Il presidente della Repubblica davanti alla sede del giornale colpito dall'attentato terroristico: "Ci attaccano perché siamo un Paese di libertà". Il primo ministro: "Ci hanno colpito al cuore"
“Ci colpiscono perché siamo un Paese di libertà”. Il presidente francese François Hollande subito dopo l’attentato alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo che ha fatto 12 morti ha parlato di terrorismo. “Non ci sono dubbi che si tratti di un attacco terroristico”. E poi in serata dall’Eliseo ha fatto un discorso alla nazione in diretta televisiva: “La nostra risposta è unirsi”, ha detto, “restare uniti. Niente potrà farci cedere nella nostra determinazione. Niente può dividerci e la Francia può superare questa prova, la Francia ha sempre vinto i suoi nemici”. Hollande ha poi annunciato un “piano contro gli attentati, messo in piedi dal governo ovunque c’è un focolaio di minaccia. Oggi abbiamo perso vignettisti di grande talento, ma desidero dire che il loro messaggio di libertà sarà difeso a loro nome”. Giovedì 8 gennaio sarà giornata di lutto nazionale in tutto il Paese.
“Hanno colpito al cuore della Francia”, ha detto il primo ministro Manuel Valls. Le forze politiche per tutta la giornata hanno manifestato la loro solidarietà e preoccupazione per la situazione. Marine Le Pen, l’eurodeputata leader del partito nazionalista Front National intervistata da Rtl ha chiesto silenzio per rispetto delle vittime: “Siamo inorriditi dall’odioso attentato. Domani parleremo di politica, oggi c’è spazio solo per la consapevolezza di questo rischio di dimensioni spaventose che ci tocca direttamente”. E poi ha aggiunto: “Bisogna dire basta all’ipocrisia e chiamare le cose con il loro nome: è una strage perpetrata dall’integralismo islamico. E’ mia responsabilità dire che la paura deve essere superata e che questo attentato deve al contrario liberare le nostre parole di fronte al fondamentalismo islamico, non bisogna tacere, ma cominciare a osare dare un nome a quanto accaduto. Non temere di dire le parole: si tratta di un attentato terroristico commesso in nome dell’islamismo radicale”.
“E’ un attacco barbaro”, ha commentato Cristophe Deloire segretario generale di Reporters sans frontières, “è una cosa senza precedenti, che si può vedere in Pakistan, in Somalia ma vedere ciò in Francia…Non c’è aggressione più grande che attaccare un giornale che esercita la libertà di espressione. E’ evidentemente atroce”. “Questo massacro mette a lutto il nostro Paese, la nostra città e la nostra democrazia. Siamo appena stati colpiti al cuore della nostra libertà. Dobbiamo reagire a questo atto unendoci ai principi della Repubblica”. Lo scrive il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, in una nota, esprimendo il suo “sentimento di orrore assoluto”. e “tutta la sua compassione” per le “vittime martiri della libertà”.
Dura anche la condanna del mondo musulmano francese. “A nome dei musulmani di Francia, nella loro quasi unanimità, sono qui per condannare l’orrore di questo crimine indicibile”, ha detto il presidente del Consiglio francese per il culto musulmano, Dalil Boubakeur, giungendo davanti alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi. “Ci inchiniamo davanti a tutte le vittime di questo dramma orribile”, ha aggiunto.
Aucun acte barbare ne saura jamais éteindre la liberté de la presse. Nous sommes un pays unis qui saura réagir et faire bloc.
— François Hollande (@fhollande) January 7, 2015