Michele da oltre 13 anni si alza dal letto allo stessa ora tutti i giorni della settimana e, dopo essere stato aiutato dai suoi genitori a vestirsi ed a fare colazione, si affaccia alla finestra ed aspetta impaziente che l’autobus del centro venga a prenderlo.
Laura ha quasi 40 anni e per nessun motivo rinuncerebbe al suo mondo, ai suoi amici, agli operatori ed ai medici che conosce ed ai quali vuole bene come solo un disabile “sa” volere bene.
Michele e Laura sono due disabili mentali coetanei del nostro presidente Renzi e leggermente più giovani del presidente della regione Campania Caldoro. Di loro e di altri 1528 disabili accolti nelle strutture della Campania in regime di semiresidenzialità dall’1 febbraio, la Regione ha deciso che sarà meglio non occuparsi più. Infatti assicurandosi un risparmio di 42 milioni di euro/anno la regione Campania ha stabilito (decreto 108 del 10/10/2014) di mandare a casa 1530 disabili mentali.
Dimissionati, subito.
La decisione che il commissario ad acta per la prosecuzione del piano di rientro sanitario Stefano Caldoro è chiara. In compenso saranno attivati circa 80 (!!!) posti letto in regime di residenzialità. Ovviamente al dr. Caldoro non interessa assolutamente che fine potranno fare Michele e Laura: è noto che un rigido esecutore di manovre economiche dettate da colpe sempre dell’altrui parte politica forse potrà essere dispiaciuto ma poi…
Appunto: poi che cosa accadrà? Cosa accadrà se i nuovi luoghi deputati all’accoglienza di giovani come Michele e Laura non esistono? Cosa accadrà se i Comuni che dovrebbero realizzare strutture socio-sanitarie idonee non lo hanno mai fatto perché da oltre cinque anni i trasferimenti dallo Stato centrale alla periferia sono crollati in tutto il paese?
Discutere della assurda ottusa logica che mette sullo stesso piano il taglio delle luminarie natalizie con quello che riguarda la vita dei disabili non mi appassiona. Ricordare a chi legge, soprattutto al dr. Caldoro, che un disabile è una persona tutelata dalla Costituzione repubblicana e dal sistema sanitario nazionale gioverà alla vicenda della quale siamo costretti ad occuparci.
Se nel frattempo il dr. Caldoro iniziasse a spiegare a cosa sono serviti 3 milioni di euro per rifare il sito internet della regione o i 23 milioni di euro da utilizzare per gli spot sulla bontà dei prodotti agricoli della Campania forse ci aiuterebbe a comprendere. Nel frattempo alle famiglie ed ai genitori dell’associazione ‘Tutti a scuola’ resta la resistenza e la lotta civile nonviolenta.
E ai cittadini della Campania – in vista delle prossime elezioni regionali – la consapevolezza della totale inadeguatezza della giunta in carica.
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