Aperta inchiesta anche a Grosseto. La compagna Amanda Bonini ascoltata dalla procura toscana e dai carabinieri della capitale. La moglie a il Messaggero: "Perché non è stato accompagnato in un ospedale più vicino. La compagna dica quello che sa". Migliaia di persone ai funerali nella capitale e a Napoli
Sono state aperte due inchieste sui soccorsi per la morte di Pino Daniele, deceduto nella notte tra il 4 e il 5 gennaio. La procura di Roma ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo. Il procuratore aggiunto Filippo Laviani e il pm Marcello Monteleone hanno disposto che la salma del cantautore venga sottoposta ad autopsia, probabilmente a Napoli, non appena si saranno conclusi i due funerali previsti per oggi a Roma (alle 12 al Santuario del Divino Amore) e nel capoluogo partenopeo alle 19. Ma per far luce sulla dinamica è stata aperta anche un’inchiesta dalla procura di Grosseto.
Le indagini puntano a chiarire perché domenica Pino Daniele, già in crisi cardiaca, sia stato trasportato in auto dalla compagna Amanda Bonini e da un collaboratore a Roma, all’ospedale Sant’Eugenio, invece di attendere nella sua casa di Magliano, in Toscana, l’ambulanza con il medico e defibrillatore a bordo. In particolare, si deve stabilire se sia stato – come è stato affermato – lo stesso cantante a volere il trasferito nella capitale quando era già stato chiamato il 118 per il ricovero in un ospedale della zona.
Una domanda che continua a farsi anche la moglie del cantautore, Fabiola Sciabbarasi: “Perché lo hanno portato a Roma? Forse poteva salvarsi se fosse stato trasportato al più vicino ospedale, stava già male, molto male”. “Voglio vederci chiaro – dice la donna in un’intervista a Il Messaggero – voglio sapere bene come è andata, se è stato Pino a decidere di andare a Grosseto, se i soccorsi sono arrivati subito, se si poteva fare qualcosa”. “Amanda, che era l’unica in macchina con Pino nell’ultimo viaggio, dica tutto quello che sa. Voglio la verità sulla morte di mio marito per i miei figli e per gli altri suoi figli”, ribadisce la moglie all’Ansa.
Intanto, ieri sera, l’ultima compagna di Pino Daniele, la 50enne viterbese Amanda Bonini, già sentita dai magistrati toscani insieme a uno dei fratelli di Daniele, è stata ascoltata dai carabinieri del comando provinciale di Roma nella caserma di via In Selci.
Ma oggi è anche il giorno dell’ultimo saluto all’artista partenopeo. Migliaia di persone erano presenti al Santuario del Divino Amore. Tanti gli artisti, tra cui Marco Mengoni, l’ex dei Pooh Stefano D’Orazio, Francesco Renga, Renato Zero e Lorenzo Jovanotti. All’uscita del feretro gli altoparlanti hanno suonato “Napul’è”. Mentre alle 19 si terrà un secondo funerale a Napoli, nella basilica nella Basilica Reale di San Francesco di Paola officiata dal cardinale Crescenzio Sepe.
In Piazza del Plebiscito presenti due dei fratelli di Pino Daniele, Patrizia e Salvatore. “Ho fatto di tutto e l’ho portato a Napoli – ha detto Salvatore Daniele – mi hanno fatto litigare con tutti, alla fine siamo qui”. Commossa la sorella Patrizia: “Era il mio fratello più grande – ricorda – ci siamo sentiti l’ultima volta il 31 dicembre per gli auguri di fine anno. L’autopsia? Fanno bene a farla, forse si poteva andare prima in ospedale, questo sì andava fatto”.
All’arrivo della salma nella basilica, da piazza del Plebiscito – dove diverse decine di migliaia di persone si sono radunate per seguire i funerali – è partito un lungo applauso. Alla cerimonia funebre sono presenti amici, musicisti e artisti; tra questi Enzo Gragnaniello, Francesco Paolantoni, Peppe Iodice. Sul palco, allestito tra le due statue equestri, sono stati posti i gonfaloni del Comune di Napoli e della Regione Campania, listati a lutto.