“Dimmi come stanno gli ebrei nel tuo paese e io ti dirò come sta il tuo paese”. Così Rav Yosef Levi, rabbino capo della comunità ebraica di Firenze, commenta le ore di apprensione che il mondo ebraico sta vivendo a causa del recente attacco terroristico in Francia, i cui sviluppi hanno portato alla morte di 4 persone in un negozio di prodotti kosher. Davanti alla sinagoga fiorentina c’è, ormai dal 1982, un picchetto militare di guardia ma, spiega il rabbino: “Siamo preoccupati, dovremo rafforzare la sicurezza“. “Se uno sceglie di rimanere nella società nella quale si trova, deve combattere e andare alla manifestazione” dice poi a proposito del corteo contro il terrorismo che sta sfilando in queste ore a Parigi, aggiungendo, in segno di solidarietà: “Mi dichiaro ebreo francese“. “Sto lavorando per un istituto per l’educazione al dialogo – spiega – il futuro passa da lì, sennò andiamo verso guerre inutili”. Infine, sulle vignette, afferma: “Provocare è sbagliato, questo non vuol dire che si tolga il diritto alla riflessione” di Max Brod
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