I fatti di Charlie Hebdo hanno dato luce ad un numero imprecisato di teorie del complotto. Cosa sono queste teorie? Sono ricostruzioni di un evento basate su una selezione scorretta, o addirittura fasulla, dei fatti. Il cospiratore tende ad avere un’idea preconcetta di un avvenimento e sostiene immediatamente la teoria del complotto, al contrario di un ricercatore che prima analizza tutti i fatti per poi costruirne una tesi, come abbiamo fatto in questo caso sul nostro sito Bufale.net.

La teoria più diffusa è stata sicuramente quella della morte dell’agente Ahmed Merabet, che i teorici del complotto ritengono falsa. Quale è stata la molla che ha fatto scattare questa tesi? Il fatto che la testa dell’agente francese non sia scoppiata in seguito allo sparo di un fucile da guerra a distanza ravvicinata, idea sostenuta attraverso video che mostrano un’anguria scoppiare in seguito allo sparo di un AK-47, il modello di fucile ritenuto usato dai terroristi. La realtà è un’altra.

Immaginate un’anguria che viene lasciata cadere dall’altezza della vostra testa (mettiamo caso siate alti 175cm) su un pavimento in marmo. Se la nostra testa avesse la stessa consistenza e resistenza di un’anguria dovremmo stare molto più attenti se sbattiamo la testa cadendo a terra.

Il fucile d’assalto AK-47 è quello generalmente più usato dai combattenti irregolari, essendo facile da usare e meno costoso. Un proiettile sparato da questo fucile non farebbe esplodere la testa di un uomo, ma genererebbe un foro di entrata e un foro di uscita. L’uso di stesso tipo di fucile è ben documentato nei vari video di esecuzioni capitali da parte dei gruppi irregolari siriani, visibili da siti come LiveLeak, dove anche a distanze estremamente ravvicinate, o a distanze simili a quelle dell’omicidio dell’agente francese, le teste dei condannati non esplodono.

Una teoria del complotto, figlia della precedente, è quella del corpo dell’agente francese che non si sarebbe mosso in seguito al colpo ricevuto. Al momento dello sparo Ahmed Merabet era già in movimento, infatti stava voltando la testa e il corpo a causa di una reazione istintiva di protezione, anche se inutile, nel vedersi di fronte la canna del fucile dell’assaltatore.

citroen-c3-pure-tech-charlei-hebdoAd alimentare ancora di più la teoria di complotto, oltre alla mancata esplosione e il mancato movimento del corpo, sarebbe la mancanza degli schizzi di sangue derivanti dal colpo in testa subito dall’agente francese. A questo proposito potrebbero essere considerate alcune “controtesi”, come ad esempio che il proiettile avrebbe dovuto colpire un’arteria, o che il proiettile sparato a bruciapelo avrebbe cauterizzato il suo passaggio, o che il proiettile sia andato contro l’addome o la spalla e non alla testa. L’unica foto che dimostra la presenza di sangue a terra è quella pubblicata su Twitter da un giovane francese, che è riuscito a fotografare il luogo dell’accaduto una volta che il corpo dell’agente morto era stato portato via. Nel video che racconta l’omicidio di Ahmed Merabet non è visibile il sangue, vuoi per la qualità del video, vuoi perché il tempo passato tra lo sparo e l’ultimo fotogramma che mostra il suo corpo sono appena passati pochissimi secondi. Neanche quando morì Carlo Giuliani, nel 2001, ci fu subito una pozza di sangue a terra nei pochi secondi successivi allo sparo.

Un’altra teoria nata per sostenere la “falsa morte” è quella della presenza di una “nuvola di polvere” comparsa a poca distanza del corpo, la quale dimostrerebbe che è stato colpito il marciapiede anziché l’agente francese. Una pessima mira da parte del terrorista o un colpo “tattico” premeditato per inscenare l’omicidio? Qualcuno sostiene che il colpo sia stato a salve e che la “nuvola di polvere” sia stata “lanciata” dalla mano di Ahmed Merabet. Tutti bravissimi attori, secondo i teorici del complotto.

La “nuvola di polvere” sarebbe stata effettivamente generata dallo scontro della pallottola con il marciapiede. Nel caso del colpo in testa il proiettile avrebbe oltrepassato il cranio dell’agente e infine si sarebbe scontrato con il marciapiede, ma potrebbe anche essere stato un colpo non andato a segno e che l’agente sia svenuto in seguito al rumore dello sparo e al panico del momento, comprensibile, per poi morire a causa delle ferite inferte in precedenza.

Le teorie del complotto non mancano senz’altro, ad ogni fotogramma sfuggito ne nasce subito un altro, come quello del corpo dell’agente a terra “scomparso” a fine video: guardando a rallentatore ogni singolo fotogramma del video si vede benissimo che il corpo è ancora a terra.

Tra le più strampalate teorie del complotto abbiamo quella degli specchietti dell’auto usata dai terroristi, che nel video dell’omicidio di Ahmed Merabet sarebbero “bianchi”, mentre l’auto abbandonata e recuperata dalla polizia francese avrebbe gli specchietti “neri”. Si tratta di due auto diverse? Assolutamente no. Visionando bene altre fotografie dell’auto abbandonata notiamo che gli specchietti non sono ne bianchi ne neri, bensì cromati. In poche parole, l’auto è la stessa, ma i riflessi degli specchietti cromati cambiavano a seconda dell’angolazione di ripresa e dalla fonte luminosa.

Ce ne saranno altre, non c’è alcun dubbio. Ai teorici del complotto non mancano le idee.

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