Ieri è stato un giorno nero, un giorno di lutto, un giorno in cui, nuovamente in nome di un Dio, sono state uccise delle persone. La loro colpa? Avere espresso un’opinione, senza filtro, come sempre ci aveva abituato il Charlie Hebdo, che grazie al suo stile provocatorio già nel 2011 aveva dovuto rimettere insieme le macerie dopo un attentato. Era il 2 novembre di quell’anno e la sede del giornale venne distrutta dal lancio di alcune bombe Molotov, nella notte che precedeva l’uscita del numero in cui si commentava la vittoria del partito fondamentalista islamico in Tunisia, con in copertina Maometto al grido di “100 frustate se non muori dalle risate“. Una risata che neanche in quell’occasione si era spenta, facendo tornare il settimanale a pubblicare a testa alta, con la solita ironia irriverente.
Ieri si è andati oltre, chi ha agito non ha usato mezze misure e ha messo a tacere, per sempre e nel peggiore dei modi, le firme più importanti della testata, quei vignettisti che hanno reso celebre il giornale e insieme a loro altri colleghi e due poliziotti. Tra loro il direttore del giornale Stephane Charbonnier (Charb), così come Georges Wolinski, Jean Cabut (Cabu) e Bernard Verlhac (Tignous). Matite spezzate che non avranno più voce. Ma di fronte alla parola tolta, di fronte a una barbarie come questa, che continua anche mentre scrivo questo breve pensiero, la satira non è stata a guardare, ha reagito con grande forza. Decine, centinaia, migliaia di vignette in ricordo di quei colleghi ai quali è stata rubata la vita e la possibilità di esprimersi, ma che in realtà sono l’emblema di come sia impossibile mettere un bavaglio alla libertà di espressione. Ne ho scelte alcune, dal mondo e dall’Italia, ma sono una minima parte di quelle che si possono trovare in rete, seguendo l’hashtag #JeSuisCharlie o navigando fra le varie testate in giro per il web. Sono, a mio parere, la più bella risposta che si possa dare a un atto così inumano.
Dal mondo
e dall’Italia
Aureliano Verità
Digital & Social Media Marketing Specialist
Cultura - 9 Gennaio 2015
Charlie Hebdo, una matita spezzata non ci fermerà
Ieri è stato un giorno nero, un giorno di lutto, un giorno in cui, nuovamente in nome di un Dio, sono state uccise delle persone. La loro colpa? Avere espresso un’opinione, senza filtro, come sempre ci aveva abituato il Charlie Hebdo, che grazie al suo stile provocatorio già nel 2011 aveva dovuto rimettere insieme le macerie dopo un attentato. Era il 2 novembre di quell’anno e la sede del giornale venne distrutta dal lancio di alcune bombe Molotov, nella notte che precedeva l’uscita del numero in cui si commentava la vittoria del partito fondamentalista islamico in Tunisia, con in copertina Maometto al grido di “100 frustate se non muori dalle risate“. Una risata che neanche in quell’occasione si era spenta, facendo tornare il settimanale a pubblicare a testa alta, con la solita ironia irriverente.
Ieri si è andati oltre, chi ha agito non ha usato mezze misure e ha messo a tacere, per sempre e nel peggiore dei modi, le firme più importanti della testata, quei vignettisti che hanno reso celebre il giornale e insieme a loro altri colleghi e due poliziotti. Tra loro il direttore del giornale Stephane Charbonnier (Charb), così come Georges Wolinski, Jean Cabut (Cabu) e Bernard Verlhac (Tignous). Matite spezzate che non avranno più voce. Ma di fronte alla parola tolta, di fronte a una barbarie come questa, che continua anche mentre scrivo questo breve pensiero, la satira non è stata a guardare, ha reagito con grande forza. Decine, centinaia, migliaia di vignette in ricordo di quei colleghi ai quali è stata rubata la vita e la possibilità di esprimersi, ma che in realtà sono l’emblema di come sia impossibile mettere un bavaglio alla libertà di espressione. Ne ho scelte alcune, dal mondo e dall’Italia, ma sono una minima parte di quelle che si possono trovare in rete, seguendo l’hashtag #JeSuisCharlie o navigando fra le varie testate in giro per il web. Sono, a mio parere, la più bella risposta che si possa dare a un atto così inumano.
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e dall’Italia
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Washington, 22 dic. (Adnkronos) - Il presidente eletto Donald Trump ha suggerito che gli Stati Uniti dovrebbero prendere il controllo del Canale di Panama, definendolo come una “risorsa nazionale vitale” e chiedendo a Panama di restituire il canale se i “principi, sia morali che legali” degli Stati Uniti che consentono a Panama di gestire il canale vengono violati.
Trump ha raddoppiato la proposta, lanciata per la prima volta sui social media ieri, durante un discorso all'evento Turning Point Usa a Phoenix, sostenendo che gli Stati Uniti hanno un "interesse acquisito" nel far sì che il canale venga gestito senza che Panama addebiti "prezzi e tariffe di passaggio esorbitanti" alle navi gestite da aziende e personale militare statunitensi.
"La nostra Marina e il nostro commercio sono stati trattati in modo molto ingiusto e sconsiderato. Le tariffe applicate da Panama sono ridicole, profondamente ingiuste, soprattutto sapendo la straordinaria generosità che è stata concessa a Panama, molto scioccamente, dagli Stati Uniti", ha detto Trump. "Questa completa truffa ai danni del nostro Paese cesserà immediatamente". "Se i principi, sia morali che legali, di questo magnanimo gesto di donazione non saranno rispettati, allora chiederemo che il Canale di Panama venga restituito agli Stati Uniti", ha continuato. "Quindi, funzionari di Panama, vi prego regolarvi di conseguenza".
Roma, 22 dic. (Adnkronos) - Martina, la studentessa fiorentina di 21 anni ferita con trenta coltellate dall'ex fidanzato a Oslo, in Norvegia, "non sarebbe in pericolo di vita". Lo ha detto all'Adnkronos la Farnesina, aggiungendo che "la famiglia è arrivata a Oslo ieri e che l'ambasciata segue la situazione da venerdì con la massima attenzione, prestando assistenza alla famiglia".
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "Maria Ruggia è morta in ospedale, esattamente nell’ospedale Ingrassia a Palermo. L’hanno lasciata su una barella del pronto soccorso dal 10 dicembre al 18 dicembre. Solo il 19 è stata trasferita a Medicina Generale, quando stava già malissimo, il 20 è deceduta”. Lo scrive sui social Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera.
“La figlia ha fatto una denuncia: suppone che potrebbe avere contratto un’infezione in ospedale perché è stata tenuta al pronto soccorso senza somministrarle adeguata terapia antibiotica preventiva, visto che si trattava di paziente fragile, esponendola a un ambiente sanitario non idoneo per troppo tempo, se ne capirà di più con le indagini. Una cosa però è certa", prosegue.
"Una paziente, ancor di più fragile, non dovrebbe stare 10 giorni in barella al pronto soccorso prima di essere trasferito in un reparto o in una clinica. E invece Maria ha vissuto gli ultimi giorni della sua vita nelle stesse condizioni in cui sono costretti a stare i siciliani che hanno la sfortuna di finire in un pronto soccorso", dice ancora Faraone.
(Adnkronos) - "Lo abbiamo documentato con le foto, lo abbiamo testimoniato con i nostri blitz nei pronto soccorso siciliani, abbiamo chiesto interventi urgenti, ma nulla è cambiato, se non in peggio. Per il Presidente della Regione, Renato Schifani, va bene così e in Sicilia regna l’assuefazione, in attesa di scandalizzarsi per il prossimo morto al pronto soccorso”, conclude Faraone.
Roma, 22 dic. (Adnkronos) - "Appena avuta notizia dell'attentato di Magdeburgo, l'ambasciata italiana in Germania ha chiesto alle autorità locali se vi fossero coinvolti degli italiani. Ci è stato risposto che non risultavano cittadini italiani". Lo ha detto all'Adnkronos la Farnesina, parlando di Marco Forciniti - originario di Pietrapaola, in Calabria - "cittadino italo-tedesco, del cui ferimento - ha aggiunto il ministero degli Esteri - l'Unita di Crisi ha appreso dai media. Funzionari dell'ambasciata si sono recati presso l'ospedale per conoscere le condizioni di salute dell'uomo e fornirgli assistenza".
Washington, 22 dic. (Adnkronos) - Elon Musk "non diventerà presidente, questo ve lo posso dire. Ne sono sicuro, sapete perché? Non può esserlo, non è nato in questo Paese". Parlando ai sostenitori durante un evento a Phoenix, il presidente eletto Donald Trump ha affermato che il fondatore di Tesla - che è nato in Sudafrica - ha "fatto un lavoro straordinario" e ha respinto gli attacchi dei democratici che sostengono che Musk si stia comportando come un presidente 'de facto', dopo che la scorsa settimana l'imprenditore ha guidato con successo un tentativo di bloccare un disegno di legge bipartisan sui finanziamenti governativi.
"No, non prenderà la presidenza. Mi piace avere accanto persone intelligenti", ha detto Trump. "La nuova bufala è che il presidente Trump ha ceduto la presidenza a Elon Musk. No, no, non succederà".
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "La migliore risposta alla irresponsabilità della magistratura e delle sinistre, che hanno voluto un inutile e persecutore processo a Salvini, sarà la rapida approvazione del disegno di legge sicurezza. Terremo conto di ogni osservazione. Ma ognuno stia al suo posto. Non ci sono altre istituzioni che si sostituiscono al parlamento". Lo dice il presidente dei senatori di FI Maurizio Gasparri.
"Valuteremo le obiezioni, soprattutto quelle autorevoli, e valuteremo eventuali miglioramenti. Ma il disegno di legge sicurezza sarà approvato. Per rafforzare le forze dell'ordine. Noi vogliamo tutelare il popolo in divisa a cui abbiamo dato un nuovo contratto di lavoro. Invece la sinistra ed i grillini stanno dalla parte dei teppisti che aggrediscono le forze di polizia. E anche le altre Istituzioni devono guardare alla difesa della legalità", prosegue.
"Aspettiamo, ad esempio, dal massimo esponente del CSM qualche segnale dopo la sentenza di Palermo. I procuratori che si sono alternati chiedendo condanne senza fondamento resteranno al loro posto? Il CSM discuterà di questa scandalosa vicenda di Palermo? Chi lo guida avrà qualche esternazione da fare anche cogliendo l'occasione di fine anno? O la magistratura può impunemente sabotare le istituzioni politico-parlamentari e tentare di sostituirsi al potere legislativo e a quello esecutivo con la complicità delle sinistre?", dice ancora Gasparri.
(Adnkronos) - "Nelle prossime ore parlerò chiaro anche in Parlamento sullo scandalo della vicenda Open Arms. La mia proposta che feci da Presidente della giunta per le elezioni e le immunità parlamentari era quella giusta: non processare Salvini e arrivare alle stesse conclusioni che dopo anni di ingiustizie e sprechi sono arrivate dal tribunale di Palermo”, conclude Gasparri.
Washington, 22 dic. (Adnkronos) - Una donna è stata bruciata viva stamattina a New York mentre dormiva sul treno F della metropolitana di Coney Island. Lo riportano i media americani che, citando fonti della polizia, riferiscono di un uomo che le avrebbe lanciato addosso un fiammifero acceso, facendola andare a fuoco.
Gli agenti della polizia di New York sono intervenuti in seguito alla segnalazione di un incendio avvenuto poco prima delle 7,30 presso la stazione della metropolitana di Coney Island-Stillwell Avenue e hanno trovato la donna avvolta dalle fiamme mentre era seduta sul treno. È stata trovata circondata da bottiglie di liquore, anche se non è ancora chiaro se abbiano avuto un qualche ruolo nell'incendio.