancora.
Il trailer di Asterix e Il Regno degli Dei