Il deputato di Forza Italia Rocco Palese presenta una pregiudiziale di costituzionalità che, se accolta, permetterebbe tra l'altro all'ex Cavaliere di ricomprarsi Il Giornale, ceduto al fratello Paolo dopo l'entrata in vigore della legge Mammì. Sel: "Ennesima difesa degli interessi del leader"
Dopo la “manina” del premier Matteo Renzi sulla norma Salva-Berlusconi poi ritirata, si allunga quella di Forza Italia sul decreto Milleproroghe all’esame di Montecitorio. Dove, a firma del deputato Rocco Palese e con il pretesto del «contenuto disorganico ed eterogeneo», spunta una pregiudiziale di costituzionalità presentata dal partito del Cavaliere per far saltare il divieto di partecipazioni incrociate tra editoria, televisione e comunicazioni elettroniche. Un divieto che, in assenza di una disciplina organica del settore delle comunicazioni a tutela del pluralismo dell’informazione, deve essere prorogato di anno in anno. Come ha disposto, appunto, il Milleproroghe, estendendolo fino al 31 dicembre 2015. Una richiesta che sta scatenando l’ira di Sinistra Ecologia e libertà (Sel) per i vantaggi che ne potrebbero derivare per Mediaset.
INCROCI PERICOLOSI. Il divieto di incroci proprietari, introdotto dal Testo unico dei servizi radiotelevisivi (che riprende in parte le leggi Mammì e Gasparri), prevede infatti che i soggetti che esercitano l’attività televisiva in ambito nazionale attraverso più di una rete (come l’azienda di famiglia dell’ex premier Silvio Berlusconi), non possano acquisire partecipazioni in imprese editrici di giornali quotidiani o partecipare alla costituzione di nuove imprese editrici di giornali quotidiani qualora abbiano conseguito ricavi superiori all’8 per cento del valore complessivo del Sistema integrato delle comunicazioni (Sic) sulla base dell’ultimo provvedimento di valutazione economica adottato dall’Agcom (Autorità garante per le comunicazioni). Analogo divieto è posto a carico dei soggetti operanti nel settore delle comunicazioni elettroniche con ricavi superiori al 40 per cento del valore complessivo del settore. Qualora il divieto non venisse prorogato, come chiede Forza Italia, Berlusconi potrebbe tranquillamente allargare il suo impero comprandosi il “Giornale” attualmente detenuto dal fratello o addirittura acquistando altre grandi testate nazionali.
TUTTO IN FAMIGLIA. Da qui la denuncia di Sel: «Siamo alle solite, Forza Italia presenta una pregiudiziale per difendere gli interessi del proprio leader», accusa il capogruppo alla Camera Arturo Scotto: «Di fronte al disastro di un provvedimento che non proroga il blocco sfratti per 70 mila famiglie, non si può accettare che qualcuno continui a pensare agli affari della famiglia Berlusconi. Diventa sempre più urgente una normativa rigorosa sul conflitto interessi». La questione della proroga del divieto di incroci proprietari si trascina ormai da anni. Da quando, in particolare, era stata oggetto di una segnalazione proprio dell’Agcom già il 24 novembre 2010 al governo allora guidato in palese conflitto di interessi dallo stesso Silvio Berlusconi, nella quale si auspicava il mantenimento del divieto a tutela del pluralismo dell’informazione. Anche sulla base delle indicazioni della Corte Costituzionale (sentenza n. 826 del 1988) e della Corte di giustizia dell’Unione europea che ha riconosciuto il diritto degli Stati membri a mantenere una legislazione speciale in materia, più restrittiva del diritto della concorrenza.
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