“Abbiamo un testimone molto importante”. Claudio Salvagni, l’avvocato di Massimo Giuseppe Bossetti, accusato dell’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio, ha annunciato che la difesa presenterà un teste che fornirebbe una versione diversa su quanto accaduto la sera della scomparsa della ragazzina di Brembate di Sopra, il 26 novembre 2010. “Il testimone – ha anticipato Salvagni a Telelombardia – ci consente in questo momento di dare un altro tipo di storia, ma al momento non posso rivelare nemmeno se sia un uomo o una donna. Stiamo indagando – ha aggiunto – e stiamo cercando dei riscontri. Siamo in una fase di indagine difensiva. Non appena avremo questi riscontri, li porteremo subito a conoscenza della Procura, al momento li stiamo verificando”.
Il giorno prima il legale aveva incontrato Bossetti in prigione: “Si sente privato di tutto e ha sempre meno forze. – ha riferito – Vive un momento molto duro perché ha la sensazione che far emergere la verità sia sempre più difficile”. Il muratore di Mapello gli aveva anche mostrato le foto che la moglie Marita gli ha mandato dei figli che scartavano i regali di Natale. “Ho letto anche i biglietti che hanno scritto i bambini al padre – ha concluso – e sono veramente il regalo più bello che lui poteva ricevere in questa situazione”.
Massimo Giuseppe Bossetti si trova in carcere, a Bergamo, dallo scorso 16 giugno, con l’accusa di aver ucciso la tredicenne, il cui cadavere è stato ritrovato il 26 febbraio 2011. Oltre alla compatibilità del Dna del muratore con quello trovato sul corpo di Yara, tesi da sempre contestata dalla difesa, un altro particolare, emerso lo scorso dicembre, incastrerebbe Bossetti. Si tratta di un filmato in cui si vede il suo furgone bianco vicino alla palestra che frequentava la ragazzina, l’ultimo luogo in cui è stata vista prima della scomparsa: “Passavo sempre da lì quando uscivo da lavoro”, si era difeso il muratore, ma secondo gli inquirenti quel giorno non era andato al cantiere.