I macellai che hanno tentato di macellare la libertà, facendo strage di giornalisti nella redazione di Charlie Hebdo a Parigi, sono certamente folli, sono fanatici, sono musulmani, sono algerino-francesi, sono europei. Nessuno può tirare conclusioni a indovinare senza un minimo di analisi logica.
La coscienza civile, senza aggettivi, si ribella di fronte a questa cecità obnubilata dall’integralismo religioso, manovrato come un grimaldello e senza scrupoli, con il solo obiettivo di raggiungere lo scopo: destabilizzare l’Islam e fare arrabbiare l’Occidente. Nella mente degli organizzatori folli è una sfida, nelle mani dei manovali vi sono solo kalashnikov che sparano non importa a chi. Ciò che importa è ubbidire a un dio inesistente, cioè a una scusa costruita apposta per fare una strage.
I due assassini si sentono eroi e così verranno celebrati nel mondo fondamentalista sottomesso al terrorismo di alcune bande che hanno una strategia precisa, almeno dal 2000 ad oggi, colpendo ogni volta nel segno. Non basta indignarsi, non basta dire che l’Europa deve fare qualcosa (Renzi), non basta recriminare contro gli immigrati in generale (Salvini); occorre domandarsi: “Perché tutto ciò accade?”. In natura ogni fatto è generato da una causa e produce un effetto. Non esistono fatti, per quanto efferati, indegni e devastanti, isolati, a se stanti.
Io penso che i due poveracci che sono stati addestrati e imbottiti di scemenze per arrivare a tanto, sono figli di due cause ben precise che occorre chiamare per nome e non fare finta che sia l’Islam ad armare gli sciacalli e i malati mentali. Troppo comodo, troppo facile.
I due algerini, fratelli di sangue e di fideismo, terroristi senza ombra di dubbio, sono figli del terrorismo fondamentalista islamico; essi con questi atti cruenti, di sapore tribale, vogliono spaventare in primo luogo gli stessi immigrati di religione musulmana e costringere i paesi ospitanti a cacciarli fuori perché “tutti” sono un rischio potenziale. I fanatici politici come l’Is, evoluzione di Al Qaeda, che gli stanno dietro, hanno il progetto di costringere l’occidente a odiare gli islamici fino a pretendere di farli cacciarli dai territori degli “infedeli” e farli ritornare alle loro patrie, cioè in oriente, cioè al fondamentalismo.
Is e Al Qaeda sanno che gli immigrati che arrivano in occidente si aprono a principi e costumi per loro inaccettabili come democrazia, libertà, libertà di coscienza che sono l’inizio della fine del fondamentalismo religioso perché le masse immigrate non possono più essere dominate e comandate in funzione di un potere clericale che si basa solo su una caricatura del musulmanesimo. Chi arriva in occidente e assapora la libertà, indietro non torna; chi sbarca sulle coste occidentali e confronta il tenore di vita non ci pensa due volte, disposto anche a lasciarsi corrompere da tutto ciò che per l’Islam è male pur di affermare la propria libertà.
Per questo penso che gli attacchi dall’America alla Spagna alla Francia e qui alla sede di un giornale satirico, simbolo massimo di dissacrazione nella libertà sono mirati contro i musulmani immigrati e contro gli Stati che li ospitano. La stampa è colpevole perché “corrompe” le idee e lascia spazio al confronto e, cosa ancora peggiore, alla risata. La religione deve schiacciare, non può liberare e Dio ha il grugno perenne e guai a tentare un sorriso. Costoro hanno di Dio un concetto mortale e mortorio, espressione della loro vita e del loro progetto di società.
D’altra parte gli assassini dei giornalisti satirici sono figli del terrorismo di Stato occidentale che per ingordigia di petrolio e di materie prime, spaccia guerre preventive per interventi umanitari, ammazza bambini senza remore di coscienza, bombarda villaggi senza pietà, usa gas nervini, lanciafiamme per distruggere cose e persone che incontra sul proprio cammino, arrivando fino a al ludibrio che oggi combatte quelli che ieri armava e che sono armati di armi occidentali. Di fronte alle critiche di qualche insanabile democratico, la risposta da manuale è patetica, falsa e bugiarda: “Noi esportiamo democrazia e le nostre sono missioni di pace”. In retorica sugli “eroi”, non siamo secondi a nessuno, vero ministra della guerra Pinotti? Senza contare le torture erette a sistema, contro tutti i trattati internazionali che le vietano. Per gli Stati il diritto può essere eluso, frodato, vilipeso, calpestato e ucciso senza problemi. Quando però questo succede, si semina il seme della vendetta che negli spiriti deboli o nelle vittime è l’arma del riscatto.
L’Occidente ha invaso l’Oriente, ha depredato quello che poteva, ha armato i suoi alleati che poi sono diventati suoi nemici contro i quali ha scagliato gli amici di oggi che erano i nemici di ieri, amando anche questi: in Oriente non esiste una sola arma che non sia statunitense o europea o israeliana. Nessuno si è preoccupato delle conseguenze e oggi che queste arrivano puntuali come la morte perché distribuiscono morte, solo gli indegni si possono meravigliare.
Chi semina vento, raccoglie tempesta. Non è che l’inizio. Occorrono politiche trasparenti, non opportunistiche; politiche di vera integrazione che non siano solo un larva inesistente di finte dichiarazioni d’intenti, senza mai giungere a una concretezza. Abbiamo perso almeno venticinque anni di politiche integrative e siamo sempre al punto di partenza, con uno sciupìo di denaro pubblico (vedi Mafia Capitale), di personale, di mezzi e strumenti sapendo che da lì è obbligatorio passare se vogliamo che la convivenza sia reale ed efficace.
Piangiamo i morti di Charlie Hebdo, piangiamo sull’attentato alla libertà di stampa, piangiamo sulle vittime innocenti delle Torri Gemelle, ma chi piange i morti anonimi delle bombe e dei raid militari e dei droni che se uccidono innocenti commettono “errori”? Lacrime di coccodrillo? No, solo insipienza di governanti e parlamenti illegittimi perché quando governano contro gli interessi di tutta l’umanità perdono la loro legittimità morale.
Piango i giornalisti e abbraccio il dolore delle loro famiglie e di quanti si sentono colpiti, perché siamo colpiti da questo atto insano e senza religione, piango con chi piange, eppure vorrei non piangere per nessuno e nemmeno per la finta democrazia e per il finto Diritto in nome dei quali finti governanti decidono da folli.
Vorrei che il rispetto dei diritti di tutti fosse garantito, a costo della stessa morte. In Occidente, in Oriente, a nord e a sud e in tutte le direzioni della Rosa dei venti.
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