Non può più essere un alibi per non affrontare il problema dire che non tutti gli islamici sono terroristi, perché è pur vero che molta violenza viene giustificata in nome di un’appartenenza religiosa e culturale. E se a qualche persona politicamente corretta questa mia affermazione facesse storcere il naso, la invito a commentare la strage di bambini siriani trascinati fuori dalla scuola e uccisi dopo essere stati obbligati a vedere ardere vivo il proprio insegnante”. Sono le parole scritte dall’assessore regionale all’istruzione del Veneto che ieri ha preso carta e penna e inviato ai dirigenti scolastici delle scuole una missiva per condannare il massacro che ha colpito la redazione parigina di Charlie Hebdo. Una nota che ha destato immediatamente polemiche per i toni e per la presa di posizione nei confronti della popolazione islamica. L’assessore Elena Donazzan – Fronte della Gioventù, Azione Giovani, An – si è rivolta ai capi d’istituto dicendo: “E’ infatti una esigenza necessaria anche alla luce della presenza di stranieri a scuole e nelle nostre comunità chiedere soprattutto a loro una condanna di questi atti, perché se hanno deciso di venire a vivere in Europa, in Italia, in Veneto, è giusto che sappiano che devono adeguarsi alle regole e alle consuetudini del nostro popolo e della nostra civiltà, quella che li sta accogliendo con il massimo della pienezza dei diritti, ma anche dei doveri da rispettare”.

All’inizio della missiva l’assessore regionale chiede ai dirigenti un impegno: “Dobbiamo parlarne soprattutto nelle nostre scuole condannando fermamente senza se e senza ma, senza alibi ideologici o assoluzioni autoconsolatorie. Il pericolo c’è, è evidente e si è manifestato in tutta la sua crudezza, e solo una forte presa di coscienza di ciascuna persona, e collettiva di popolo, può farci sperare di arginare un pericolo tanto grave quanto imprevedibile”.

Una lettera che lascia spazio anche ad una riflessione sul sistema politico attuale: “Abbiamo visto in queste ore fallire il modello di integrazione finora adottato in Europa, nella Francia della terza generazione come in Italia della prima generazione e dobbiamo affermare che va rivisto con chiarezza di obiettivi e modalità”.

Frasi che hanno indignato soprattutto l’Unione degli universitari di Padova, Venezia e Verona oltre alla Rete degli studenti medi: “Le parole utilizzate in questa lettera sono sconfortanti e inadeguate – spiega Alberto Irone, portavoce nazionale della Rete – in un momento così complesso. La tragedia parigina necessita di una forte risposta di coesione e unità tra le varie culture. Non possiamo accettare che si decida, per l’ennesima volta, di giocare sulla pelle dei ragazzi e delle loro famiglie, considerando a tutti gli effetti, tutte le famiglie musulmane i cui studenti sono iscritti nelle scuole del Veneto, come complici, a meno di smentita, di quanto successo a Parigi. L’assessore Donazzan specula sulla paura”. Non manca persino una nota di colore: secondo “VicenzaPiùTv” in una prima battuta il comunicato ufficiale della Regione Veneto nel quale si dava notizia della lettera inviata, riportava persino un errore nel nome del settimanale francese chiamato, dall’ufficio stampa, “Charly Ebdo”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Charlie Hebdo, portiamo in classe la matita e il Corano

next
Articolo Successivo

Università: tassa lo studente e assumi il professore

next