Tutto il meglio del format condotto da Michele Santoro in onda su La7 e online su ilfattoquotidiano.it. Dalla copertina, ai servizi video, fino all'editoriale di Marco Travaglio e alle vignette di Vauro
La violenza fondamentalista piomba nel cuore dell’Europa, nel centro di Parigi, e per la prima volta fa strage di giornalisti nella redazione di un periodico di satira, il Charlie Hebdo, con 12 morti e con i tre killer assassini che gridano, “Allah Akbar”. Tra gli ospiti della puntata il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il direttore de Il Foglio, Giuliano Ferrara, il vignettista Vincino, il giornalista Amedeo Ricucci.
Santoro: “Io sono Charlie”
Editoriale di Michele Santoro, che apre questo nuovo appuntamento stagionale di “Servizio Pubblico” sulle note dell’inno francese La Marsigliese, cantato da Edith Piaf. Ed esordisce, facendo riferimento alla strage nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo: “Questa strage mi ha sconvolto, è stata un’azione di guerra vera e propria, una solo strage non solo di corpi, ma anche di pensiero Una vignetta non è una sciocchezza, è un racconto. Quello del vignettista è un lavoro difficile e pericoloso: con una sola immagine deve costruire un racconto, che deve essera anche violento, giustamente o ingiustamente feroce. Può parlare di Dio, di cosa di nasconde nelle pieghe profonde dell’anima, ma nessun racconto ha la forza di offendere Dio. Ad essere feriti invece sono i nostri pregiudizi”. Il giornalista stigmatizza le parole di Marine Le Pen e di Matteo Salvini e racconta: “”La notte di Capodanno ero a Parigi e c’erano tutti: il popolo di Parigi. Allora mi è venuto spontaneo chiedermi: ‘Se vincesse la Le Pen cosa succederebbe?’ Creerebbe un muro con questa gente. Faremo un nuovo apartheid? In quella gente leggevo voglia di eguaglianza. Voglio ricordare a voi e me stesso che non ci stiamo misurando con un nemico che viene da lontano, ma con i figli delle nostre società, a cui le scuole hanno insegnato il valore delle parole: libertà, uguaglianza e fratellanza”. E conclude: “Quelli di Charlie Hebdo non si sono arresi alla logica militare. In alcuni casi la morte è una condizione più accettabile rispetto alla perdita di libertà” (GUARDA IL VIDEO)
Charlie Hebdo: Parigi e le comunità musulmane
Andrea Casadio e Giulia Cerino a Parigi per raccontare l’11 settembre europeo. La difesa della libertà di espressione inizia a Place de la République: una veglia con matite, penne, candele e una folla di parigini per ricordare le 12 vittime dell’attentato a Charlie Hebdo. “Sono qui per difendere la mia libertà e la laicità di questo Stato” dice una ragazza. Dalla piazza della “libertà” i giornalisti si spostano nel quartiere di Saint-Denis, periferia nord di Parigi. Qui, a circondare la basilica, una nutrita comunità di musulmani: “Noi immigrati siamo stati emarginati, hanno spinto il tacco troppo in dentro” – dice uno di loro – “Le prime vittime del terrorismo siamo noi: in Algeria sono morte 200mila persone, qui solo 12”. Un altro osserva: “Quando scherziamo sugli ebrei, veniamo accusati di antisemitismo. Ma su noi musulmani si può dire tutto. Se hanno fatto quello che hanno fatto a Charlie Hebdo ci sarà una ragione” (GUARDA IL VIDEO)
Vauro: “A chi mi chiede di mostrare le palle mostro cuore e fantasia”
“Noi gente di satira alle palle preferiamo far vedere il culo. Il Presidente della Repubblica francese li ha definiti eroi. Questo è il più grave insulto. La satira è antieroica”. Sono le parole di Vauro che commenta la tragedia occorsa al settimanale Charlie Hebdo: “I nostri amici non sono morti perché volevano far vedere le palle. Nella Kabul dei talebani, dove era vietata ogni forma di disegno e di rappresentazione grafica, ho disegnato tutte le pareti del padiglione dell’ospedale di Emergency. E a questi signori che mi chiedono di mostrare le palle, mostro il cuore e la fantasia” (GUARDA IL VIDEO)
Reims, la città dei fratelli Kouachi, i presunti autori dell’assalto a Charlie Hebdo
Andrea Casadio è a Reims, città di Said e Cherif Kouachi, due dei presunti autori dell’attentato al giornale satirico Charlie Hebdo. I fratelli vivevano a Croix rouge, il quartiere musulmano. Chi è di qui dice: “Charlie Hebdo è una merda, sono dei razzisti”. Altri sostengono che sia un complotto e che i due fratelli non c’entrino nulla. Tutti però concordano su una cosa: “Noi non facciamo attentati, l’Islam non vuole questo” (GUARDA IL VIDEO)
Vincino: “La satira è un treno che va a scontrarsi con la religione”
“La satira è un treno che va a scontrarsi con la religione, con i dogmi”. Sono le parole del vignettista Vincino, che aggiunge: “Forse le vignette su Maometto sono state sottovalutate” (GUARDA IL VIDEO)
Gentiloni: “Il terrorismo è diventato uno Stato, tra Siria e Iraq”
“Coloro che sono partiti dall’Italia per andare a combattere nel califfato sono 50-60. Ma per costituire una minaccia basta essere in due, come si è visto”. Lo afferma il ministro Gentiloni, che aggiunge: “La novità è che il terrorismo è diventato uno Stato, tra Siria e Iraq. E c’è un fatto nuovo: l’Isis è un’organizzazione terroristica non segreta, ma organizzata. Il rischio è enorme, ma non è da confondere con l’Islam”. Poi osserva: “Il problema non sono i musulmani, lo era anche il poliziotto ucciso dagli altri due musulmani. Non voglio confondere i musulmani con i terroristi. “Se gli americani intervengono, noi diciamo che sbagliando e che sono gendarmi. Se non intervengono, gli diamo addosso comunque. La lotta contro il terrorismo facciamola tutti, anche l’Europa”. E aggiunge: “Ci sono azioni di bombardamenti aerei sulle forze militari e queste hanno evitato genocidi dei civili. E ci sono aiuti verso i combattenti curdi” (GUARDA IL VIDEO)
Vauro vs Gentiloni: “Con gli F35 non si poteva evitare l’attentato di Parigi”
Scontro vivace tra Gentiloni e Vauro, che osserva: “Anche i nostri governi hanno armato i combattenti della libertà, quelli che oggi fanno parte dell’Isis. E non dimentichiamo che la guerra in Iraq ha provocato 200mila morti”. Il ministro ribatte: “La guerra contro la minaccia terroristica è una cosa seria, non è da sottovalutare”. Il vignettista replica polemicamente: “Con gli F35 non si poteva evitare l’attentato di Parigi” (GUARDA IL VIDEO)
Ferrara: “Bisogna distruggere l’IS di quel panzone di Al Baghdadi”
“Bisogna inviare aerei e uomini per distruggere lo Stato islamico di quel panzone di Al Baghdadi. Bisogna radere al suolo lo Stato Islamico”. Lo afferma Giuliano Ferrara, che osserva: “Non lo facciamo perché le nostre repubbliche occidentali vivono di questo complesso di colpa, di questa tendenza isolazionista, per cui adesso esportare democrazia è diventato una bestemmia”. E sottolinea: “Una guerra, una volta che è dichiarata e che esiste, va affrontata. Non vedo alternative. I giornalisti di Charlie Hebdo sono stati uccisi prima da noi quando sono stati processati come islamofobi” (GUARDA IL VIDEO)
Ricucci su Charlie Hebdo: “Attentatori? Due cretini”
“I presunti attentatori di Parigi sono due cretini. Non sono d’accordo con la linea di molta stampa, che ha parlato di attacco al cuore dell’Occidente. Non si può parlare di attacco militare, è stato un attacco molto banale di due ragazzi”. Lo afferma il giornalista Amedeo Ricucci, che osserva: “Dal punto di vista militare non c’è il salto di qualità rispetto agli attentati degli ultimi anni. Hanno sbagliato indirizzo… È un’azione riuscita, purtroppo, benissimo”. Poi spiega: “Contrastare questo tipo di terrorismo è molto complicato. Questo attentato probabilmente non è da legare all’Isis ma ad Al-Qaida tradizionale. La Siria è la madre di tutti i problemi in questo momento. Il popolo” – continua – “si è ribellato al tiranno, noi non gli abbiamo aiutati e così sono arrivati i fratelli della jihad internazionale. La responsabilità nostra è di aver favorito la crescita del califfato” (GUARDA IL VIDEO)
Reas Syed: “Terrorismo islamico è un ossimoro”
“L’Islam non è nemico dell’Occidente”. Sono le parole di Reas Syed, Coordinatore Associazioni islamiche di Milano, che aggiunge: “”Terrorismo islamico” è uno stridente ossimoro: sono due cose diverse. L’Islam non ci insegna la violenza verso gli altri. Tra noi ci salutiamo sempre dicendo “con te sia la pace” (GUARDA IL VIDEO)
La storia di Anas, arruolato nell’Isis, e la sua amicizia con Dr. Domino
Anas, 20 anni, se n’è andato dall’Italia un anno fa: viveva a Vobarno, in provincia di Brescia, e come tanti altri europei, è partito alla volta della Siria per arruolarsi nell’esercito dell’Isis. “La sua è un’idea positiva, sta andando a difendere un Paese” – dice Dr. Domino, l’amico di sempre – “Vuole portare l’Islam in tutto il mondo. Anche se fosse morto, non sarebbe per forza negativo”. E aggiunge: “Non ho più sue notizie da un anno. Anas anni fa diceva: “La tolleranza è il punto iniziale per essere un buon musulmano”” (GUARDA IL VIDEO)
Kaoutar: “I musulmani non devono prendere le distanze dall’Isis”
Il racconto di una ragazza dal pubblico in studio: il terrorismo non appartiene alla cultura islamica, il rispetto della vita è una delle basi su cui poggia la nostra religione (GUARDA IL VIDEO)
Rula Jebreal: “Musulmani esportano più estremismo che petrolio”
“I musulmani stanno esportando più ideologia ed estremismo che petrolio”. Sono le parole della giornalista Rula Jebreal, che osserva: “L’Iraq non aveva nulla a che fare con le Torri Gemelle. La mia paura è che, se continuiamo a sbagliare risposte, rischiamo che questi ragazzi cadano nelle mani integraliste. Bisogna lavorare con le comunità. L’11 settembre e la strage a Parigi sono stati fallimenti dei servizi segreti” (GUARDA IL VIDEO)
Vauro: “La guerra da cancro è diventata metastasi”
“La guerra da cancro è diventata metastasi perché tutti fanno guerra ovunque”. Sono le parole di Vauro, che osserva: “Come mi sentirei se ogni giorno che esco mi chiedessero di prendere le distanze sempre dalla mafia?”. E aggiunge: “Gaza è un lager a cielo aperto, è una vergogna. Ma questo non giustifica il terrorismo. Va chiamato crimine. L’attentato di Parigi non è in alcun modo equiparabile alla politica israeliana a Gaza. In Arabia Saudita le donne non possono neanche guidare e lo chiamano Paese arabo moderato” (GUARDA IL VIDEO)
Ferrara: “Se negate che questa è guerra santa, siete un branco di coglioni”
Durissimo scontro tra Ricucci e Ferrara, che esordisce: “I vignettisti di Parigi sono stati uccisi perché hanno bestemmiato il simbolo dell’Islam. È logica”. Ricucci ribatte: “Questo è un terrorismo basato sull’islam estremista”. Ma il direttore de Il Foglio si infuria: “Gli estremisti vogliono intimidire l’opinione pubblica europea .Gli islamisti sono omicidi . Non è terrorismo, è guerra santa islamica contro l’Occidente cristiano e giudaico. Se lo negate siete un branco di coglioni” (GUARDA IL VIDEO)
Jebreal a Ferrara: “Con le tue parole stai aiutando gli integralisti”
In collegamento da New York, Rula Jebreal chiede al direttore de Il Foglio, Giuliano Ferrara, se i modi ed i termini che utilizza per descrivere quello che sta accadendo tra Occidente ed Oriente non sia un modo di fare che alla fine aiuta il califfato dell’Islam (GUARDA IL VIDEO)
Travaglio: “La satira in Italia, piccola storia dei nostri censori”
Editoriale di Marco Travaglio che analizza la censura perpetrata contro la satira in Italia: “Da ieri, in Italia, c’è un sacco di gente – politici, giornalisti, commentatori – che ha scoperto all’improvviso la libertà di satira. Charlie Hebdo ha tutto il diritto di sbeffeggiare l’Islam come tutte le religioni. Perché la satira non ha limiti. Qualunque limite sarebbe una censura, e noi siamo contrari alla censura. Nessuno s’è mai sognato di censurarla, perché noi la satira l’abbiamo eliminata”. E passa in rassegna le tante censure che si sono susseguiti negli ultimi 14 anni: “Nel 2001 Gene Gnocchi a ‘Quelli che il calcio’ fa una battuta su una stagista raccomandata perché è la nipote di Gasparri. Questo, anziché farsi una risata, chiama in diretta per replicare. Simona Ventura tenta di spiegargli qualche semplice concetto, tipo democrazia, libertà e satira politica. Lui però non capisce. Gasparri Akbar. Nel 2002” – continua – “la Rai caccia Biagi, Santoro e Luttazzi per ordine di un tizio che parla dall’estero,ma non ha nè barba nè turbante. Però la Rai dice: non è censura, è un problema di orario. Biagi dice: ok,andrò in onda alle 24, l’ora del porno. Gli rispondono: guadagni troppo. Non è censura, è risparmio. Lui dice: ok, vado in onda gratis. Gasparri risponde che ruba spazio ai giovani: non è censura, è svecchiamento. Silvio Akbar” (GUARDA IL VIDEO)
Vauro e Vincino: “La satira è pensiero”
Vauro e Vincino raccontano cosa vuol dire fare satira e come questa arte si differenzia dal fare propaganda. E come tra gli stessi artisti si dissenta dalle vignette: essere Charlie vuol dire ragionarecon la propria testa. Vauro infatti criticò la linea di Charlie Hebdo, ma precisa: “Le critiche le ribadisco perché quelle vignette erano propaganda bellica, ma non ho mai detto che non andavano pubblicate”. Vincino osserva: “Le vignette danesi io le avrei pubblicate, come fece Charlie Hebdo” (GUARDA IL VIDEO)
Kaoutar vs Ferrara: “Lei fomenta l’estremismo”
Reas Syed, Coordinatore Associazioni islamiche di Milano, osserva: “Vanno condannati i fatti di ieri perché sono crimini contro l’umanità. La vicenda non va strumentalizzata”. Gli fa eco Kaoutar che rimprovera a Ferrara: “Lei fomenta l’estremismo. L’Italia deve garantire pari diritto per quanto riguarda la professione del proprio culto” (GUARDA IL VIDEO)
Ferrara: “Non tutti gli islamici sono terroristi, ma tutti i terroristi sono islamici”
“Come sarebbe il mondo perfetto? Quello con integrazione, fratellanza e rispetto. La verità, però, è diversa: non tutti gli islamici sono terroristi e non non tutti i terroristi sono islamici, ma se due pazzi avessero ucciso i giornalisti di una testata satirica islamica o qualcuno avesse attaccato un luogo di culto e di potere islamico oggi di cosa parleremmo?”. Sono le parole di Giuliano Ferrara, che osserva, citando Oriana Fallaci: “Non tutti gli islamici sono terroristi, ma tutti i terroristi sono islamici” (GUARDA IL VIDEO)
“Sottomissione” di Houllebecq
Michele Santoro ricostruisce in studio alcune parti del libro “Sottomissione” dello scrittore Houllebecq, opera che sta destando scalpore e generando diversi dibattiti in tutta Europa. Siamo nel 2022. Come sono finite le elezioni presidenziali in Francia? Ha vinto il primo candidato islamico, che dichiara: “Ciò che conta per la fratellanza musulmana sono l’istruzione e la demografia” (GUARDA IL VIDEO)
Il tributo di Vauro e Vincino a Charlie Hebdo
Gran finale con Vauro e Vincino che con le loro vignette rendono omaggio al settimanale satirico parigino Charlie Hebdo (GUARDA IL VIDEO)