Lo ha stabilito il gup di Milano Vincenzo Tutinelli che dichiarato il non luogo a procedere per Massimiliano Bastoni, l’imprenditore Viscardo Paganelli e Ferdinando Azzarello. Il procedimento era nato dal troncone di un’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dal pm Paolo Filippini, su un presunto giro di tangenti
Il consigliere comunale milanese della Lega Nord Massimiliano Bastoni è stato prosciolto dall’accusa di finanziamento illecito ai partiti, per un presunto versamento da 10 mila euro, riferibile all’imprenditore Viscardo Paganelli e che avrebbe ricevuto attraverso il ‘mediatore’ Ferdinando Azzarello.
Lo ha stabilito il gup di Milano Vincenzo Tutinelli, che ha prosciolto anche Pagnanelli e Azzarello, imputati insieme al politico del Carroccio sempre per finanziamento illecito ai partiti. Il procedimento era nato dal troncone di un’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dal pm Paolo Filippini, su un presunto giro di tangenti nella sanità lombarda.
Gli accertamenti della Procura, che avevano portato anche a una serie di perquisizioni, erano nati da alcune dichiarazioni messe a verbale da Paganelli davanti ai pm di Roma e poi trasmesse a Milano. L’imprenditore, che gestiva lo società di prodotti sanitari Fotetek , era stato già arrestato nel 2011 nell’ambito dell’inchiesta romana sugli appalti dell’Enac.
In uno di quei verbali Paganelli avrebbe parlato, tra le altre cose, proprio di quel versamento da 10 mila euro e sarebbero emersi anche episodi di corruzione relativi a “gare pubbliche indette nella sanità lombarda”, tra le quali alcune sulla fornitura di pacemaker. Secondo l’accusa, quindi, il denaro sarebbe stato versato dall’imprenditore per ‘coltivarè contatti con esponenti leghisti del settore della sanità. Il gup, che ha accolto la richiesta delle difese, ha prosciolto i tre imputati perché, in sostanza, non ci sarebbero prove della provenienza del denaro dalle casse della società di Paganelli. Nelle scorse udienze il pm Filippini aveva chiesto il rinvio a giudizio del consigliere comunale, dell’imprenditore e del ‘mediatore’ Ferdinando Azzarello.