Silvio Berlusconi impugna il provvedimento della Banca d’Italia che gli impone di cedere parte della sua partecipazione in Mediolanum (il 35,13%, detenuto tramite Fininvest) in seguito alla perdita dei requisiti di onorabilità richiesti agli azionisti dei gruppi bancari. Mercoledì gli avvocati Andrea Di Porto, Luigi Medugno e Andrea Saccucci hanno infatti comunicato di aver avviato alla notifica per conto di Berlusconi di un atto di impugnazione del provvedimento di via Nazionale. Che, in ottobre, aveva disposto che la holding dell’ex Cavaliere dovesse vendere le quote eccedenti il 9,9% perché Berlusconi, dopo la condanna a quattro anni per frode fiscale, non può più essere azionista di peso di un istituto bancario. Poche settimane dopo il consiglio di amministrazione di Fininvest ha dato il via libera al trasferimento del 20% delle azioni della banca guidata da Ennio Doris in un trust.
Sempre mercoledì, a valle di tre giorni di polemiche sulla norma ormai nota come “salva Berlusconi” inserita nel decreto fiscale varato il 24 dicembre, il leader di Forza Italia ha peraltro anche chiesto la liberazione anticipata depositando presso il Tribunale di Sorveglianza di Milano un’istanza per chiedere di abbreviare di 45 giorni l’affidamento in prova ai servizi sociali di un anno concessogli lo scorso aprile dopo la condanna. La decisione del Tribunale di Sorveglianza non inciderà in ogni caso sull’agibilità politica di Berlusconi, che in base alla legge Severino non sarà candidabile fino al 2019. A meno che non sia confermato il contenuto del decreto delegato che sancisce la non punibilità dell’evasione se inferiore al 3% del reddito imponibile. Norma che potrebbe consentire all’ex Cavaliere di chiedere al giudice di far decadere la condanna, facendo venir meno anche la pena accessoria.