I due giornalisti tunisini rapiti in Libia l’8 settembre 2014, Sofian Chourabi e Nadhir Ktari, sono stati uccisi da un gruppo jihadista legato allo Stato Islamico. Lo riporta Site, sito di monitoraggio dell’estremismo islamico che ha spesso diffuso le immagini delle decapitazioni dei cittadini occidentali in Siria, sempre da parte dell’Isis. L’esecuzione è stata rivendicata su un sito jihadista libico dove sono state diffuse delle foto dei due reporter, che vengono definiti “nemici di Allah” che lavorano per “un canale satellitare ostile ad Allah”. Lo riportano i media tunisini, sottolineando che l’autenticità della notizia e delle immagini è ancora da verificare.
I due giornalisti, che lavoravano per l’emittente First Tv, si trovavano nel Paese, nel quale è in corso una vera e propria guerra civile per la conquista del potere e nella quale si sono inseriti diversi gruppi dell’estremismo islamico, per raccontare la situazione al confine con la Tunisia. Inizialmente, si era diffusa la notizia che a rapire i due reporter, a Sirte, fossero stati miliziani di Ansar al-Sharia, gruppo che ha dichiarato fedeltà all’autoproclamato califfato di Abu Bakr al-Baghdadi, ma dagli inizi di settembre non si sono avute più notizie dei due giornalisti tunisini.
Secondo Malek Cherif, giornalista libico esperto di gruppi terroristici nel post Gheddafi, i due reporter sarebbero successivamente stati spostati nella zona nella regione di Brigua, considerata uno dei bastioni del jihadismo.