Radio France, Le Monde e France Télévisions mettono a disposizione i loro cronisti per aiutare la rivista satirica a sopravvivere. Dopo l'attentato terroristico a Parigi, migliaia di messaggi di cordoglio sui social network con gli hashtag #charliehebdo e #jesuischarlie. Manifestazioni nelle città francesi e nelle capitali, da Berlino a Roma
Messaggi su Twitter e status su Facebook in solidarietà alle vittime della strage avvenuta nella redazione di Charlie Hebdo, il giornale satirico francese bersaglio di un commando di terroristi a Parigi. Un attentato nel quale 12 persone – direttore incluso – hanno perso la vita e che ne ferite gravemente otto. Migliaia di utenti su internet esprimono il loro cordoglio con l’hashtag #charliehebdo, che è da ore trending topic sul sito di microblogging. #jesuischarlie, invece, comparso su twitter dopo l’assalto, è stato utilizzato più di 45mila volte in un’ora poco prima delle 14.45. E, secondo quanto riportato dal quotidiano britannico Guardian, Radio France, Le Monde e France Télévisions hanno offerto i loro giornalisti per aiutare la pubblicazione satirica a ‘continuare a vivere’.
Sul social network di Zuckerberg è stata aperta la pagina “Je suis Charlie“ che in poche ore ha raccolto decine di migliaia di like. E da lì sono stati annunciati decine di raduni in tutta la Francia per rendere omaggio alle vittime, da Parigi a Montpellier, passando da Lille, Avignone e Strasburgo. Iniziative che peraltro si tengono anche in molte altre città europee (Madrid, Bruxelles, Ginevra, Londra, Roma e Berlino), a Montreal, in Canada e in altri Paesi del mondo (qui la mappa completa). Infine, il sito di Charlie Hebdo ha pubblicato online un pdf in cui riporta in varie lingue – tra cui arabo, russo, tedesco, spagnolo e portoghese – la scritta Je suis charlie.
Ecco alcuni dei tweet più significativi comparsi in rete:
Google France esprime il suo cordoglio con un fiocco nero in homepage:
New homepage of @google France posts black ribbon #CharlieHebdo pic.twitter.com/FaDTnk2kWM
— BBC Trending (@BBCtrending) 7 Gennaio 2015
Il comico pakistano Kumail Nanjiani
Every single publication in the world should publish the cartoon that led to that horrible attack. CharlieHebdo #JeSuisCharlie — Kumail Nanjiani (@kumailn) 7 Gennaio 2015
The Independent:
The world’s media pays tribute to #CharlieHebdo… http://t.co/dtfinSg7wW #JeSuisCharlie pic.twitter.com/1oK5QjjHi1 — The Independent (@Independent) 7 Gennaio 2015
Cnn, uno dei primi media ad esprimere solidarietà alle vittime della strage:
Solidarity for #CharlieHebdo attack victims spreads with #jesuischarlie: “I am Charlie.” http://t.co/WXxhMZqnX1 pic.twitter.com/LFzsGCaIRP — CNN (@CNN) 7 Gennaio 2015
Alain Juppè, già fondatore e presidente del partito di centrodestra Ump, ex ministro degli affari esteri e attuale sindaco di Bordeaux:
Combattre http://t.co/pFDbtMTRQg #JeSuisCharlie pic.twitter.com/mXl4P5GGni — Alain Juppé (@alainjuppe) 7 Gennaio 2015
France 24:
#JesuisCharlie is quickly spreading as a sign of support to victims of today’s shooting http://t.co/DC2vhjcHIL pic.twitter.com/4T5PW9MboQ — FRANCE 24 (@FRANCE24) 7 Gennaio 2015
Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz:
#JeSuisCharlie #CharlieHebdo http://t.co/iekHXx2I4I — Martin Schulz (@MartinSchulz) 7 Gennaio 2015
Il giornalista e produttore televisivo francese Stephane Rotenberg:
Ma vieille collection de Charlie Hebdo … #JeSuisCharlie pic.twitter.com/sUvioMK12f — Stephane Rotenberg (@Steph_Rotenberg) 7 Gennaio 2015
A Bordeaux raduno di solidarietà:
#JeSuisCharlie rassemblement solidaire en cours à #Bordeaux #CharlieHebdo pic.twitter.com/o6sqW5wfjC — Bordeaux (@Bordeaux) 7 Gennaio 2015
Amnesty Italia:
La libertà di espressione è un diritto umano #JeSuisCharlie pic.twitter.com/AQsHft4UFP — amnesty italia (@amnestyitalia) 7 Gennaio 2015
Il giornalista informatico Paolo Attivissimo:
“È dura essere amato da dei coglioni” #JeSuisCharlie pic.twitter.com/tdlPRd1Y7A — Paolo Attivissimo (@disinformatico) 7 Gennaio 2015
L’inviata di Striscia la notizia Stefania Petyx:
vendevano ~100 mila copie e li hanno uccisi. Risultato: milioni di persone vedranno le vignette. Tiè #JeSuisCharlie pic.twitter.com/nP2d8rnBoa — Stefania Petyx (@StefaniaPetyx) 7 Gennaio 2015
La deputata e docente residente in Francia Michela Marzano:
“Preferisco morire che vivere in ginocchio” aveva detto Charb, vittima dell’attentato. Difendere la liberta’ e’ un dovere #JeSuisCharlie. — Michela Marzano (@MichelaMarzano) 7 Gennaio 2015
E anche lo scrittore Salman Rushdie ha espresso la sua solidarietà – ritwittata dal Pen Club. “La religione – ha detto lo scrittore – una forma medievale di irragionevolezza, quando si combina con le armi diventa una vera minaccia per le nostre libertà. Questo totalitarismo religioso ha provocato una mutazione ferale nel cuore dell’Islam di cui oggi, a Parigi, vediamo le tragiche conseguenze. Io sto con Charlie Hebdo – prosegue Rushie – come tutti noi dobbiamo, per difendere l’arte della satira, che è sempre stata uno strumento per la libertà e contro tirannia, disonestà e stupidità. ‘Rispetto per la religione’ è diventata una frase in codice per dire ‘paura della religione. Le religioni, come tutte le altre idee, meritano la critica, la satira, e sì, la nostra impavida mancanza di rispetto”. Nel 1988 Rushdie, scrittore britannico di origine indiana, e all’epoca già una star affermata della narrativa internazionale, aveva pubblicato il romanzo ‘I versetti satanici‘. Nel libro si faceva allusivamente riferimento alla figura del profeta Maometto. Per questo l’anno successivo l’ayatollah Khomeini lo condannò a morte tramite una fatwa.
Thank you, @SalmanRushdie pic.twitter.com/R9GDwgk6oZ #JeSuisCharlie — English PEN (@englishpen) January 7, 2015
Solidarietà anche dal ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shukri, che ha condannato “con forza” l’attacco, esprimendo la solidarietà del Cairo con la Francia e il sostegno per la lotta contro il terrorismo. Il ministro ha espresso le condoglianze dell’Egitto alle famiglie delle vittime, al popolo e al governo della Francia. Il terrorismo, si legge nella nota, “è un fenomeno internazionale il cui obiettivo” è quello di minacciare la sicurezza e la stabilità nel mondo, e le forze internazionali si devono unire per sconfiggerlo.